Su di me - Scompaginando

mercoledì 19 luglio 2023

La Biblioteca Lucchesiana, Pirandello e «Il fu Mattia Pascal», Sciascia, la medicina ed i manoscritti arabi ed alcune Giornate Fai ad Agrigento ed Aragona

A mio parere non soltanto la ricerca di Dio in Luigi Pirandello,

 

 

 

la mostra pirandelliana anche sulla biblioteca del romanzo «Il fu Mattia Pascal»,

 

 

 

la religione, la Chiesa e i preti in Leonardo Sciascia.

 

 

 

Ed anche non soltanto la mostra ed il convegno sui testi di medicina custoditi nella Biblioteca Lucchesiana di via Duomo

 

 

 

nel centro storico della mia Agrigento.

 

 

 

O la pubblicazione del catalogo dei manoscritti arabi custoditi in Lucchesiana.

 

 

 

Tutto prima di «Agrigento capitale italiana della cultura 2025».

 

 

 

Ma anche approfondimenti su «La festa del Natale in Sicilia» di Hernandez de Moreno (Giuseppe Pitrè) 

 

 

 

e sulla poesia «Tu scendi dalle stelle» di sant’Alfonso Maria de Liguori.

 



E votereste la Biblioteca Lucchesiana come Luogo del cuore?




E conoscete la storia della Lucchesiana?




Maggiori informazioni più sotto, per entrambe le domande, fin quasi alla fine del mio testo.




Ed ecco quanto non ero riuscito a pubblicare anni fa:

 

 

 

14.09.2021 Se ricordo bene quella volta non mi ero concentrato sulla Biblioteca Lucchesiana, 

 

 

 

con i suoi quarantacinquemila volumi che trattano di teologia, filosofia, storia e di materie umanistiche raccolti su pregiati scaffali di legno intagliati a mano,  

 

 

 

ma sulla Casa museo dei padri redentoristi 

 

 

 

che accoglie la pinacoteca e gli arredi sacri della congregazione dei Padri redentoristi, missionari giunti ad Agrigento, a quanto pare, nel 1761.

 

 

 

Il primo fine settimana delle Giornate Fai d'autunno si era concluso la domenica e non ricordo più se ero andato nel primo oppure nel secondo.

 

 

 

Forse nel primo.




Due degli appuntamenti - quella volta ad Agrigento e ad Aragona (Ag - provincia di Agrigento) - erano stati il sabato ventiquattro di ottobre e la domenica venticinque di quel 2021.



E grazie al gruppo Fai Giovani, guidato da Ruben Russo, 
 
 
 
ed alla delegazione Fai di Agrigento, guidata ad interim da Giuseppe Taibi.

 

 


E sappiate anche che ad Aragona non ho ancora visitato i luoghi dei principi Naselli, 

 

 

 

ma ero stato ad una delle zolfare di Luigi Pirandello

 

 

 

e non ho ancora visitato i luoghi delle tele dei pittori siciliani 

 

 

 

o potuto vedere i tesori (calici, pissidi ed ostensori in argento e pietre preziose) 

 

 

 

ed i paramenti sacri del Museo diocesano della Chiesa madre 

 

 

 

e della Chiesa del Rosario (che custodirebbe, anche, un reliquiario della Sacra Sindone, incastonato in un medaglione), 

 

 

 

la Chiesa della Provvidenza, con la statua lignea del Cristo Nero del XVII secolo, 

 

 

 

l’antico organo del 1800 della premiata ditta palermitana Migale Giacinto Lugaro 

 

 

 

e la mostra di immagini sacre e foto d’epoca di Carmelo Sciortino ed Alfonso Contrino. 

 
 
 
Sempre ad Aragona, non ho ancora visitato la Casa dell’artista – atelier Bellanca, in cui sembra ci sia la vivacità cromatica del cosiddetto «Action paiting», uno stile che non conosco ancora e che sembra si sia diffuso negli anni Quaranta e sessanta del Novecento soprattutto negli Stati Uniti d’America.
 
