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venerdì 16 giugno 2023

Al Giardino botanico di Agrigento per me molto velocemente un evento e progetto culturale - «Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella» del liceo Politi, di Salvatore Cammilleri, Rossana Danile ed altri

Sarà davvero «un monito, tra il tragico e l’ironico pirandelliano», di Luigi Pirandello, «che l’arte lancia ai viventi le cui antiche radici hanno trovato terreno fertile sul pianeta Terra (il suolo sano è però in via di estinzione)».

 

 

 

Scoprirò se è così al Giardino botanico di via Demetra

 

 

 

ad Agrigento.

 

 

 

Del Libero consorzio comunale di Agrigento

 

 

 

Il cui giardino ospiterà fino ad oggi, 

 

 

 

- già dall’otto, dunque, fino a quest'ultimo giorno del sedici giugno di questo 2023, - 

 

 

 

la divulgazione ambientale del progetto «Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella», atto conclusivo del progetto Pcto 2022/23 (ex alternanza scuola lavoro), 

 

 

 

che Legambiente Agrigento - non ho mai interagito con loro - e Sosia Comunicazione hanno svolto nel corso dell’anno con gli alunni (i cosiddetti Das, giovani Divulgatori artistico scientifici del collettivo Isabd - e chissà cosa indica questa sigla) 

 

 

 

delle classi III D e IV C del liceo scientifico e delle scienze umane Raffaello Politi di Agrigento (quasi un anno fa sono stato nel loro istituto).

 
 
 

L’evento è sostenuto dal Settore Ambiente e turismo del Libero consorzio comunale di Agrigento, che ha messo a disposizione l’area del Giardino Botanico (ingresso da via Demetra ed ero entrato da lì e spero ci siano ancora quelle bellissime rose che avevo fotografato anni fa), 

 

 

 

ed è visitabile, appunto, fino ad oggi, venerdì sedici giugno, negli orari di apertura del Giardino di proprietà del Libero consorzio, a me risulta fino alle quattordici, alle due del pomeriggio.

 

 

 

Il percorso, il percorso narrativo, utilizza il linguaggio visivo dell’arte contemporanea (con installazioni artistiche di Salvatore Cammilleri - e scoprirò se mi piacciono oppure no).

 

 

 

Ed è arrivato il momento di alcune domande per voi: cercate di rispondere con azioni concrete ai fenomeni generati dai cambiamenti climatici che danneggiano direttamente l’ambiente e la biodiversità ed indeboliscono ulteriormente l’economia dei territori?

 

 

 

Pensate che alcune zone di Agrigento abbiano un ambiente danneggiato?




Diminuita la biodiversità nelle campagne di Agrigento oppure aumentata?




Indebolità l'economia della città di Agrigento e dei territori nei dintorni?

 

 

 

Non ero stato, peraltro, 

 

 

 

non potevo esserci perché impegnato con il lavoro, 

 

lo scorso giovedì otto di giugno di questo 2023 al Giardino botanico agrigentino alle nove e trenta con i Das che presentavano questo progetto.

 

 

 

Ed ottimo che sia stato l’atto conclusivo del progetto Pcto 2022/23 (la ex alternanza scuola lavoro), che Legambiente agrigentina e Sosia Comunicazione hanno svolto nel corso dell’anno anche con le docenti Valentina Mattaliano e Angela Gulino del Liceo Politi agrigentino.

 

 

 

Non sapevo che il progetto è stato ideato e coordinato da Rossana Danile (che non conosco), ed interessante che agli studenti del Politi sia stato proposto come modello operativo il paradigma attuativo dell’arte visiva. 

 

 

 

Ottimo che abbiano sperimentato e messo in pratica quelle competenze trasversali che nella progettazione e organizzazione di eventi culturali multidisciplinari devono necessariamente interagire tra loro 

 

 

 

e si siano confrontati con le emergenze multidimensionali che minacciano le prospettive di futuro delle nuove generazioni.

