Su di me - Scompaginando

giovedì 30 marzo 2023

Ischia e Capri all'alba, il vento debole, il Vesuvio e le nuvole al tramonto nel «Viaggio in Italia» di Goethe

 Il venerdì trenta di marzo del 1787 del «Viaggio in Italia»

 

 

 

di Johann Wolfgang von Goethe fra Ischia e Capri. 

 

 

 

E le montagne di Capri e di Capo Minerva 

 

 

 

allo spuntar del giorno, all'alba.

 

 

 

Il vento è debole.

 

 

 

Verso le quattro non si può più vedere il Vesuvio.

 

 

 

Ed al tramonto nuvole.

 

 

 

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De Roberto, Pirandello, Sciascia, Luperini ed «Il re di Girgenti» di Camilleri

 

 

 

(Sellerio

 

 

 

di Andrea Camilleri «in cui forte è l’influenza di Pirandello, di De Roberto e di Sciascia».

 

 

 

Buona lettura di questo romanzo camilleriano e delle opere di Federico De Roberto, Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia.

 

 

 

«L'età estrema» di Romano Luperini ed il suo articolo «Un compagno. Per Camilleri, intellettuale militante» su «La letteratura e noi».


 

 

 

Grazie al blog di Salvatore Lo Leggio su Blogspot.




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«Testa di donna anziana con cuffia (La levatrice)», «Campo di grano con volo di corvi» e «Notte stellata» di Van Gogh

«Testa di donna anziana con cuffia (La levatrice)», «Campo di grano con volo di corvi» e «Notte stellata» di Vincent Van Gogh

 

 

 

nato a Groot Zundert in Olanda il trenta di marzo del 1853, cento e settant'anni fa.

 

 

 

E la levatrice è un personaggio della novella «Donna Mimma»

 

 

 

di Luigi Pirandello.

 

 

 

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dell'almanacco del sito d'informazione Scrivo libero.

mercoledì 29 marzo 2023

Gli aranceti di Francofonte in «La roba» da Verga secondo Guglielmo Ferro - E «Nedda», «Rosso Malpelo» e «Jeli il pastore»

E «uliveti sconfinati» in «La roba» 

 

 

 

da Giovanni Verga secondo Guglielmo Ferro - e «Nedda»

 

 

 

«Rosso Malpelo» e «Jeli il pastore».




Quattro «olivuzza».



Il «Vallone» oltre gli uliveti.



I pascoli del «Passaneto».



Gli aratri al rientro dal maggese.



Le cicale che ronzano.



La storia della comare di Vizzini (Ct - provincia di Catania).



Jeli che ancora non si vede.



La minestra, il brodino, la musica «tambureggiante» e... «Ma dov'è Nedda?», l'ultima a mangiare.



Jeli finalmente arriva con Mazzarò/Enrico Guarneri.



La puledra.



Vendere il puledro «Lo stellato» e «Il morellino».



Ad Alfonsino piacciono le cose di «i fimmineddi». 
 
 
 
Ed anche la scuola.



Mazzaró: «Qua in campagna è sempre notte già da un po'». 
 
 
 
«I mezzagri che si lamentano». 
 
 
 
E la morte: «E ora anche la morte, lo sento che si avvicina».



Piove molto. 
 
 
 
«Gesù Cristo, sempre sia lodato».



La raccolta delle olive e delle mandorle



Jeli e Mara. 



San Giovanni sotto l'olmo. 



Mara, forse a Jeli che «resta con i puledri»: «Andiamo a Marineo». 



I razzi sopra i monti della Ganziria o Ganzirria. 



E le nuvole: «Le nuvole si distaccano dal mare laggiù».




Nedda, Jano, Mazzarò, la Rocca di Vizzini e le medicine. 
 
 
 
Lo Stellato è caduto nel burrone.



Nedda parte, forse, per la Roccella.



Mazzarò: «Medicine, tutte invenzioni del diavolo». 
 
 
 
Le piante infestanti.



L'incartatura delle arance.



Dodici tarì.



La neve e la lupa hanno mangiato tutte le fave.



La raccolta delle arance in inverno. 



Una donna: «Speriamo che Jano mariti Nedda prima che nasca la creatura».



Jano vuole andare al Bongiardo nonostante la febbre.



Il prezzo del vino che aumenta a Vizzini.



Alfonsino, il tordo o Cornadoro.




Jano caduto dalla cima dell'albero.



Jeli che ammazza Alfonsino.



Un ducato d'argento per non seppellire Alfonsino in maniera dignitosa, ma nessuno e nessuna accetta.
 
 
 

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