 
 
E grazie al direttore dell’ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi di Agrigento, don Giuseppe Pontillo, 
 
 
 
al parroco della Chiesa di Sant’Alfonso, don Gero Manganello, 
 
 
 
al direttore della Biblioteca Lucchesiana e custode del Museo Diocesano di Aragona, 
 
 
 
a don Angelo Chillura, 
 
 
 
ed al presidente della ProLoco di Aragona, Rosario Pendolino. 
 
 
 
Buon lavoro anche al presidente della Fondazione Fai, Andrea Carandini, 
 
 
 
 
 
 
E conoscete questo museo diffuso di Agrigento che custodisce i tesori della Cattedrale di Agrigento - e già ne ho visti alcuni?
 
 

Ed auguro un ottimo lavoro alla Soprintendenza per i beni culturali di Agrigento, che era stata diretta da Gabriella Costantino, 
 
 
 
ed all’Ufficio  Beni culturali ecclesiastici della Curia di Agrigento, diretto da Giuseppe Pontillo.


 
 
Ed, a quanto sembra nel territorio della Chiesa parrocchiale della Madonna del Rosario si troverebbe la soppressa chiesa del Purgatorio (chissà se la ho mai vista), prima depositaria delle sacre reliquie, secondo le disposizione testamentarie della famiglia Naselli, molto legata al culto delle anime sante del Purgatorio.



Il testo che avevo letto faceva riferimento anche al vescovo di Agrigento Francesco Maria Rhini (1676–1696).
 


E conosco il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino.

 

 

In anni recenti, peraltro, la Biblioteca Lucchesiana veniva inserita nella lista dei Luoghi del cuore del Fondo ambiente italiano, dove credo sia, forse, tuttora votabile collegandosi all’apposito portale online. 

 

 


Ed ecco anche alcuni particolari su Agrigento, sulla Casa museo dei padri liguorini



Nella storia della città di Agrigento, un gruppo di Padri liguorini, guidati da Blasucci, sarebbe giunto per predicare le Missioni su invito di Monsignor Lucchesi, vescovo di Agrigento. 
 
 
 
Avrebbero trovato inizialmente ospitalità nell’Ospizio degli Oblati 
 
 
 
e a loro sarebbe stata affidata dapprima la chiesa di San Giorgio - che ho visto alcuni mesi fa per la prima volta - 
 
 
 
e poi la chiesa di Santa Maria dell’Itria - che è molto bella, ve la consiglio. 
 
 
 
Nel 1768 monsignor Lucchesi Palli avrebbe nominato i padri liguorini custodi della biblioteca, la Biblioteca Lucchesiana, da lui fondata, ed avrebbe donato loro il terreno attiguo per fabbricarvi una casa secondo le loro regole. 
 
 
 
La Casa sarebbe sorta molto lentamente; nel 1839 fu avviata la costruzione della chiesa adiacente, poi benedetta nel 1854, che fu dedicata a S. Alfonso, primo luogo di culto al mondo dedicata a questo santo. 
 
 
 
E siamo sicuri che il complesso monumentale ubicato nella parte alta della città, domina e chiude la parte nord del centro storico assieme alle altre strutture ecclesiastiche, a volere formare un baluardo della fede cristiana, 
 
 
 
contrapponendosi alla schiera dei templi pagani greci siti nel colle sud della vecchia Akragas?
 
 
 
Davvero così?
 
 
 
Il ventotto di giugno del 2010, invece, al Complesso monumentale dei Padri liguorini di Agrigento, sarebbe stata inaugurata la Casa-museo, con gli arredi e le collezioni d’arte della Casa dei missionari redentoristi di Agrigento.
 
 
 
La costruzione della Chiesa madre avrebbe avuto inizio nei primi decenni del Seicento, subito dopo la fondazione del borgo: nel 1606 Baldassarre III Naselli, conte di Comiso, avrebbe ottenuto la licentia populandi per la creazione di un piccolo villaggio. 
 