 

 

 

 Il cosiddetto storytelling concept, il concetto di racconto di storie, curato da Rossana Danile, pone al centro della riflessione collettiva l’installazione dal titolo «Sepolcri» 

 

 

 

 - lo avevo visto in televisione, in un servizio televisivo di Tva notizie di Tele Video Agrigento - 

 

 

 

del ciclo di opere «Friuti Semu» dell’artista Salvatore Cammilleri, già in mostra all’orto botanico di Viterbo, nel Lazio.

 

 

 

Ed è interessante il concetto espresso: «se l’uovo in guscio è universalmente l’icona della vita che nasce, l’uovo fritto al tegamino è icona di morte»

 

 

 

Non sempre, può essere anche cibo.

 

 

 

La storia dell’umanità la scriviamo noi, che finale vogliamo immaginare?

 

 

 

 

Anche se la scrivessimo noi, ammesso questo, la scriverebbero le grandi organizzazioni a cui si partecipa, di cui si fa parte.

 

 

  

Quanto al finale credo sia davvero incerto.




E spero di riuscire ad arrivare in tempo per rendermi conto se l’installazione «Sepolcri» sia «un monumento commemorativo di un passato già vissuto»

 

 

 

e «la celebrazione di un presente da ricostruire dando nuova vita e nuova forma a ciò che si è rotto e scomposto, interrompendo quel patto d’alleanza che per millenni ha visto in simbiosi l’Uomo e la Natura».

 

 

 

Ed anche: «Uno spazio neo-pop dove l’uovo fritto, metafora della caducità dell’uomo, intende riportare i fruitori alla consapevolezza che la grande storia dell’umanità ha milioni di linee narrative che ogni persona scrive e vive dall’inizio alla fine, lasciando traccia del proprio vissuto»

 

 

 

 

La crisi è glocal (globale e locale), secondo Rossana Danile, e, forse, concordo, anche se filosoficamente si potrebbe argomentare che sia globale o meno locale ad Agrigento e più globale,

 

 

 

e le soluzioni vanno ricercate e applicate a partire dalle comunità locali per poi giungere ad una sperata e necessaria soluzione planetaria.

 

 

 

Forse è così.

 

 

 

Oppure no e si avvia una discussione filosofica?

 

 

 

La Sicilia e il planisfero, opere di Salvatore Cammilleri, per questa occasione messe in mostra su pannelli grafici da esterno, sintetizzerebbero il concetto del glocale e proporrebbero la Sicilia come hub interdisciplinare, come luogo interdisciplinare, dove sperimentare possibili soluzioni che ci permetterebbero di saltare, metaforicamente, fuori dalla padella e salvarci dalla «friuta», dalla frittura, dal friggere.
  



Forse, aggiungo io, per affrontare nuovi problemi e nuovi fenomeni, probabilmente.




Daniele Gucciardo, presidente di Legambiente Agrigento, aveva ribadito che le nuove generazioni stanno chiedendo agli adulti, attori decisionali del presente, di costruire prospettive di futuro e opportunità da poter cogliere qui e ora. 

 

 

 

Ed aveva aggiunto: rispondere concretamente è doveroso.

 

 

 

Praticamente, mia aggiunta questa volta, quel che chiedeva Greta Thunberg, di rispondere concretamente e non con bla bla bla.

 

 

 

Nella giornata dell’otto giugno i Das, attraverso le opere interattive dall’artista e lo storytelling concept, avevano invitato il pubblico a riflettere e a compiere gesti.


 

 

Probabilmente negli altri giorni - compreso oggi - soltanto le opere realizzate.

 

 

 

E cercherò di capire sul posto, se riuscirò ad arrivarci, se il percorso didattico/divulgativo comunica messaggi chiave che urgentemente bisogna far giungere ad ogni persona e che corrispondono all'auspicio che l’obiettivo 12 (12.8) dell’Agenda 2030 dell’Onu esprime:  

 

 

 

«Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo. […] Accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura».

 

 

 

Internazionalismo degli organizzatori del progetto, aggiungo io, dunque.

 

 

 

Il progetto, si augura la preside del Liceo Politi, Santina Ferrantelli, merita di essere visitato dalla cittadinanza tutta in quanto rappresenta la voce dei nostri giovani che sognano un futuro desiderabile e ci chiedono, in tutti i modi, di lasciare loro in eredità un pianeta vivibile.

