Su di me - Scompaginando

giovedì 24 agosto 2023

«Don Chisciotte in Sicilia» di Mandracchia a «Iddi» alla Torre Carlo V di una città a me «familiare», il gruppo di lettura «Buk», Monica Brancato, Agata Bazzi, Dario La Mendola, Prestia, Riky Ragusa ed Il mercoledì di «Tre giorni con Montalbano» di Burgio con la «caponatina sciavurusa» da «La gita a Tindari», i «passuluna» nel romanzo «Il cane di terracotta» ed il caciocavallo nel poliziesco «Il ladro di merendine» e nel giallo «La voce del violino» - E «Battaglia di Valle Giulia» di Pasolini

Non credo che riuscirò ad andare per Roberto Mandracchia

 

 

 

con il suo romanzo «Don Chisciotte in Sicilia»,

 

 

 

modellato sul «Don Chisciotte» della Mancia,

 

 

 

di Miguel de Cervantes,  




(romanzo «Il fantasioso nobiluomo Don Chisciotte della Mancia»,

 

 

 

«spoglio di quel prezioso ornamento di eleganza e di erudizione di cui sogliono andar vestite le opere che si compongono presso gli uomini dotti»,

 

 

 

con «la pochezza di tanto umile offerta»

 

 

 

 

e dedica al Duca di Bejar,

 

 

 

marchese di Gibraleón,

 

 

 

conte di Benàlcazar y Bañares,

 

 

 

visconte del borgo di Alcocer,

 

 

 

signore delle città di Capilla, Curiel e Burguillos,

 

 

 

al fine di osare «comparire con sicurezza al giudizio di taluni, i quali, non contenendosi nei limiti della propria ignoranza, usano di condannare tanto più rigorosamente e tanto meno giustamente le altrui fatiche»

 

 

 

come si può leggere all'inizio della Parte prima).




«Don Chisciotte in Sicilia» a «Iddi»

 

 

 

di Mariterra,

 

 

 

alla Torre Carlo V

 

 

 

di via Molo

 

 

 

nel centro di Porto Empedocle (Ag - provincia di Agrigento),

 

 

 

evento letterario in collaborazione con il gruppo di lettura «Buk».

 

 

 

E buon lavoro a Monica Brancato,




ma anche un in bocca al lupo a «Ci protegge la luna»

 

 

 

di Agata Bazzi,

 

 

 

a «Trattato sull'ironia dei fiori»

 

 

 

di Dario La Mendola,

 

 

 

ed a «Vetro levigato»

 

 

 

di Alberto Prestia.

 

 

 

Ed ecco altro su «Don Chisciotte in Sicilia».

 

 

 

22.08.2022 Non ero andato a quell'ultima serata con le «Letture dal balcone»

 

 

 

a Burgio,

 

 

 

nella provincia agrigentina,




dedicate al romanzo di Roberto Mandracchia «Don Chisciotte in Sicilia»

 

 

 

Né ero andato ad altre di quelle serate.

 

 

 

Poi c'era stato il concerto folk di Riky Ragusa - finora mai nessun suo concerto per me - 

 

 

 

ed infine gli altri piatti tanto cari 

 

 

 

al commissario Salvo Montalbano

 

 

 

come la «caponatina sciavurusa»

 

 

 

da «La gita a Tindari»,

 

 

 

i «passuluna»,

 

 

 

«olive nere»,

 

 

 

 

in «Il cane di terracotta» 

 

 

 

a pagina 41:

 

 

 

Nel frigorifero la pasta fredda, 

 

 

 

con il pomodoro

 

 

 

il basilico («vasalicò»)

 

 

 

e un secondo piatto d'alici

 

 

 

con la cipolla e l'aceto

 

 

 

della cameriera - «cammarera» Adelina:

 

 

 

«Nel frigorifero trovò pasta fredda con pomodoro, vasalicò e passuluna, olive nere, che mandava un profumo d'arrisbigliare un morto, e un secondo piatto d'alici con cipolla e aceto: Montalbano usava affidarsi interamente alla fantasia culinaria ma gustosamente popolare d'Adelina, la cammarera, la fìmmina di casa che una volta al giorno veniva a dargli adenzia, madre di due figli irrimediabilmente delinquenti, uno dei quali stava ancora in galera per merito suo.»

