Innanzitutto vi anticipo che nelle prossime righe si scrive sullo specchio.
La trasposizione del significato di un aggettivo o di un verbo dal mondo animale a quello umano, dal mondo degli uomini, alle cose,
nelle opere di Luigi Pirandello,
secondo Liliana Plier-Magitteri,
non sarebbe così evidente in Giovanni Verga e nei veristi, perché in Pirandello il verismo, da specchio piano, si sarebbe trasformato in specchio deformante che rifletterebbe e quindi deformerebbe alcuni aspetti della vita.
I personaggi pirandelliani sarebbero scelti
dalla realtà, secondo la poetica del verismo, ma anziché essere subordinati al principio dell'impersonalità dell’arte, sarebbero quasi costantemente guidati per mano dall’autore.
Per questo i personaggi pirandelliani:
springano («Sole e ombra » da «Novelle per un anno», Mondadori, Milano, 1954, come nelle prossime righe, volume I, pag. 427);
rugliano («Quando si comprende», volume III, pag. 78);
sfagliano («La patente», vol. I, pag. 488);
stolzano («Sedile sotto un vecchio cipresso», vol. III, pag. 54);
si imbrancano («Il Signore della nave», vol. IV, pag. 26);
rinfichiscono («Il fumo», vol. I, pag. 56);
imbozzacchiscono («La tartaruga», vol. IV, pag. 293)
o sono ben azzampati («Pari», vol. I, pag. 379).
Vi basta scrivermelo su CMLibri su Twitter (profilo qui),
su Pinterest (pagina qua),
su You Tube (link alla mia pagina e profilo),
su Instagram (profilo qui) e sulle altre reti sociali e seguirmi sia lì sia qui su Blogger/Blogspot.
Nessun commento:
Posta un commento