 

 

Speriamo.

 

 

 

Io, francamente, sono pessimista, ma spero che non vada male.

 

 


E le parti coinvolte e in special maniera i Das esprimono un sincero ringraziamento al commissario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, al dottor Raffaele Sanzo, 

 

 

 

ed al responsabile del settore Ambiente e Turismo, Achille Contino (che conosco), 

 

 

 

per aver concesso gli spazi del giardino botanico e aver accolto con curioso interesse l’originale istanza neo-pop dell’uovo fritto di Salvatore Cammilleri.

 

 

 

Io credo che sia un'iniziativa davvero valida.




E grazie alle pagine «Alternanza scuola - lavoro» del sito d'informazione AgrigentoOggi e «Cultura» 

 

 

 

di Grandangolo.

 
 
 
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Ed anni fa, invece, leggete le prossime righe: 
 
 
 
Ottimo, peraltro, l’impiego di fondi europei, anni fa, come vi ho scritto nelle righe precedenti, grazie ad un progetto di recupero realizzato dal gruppo di progettazione del Settore tecnico del Libero consorzio comunale di Agrigento.



I lavori di riqualificazione e messa in sicurezza della parte nord del Giardino botanico e l’acquisto di attrezzature per la sua fruizione e realizzazione di eventi erano stati inseriti dalla Regione nella graduatoria definitiva degli investimenti degli enti locali sui beni culturali.  



La graduatoria riguardava il Poc 2014/2020, il cosiddetto Programma operativo complementare, articolato in undici assi. 
 
 
 
Il finanziamento richiesto ed inserito in graduatoria ammontava a cinquecento mila euro e, forse, vedrò cosa è stato realizzato.



L’idea progettuale era quella di rendere la Cava Belvedere, che era stata interdetta al pubblico, fruibile e quindi in piena sicurezza per l’organizzazione di eventi. 
 
 
 
Purtroppo dalle ispezioni fatte dai tecnici dell’Ente negli ultimi anni le murature, le pareti in calcarenite e le grotte presentano un degrado costituito principalmente da fratturazioni; sconnessioni e mancanze della malta fra i conci. 



Gli interventi di recupero previsti erano rivolti ad arrestare e/o rallentare il processo di degrado, per salvaguardare e risanare i fronti in calcarenite. 
 
 
 
Mi auguro che ci siano riusciti.
 
 
 
Nel progetto si prevedevano opere di messa in sicurezza e recupero ambientale, regimentazione e smaltimento delle acque meteoriche e messa a dimora di piante arbustive ed essenze vegetali varie.



E chissà quali piante ci sono ora.



Il Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, notevole esempio di valenza paesaggistica, geologica ed ambientale di elevato pregio, oltre alle sue peculiarità arboree, per la sua conformazione morfologica, presenta un’area simile ad una sorta di teatro all’aperto con un’annessa cavea naturale.  



Chissà se la Cava Belvedere era aperta tanti anni fa e se c'ero stato quando era aperta, qualora sia stata già aperta in passato.
 
 
 
Quest’area ha una spiccata vocazione ad un suo utilizzo per l’organizzazione di spettacoli teatrali, concerti ed altri eventi culturali. 
 
 
 
Vedremo se è stata aperta e se saranno organizzati.
 
 
 
E vi devo anche aggiungere quanto era scritto, probabilmente in una nota stampa di anni fa: Già in passato era stata utilizzata per manifestazioni organizzate dal Libero consorzio. 



Io ricordo lontanamente di avere partecipato ad una manifestazione culturale là oppure ad alcune, forse negli anni dell'amministazione provinciale di Vincenzo Fontana - che conosco.



L’area del Giardino botanico è caratterizzata dalla componente calcarenitica-sabbiosa che, lungo le pareti che delimitano il settore settentrionale della struttura, è ampiamente rappresentata dai fronti risparmiati dalla notevole attività di cava che in questa zona era fortemente presente in periodi precedenti a quello attuale.
 
 
 
Interessante, dunque, che sia stata una cava in passato. 



«Terra fritta, siamo tutti nella stessa padella» fino ad oggi, venerdì sedici di giugno di questo 2023.

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