 

 

 

Ed il caciocavallo,

 

 

 

non soltanto in quest'ultimo romanzo poliziesco, 

 

 

 

un giallo, 

 

 

 

di cui ho scritto,

 

 

 

nelle pagine 109 e 192.

 

 

 

I calamaretti bolliti e una fetta di caciocavallo ben stagionato:




«Nel frigorifero trovò calamaretti bolliti e una fetta di caciocavallo ben stagionato»

 

 

 

(pagina 109)

 

 

 

L'odore, 

 

 

 

lo sciàuro,

 

 

 

del pesce fresco,

 

 

 

del «pesce frisco»,

 

 

 

i mandarini,

 

 

 

le interiora d'agnello bollite,

 

 

 

il caciocavallo e la «mèusa»,

 

 

 

la milza,

 

 

 

le fritture 

 

 

 

(pagina 192) 




Ma anche in un altro romanzo,

 

 

 

«Il ladro di merendine»,

 

 

 

nelle pagine 38 e 118,

 

 

 

ed in «La voce del violino»,

 

 

 

a pagina 206,

 

 

 

tutti di Andrea Camilleri.

 

 

 

La casa di Salvo Montalbano

 

 

 

(che si taglia «una fetta di caciocavallo»)

 

 

 

vestiti da nano Bagonghi, 

 

 

 

il nano dei circhi,

 

 

 

delle fiere

 

 

 

dei baracconi,

 

 

 

il frigorifero,




una decina di olive.




(pagina 206 del romanzo poliziesco «La voce del violino»)




E chissà cosa c'è in via Camillo Benso Conte di Cavour, 

 

 

 

a Porto Empedocle,

 

 

 

e se c'è il numero civico 44,

 

 

 

come nella «Via Cavour 44»

 

 

 

nel romanzo «La gita a Tindari».

 

 

 

Quasi sicuramente a Marinella

 

 

 

a Porto Empedocle,

 

 

 

non dovrebbe esserci «una villetta isolata e a piano terra»,

 

 

 

come quella di Montalbano nelle parole di Fazio a pagina dodici (romanzo di Sellerio

 

 

 

di Sellerio editore Palermo),

  

 

 

con lo «sciabordìio del mare» 

 

 

 

e «un venticello di prim'alba»

  

 

 

con citazione - italianizzata - 

 

 

 

da «Piazza Barberina»

 

 

 

«Si mise un dito in culo / e trasse un fischio acuto / segnale convenuto delle guardie di città»

 

 

 

invece che «Se mise un dito ar culo, e fece un fischio acuto, segnale convenuto de le Guardie de Città»,

 

 

 

a quanto sembra, 

 

 

 

una canzone contro la guerra.




«Era una fesseria che un amico milanese della scuola di polizia qualche volta gli aveva canticchiato e che gli era rimasta impressa».

 

 

 

Ed il dottor Carlo Militello,

 

 

 

«soprannominato Carlo Martello»,

 

 

 

poi definito nel pensiero esplicitato di Montalbano «Carlo ex Martello»,

 

 

 

«nominato Presidente della seconda più importante banca dell'isola»,

 

 

 

«difensore dei grandi Valori (tanto quelli della Borsa quanto quelli della Famiglia, della Patria, della Libertà»),

 

 

 

un «compagnuccio» «del '68».

 

 

 

Ed in quella pagina dieci 

 

 

 

ci sono riferimenti ad Ho Chi Min ed al Monopolio di Stato,

 

 

 

agli spinelli ed alle canne ed a Stalin secondo «Carlo Martello»:




«Sosteneva che in un solo momento della sua vita il compagno Stalin aveva agito bene: quando si era messo a rapinare banche per finanziare il partito».