 
 
Le opere pittoriche sono attribuite tradizionalmente a fra Felice da Sambuca, monaco cappuccino e pittore, operante nell’Agrigentino proprio in quel periodo. 
 
 
 
A lui è attribuito il corredo delle pale d’altare ed altre tele appartenenti alla chiesa, come il Martirio di San Fortunato e una Trasfigurazione del messinese Crestadoro. 
 
 
 
Alla scuola manierista dello Zoppo di Ganci è attribuito il dipinto più antico, l’Adorazione dei Magi del 1607, in collaborazione con Pietro D’Asaro; 
 
 
 
non mancano opere più tarde realizzate da Domenico Provenzani, il principale pittore dei Liguorini di Agrigento.  
 
 
 
Nella Chiesa della Madonna del Rosario sono contenuti due nuclei espositivi. 
 
 
 
Il primo è collocato nella cripta restaurata, che ospita il tesoro della chiesa. 
 
 
 
Ed avete visto i dipinti
 
 
 
i dipinti originari del soffitto, risalenti al 1689? 
 
 
 
Uno sfarzoso reliquiario a pendente accoglierebbe oggi la reliquia di due brandelli della Sindone, custodita entro un’urna argentea datata 1684, realizzata dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei e commissionata dal principe Baldassarre Naselli IV quando l’allora vescovo di Agrigento Rhini autorizzò l'esposizione
 
 
 
l’esposizione pubblica di tali reliquie nei giorni di festa. 
 
 
 
Quest'urna sarebbe stata realizzata all’inizio del XVII secolo, secondo modelli circolanti nell’area mediterranea di influenza spagnola. 



Ad Aragona anche la Chiesa di Santa Maria della Provvidenza ed il Cristo Nero:
 
 
 
All’ingresso della chiesa vi sarebbe un soppalco sorretto da due colonne in gesso con stile ionico, al di sopra una cantoria, dove sarebbe possibile ammirare un gioiello d’arte organaria siciliana, un organo positivo a trasmissione meccanica (mantice), legato ad un manuale (tastiera) con ottava corta della prestigiosa ditta palermitana Laudani e Giudici. 
 
 
 
Ed il crocefisso ligneo deposto nella parte destra della chiesa. 
 
 
 
Il «Cristo nero», come verrebbe denominato dal popolo aragonese, sarebbe un’opera lignea di scultore ignoto. 
 
 
 
Un Cristo ancora vivo esalante gli ultimi respiri.
  
 
 
E sappiate che Siculiana ed Aragona condividono il cuddiruni ed il Cristo nero.
 
 
 
Il cosiddetto Atelier casa dell’artista sarebbe, invece, una tipica abitazione della cultura siciliana, quella del contadino agiato o «burgisi».  
 
 
 
Su due piani, o comunque a più vani, che tenevano divisi l’ambiente pubblico da quello privato, la zona giorno dalla zona notte. 
 
 
 
Al pian terreno ci sarebbero state, ad esempio, la stalla, la cucina e i magazzini, 
 
 
e al piano superiore, al quale si avrebbe avuto accesso tramite una scala interna, la camera.
  
 
 
Nel suo laboratorio - museo l’artista avrebbe anche allestito una mostra permanente. 
 


Lucchesiana. La storia della Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, una delle più antiche e prestigiose istituzioni bibliotecarie della Sicilia, è strettamente legata alla figura di monsignor Andrea Lucchesi Palli dei principi di Campofranco, che la fondò nel 1765. 
 
 
 
Lucchesi Palli fu sensibile agli orientamenti del pensiero dell'Illuminismo ed alle idee dell’educazione popolare, dell’istruzione diffusa al popolo come strumento di elevazione culturale. 
 
 
 
E grazie ad AgrigentoOggi ed a Grandangolo, non soltanto su Agrigento notizie gratis.

Nessun commento:

Posta un commento