 

 

 

E la poesia «Battaglia di Valle Giulia»

 

 

 

di Pier Paolo Pasolini su Valle Giulia, 

 

 

 

a Roma:

 

 

 

"Di quei giorni Montalbano ricordava soprattutto una poesia di Pasolini che difendeva la polizia contro gli studenti a Valle Giulia, a Roma. Tutti i suoi compagni avevano sputato su quei versi, lui aveva tentato di difenderli: «Però è una bella poesia».

 

 

 

E quella poesia non dispiaceva a Montalbano:

 

 

 

«Perché allora quella poesia non gli dispiacque? Vedeva in essa già segnato il suo destino di sbirro?»




Seguono i pensieri di Montalbano ed anche un riferimento al Padreterno.

 

 

 

Parla, quindi, Fazio, come avevo scritto righe fa,




e c'è anche un riferimento ai ladri genovesi, 

 

 

 

di Boccadasse, 




a Genova.




Segue un pensiero continuato di Montalbano al «compagno Martello», 




«al neo Presidente dell'Interbanco, che, quando era ancora il compagno Martello, aveva pubblicamente cacato su una guantiera piena di biglietti da diecimila».

 



Montalbano viene pigliato da una mezza paralisi «a quasi cinquant'anni», 




dopo essere entrato in acqua, 




nel mare di Marinella,

 

 

 

prima di un riferimento di Fazio a Catarella.




E voi fate il bagno a quasi cinquant'anni?

 

 

  

Ed osservate alla luce dell'alba il mare come una tavola,

 

 

 

a promessa di una «giornata bona»,

 

 

 

di una giornata buona,

 

 

 

il cielo chiaro senza nuvole - come Montalbano nel romanzo poliziesco «Il ladro di merendine»?




E «la sera avanti»

 



un «chilo e mezzo di sarde a beccafico»

 

 

 

- di cui avevo scritto anche qua -

 

 

 

che Montalbano «si era sbafato».

 

 

 

Ed ho scoperto la parola «arravugliate»,

 

 

 

«avvolte»,

 

 

 

riferito a «i linzola»,

 

 

 

 le lenzuola

 

 

 

Ed il corpo;

 

 

 

una mummia.

 

 

 

E da Burgio e da tutto il mondo volete visitare Porto Empedocle, città natale di Andrea Camilleri, 

 

 

 

ed in cui vive Mandracchia,

 

 

 

insieme al mio blog CMTempoLibero?

 

 

 

Vi è soltanto necessario scrivermelo su CMLibri su X, 

 

 

 

su Twitter (profilo qui

 

 

 

e su Pinterest (pagina qua)

 

 

 

su Hubhopper (audioprofilo), 

 

 

 

su Spotify for Podcasters (link all'audioprofilo), 

 

 

 

su Facebook (profilo qui)

 

 

 

su Tumblr (pagina), 

 
 
 
 
 
su You Tube (pagina qui),  

 

 

 

su Instagram (eccomi qua), 

 
 
 
su Google Maps,

 

 

 

seguirmi sia lì sia qui su Blogger/Blogspot




e leggere moltissimo altro 
 
 
 
tramite alcuni dei tag e delle etichette qui sotto a fine testo
 
 
 
oppure tramite tutti i tag alla fine della colonna destra di questo blog 
 
 
 
(se non cambierò l'impostazione grafica) 
 
 
 
- come CMViaggiAg e Padri.

 

 

 

«Don Chisciotte in Sicilia» nelle Edizioni Minimum Fax;

 

 

 

«Ci protegge la luna» per Mondadori;

 

 

 

«Trattato sull'ironia dei fiori» e «Vetro levigato» hanno editori molto meno conosciuti,

 

 

 

le Edizioni Another Coffee Stories e le Edizioni Antipodes.




E chissà cos'altro organizzerà il Comune di Porto Empedocle.




Grazie al motore di ricerca Ecosia

 

 

 

a Vigata.org, a CamillerIndex

 

 

 

a IlDeposito.org, 

 

 

 

all'enciclopedia in rete Wikipedia,

 

 

 

ad AntiWarSongs.org ed a Google Books.

Nessun commento:

Posta un commento