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domenica 22 dicembre 2019

"La scortecata" della palermitana Emma Dante a Lugano da "Lo cunto de li cunti" di Basile - Ed altri spettacoli

La scortecata è una novella del napoletano Giambattista Basile tratta da Lo cunto de li cunti
 

 
 
 
Cinquanta fiabe. In una versione libera di Emma Dante ho "visto" sicuramente dialetto napoletano. E forse espressioni gergali, proverbi ed invettive popolari, lazzi della commedia dell'arte ed echi shakespeariani?
 


Sicuramente un re che si innamora di una donna anziana la quale lo inganna. Lei diventa una ragazza bellissima grazie ad una fata. Probabilmente sua sorella.
 


In scena Salvatore D'Onofrio e Carmine Maringola nei panni delle due sorelle e del sovrano anche se nella foto della presentazione - di MLAntonelli - Agf - vedo due uomini con cuffie e pantaloncini e canottiera bianche, quasi in lite fisica fra loro. Ed altri bellissimi costumi.
 


Ma, tornando allo spettacolo in generale, ho visto un castello in miniatura che rappresenta il sogno. Eco di La tempesta e di Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare o di quale altra sua opera? Appunto una fiaba educativa a quanto pare ("Donne, non siate vanitose e, uomini, non inseguite le apparenze") anche se non ho notato troppo questa finalità educativa.



Sul palco domenica primo dicembre (alle venti e trenta nella Sala Teatro del Lac per una durata di circa un'ora) ho visto tutto questo ed anche altro. Come una enorme bravura ed eccellenza dei due attori nei movimenti scenici. O l'attenzione al corpo "nudo" ed alla corporeità nel teatro di Emma Dante. 
 
 
 
O la musica campana, a volte anche nota. 
 
 
 
 
 
 
se ricordo bene.



Luci di Cristian Zucaro minimali. Assistente di produzione Daniela Gusmano, assistente alla regia Manuel Capraro, coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, produzione del Festival di Spoleto 60 e del Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Atto unico/Compagnia Sud Costa Occidentale. Così scrivevo giorni fa in una precedente versione di questo mio articolo che ho poi rielaborato. Ma occupiamoci di altro.



Nella pagina dedicata allo spettacolo del sito di Emma Dante si può leggere una citazione da «Il conte di Montecristo» di Alexandre Dumas padre con Valentine e Maximilien e il dito mignolo. 
 
 
 
Le assi ed un recinto. 
 
 
 
Qualcosa di lontanamente simile alla porta in legno che sale e scende e si muove spostata dai due attori. 
 
 
 
E tanti ammiccamenti all'amore omosessuale fra due uomini in scena. 
 
 
 
La stessa Dante nel suo sito fa riferimento al sottotitolo ed al soprannome del libro basiliano a cui si è ispirata.  
 
 
 
Lo trattenimiento de peccerille e Pentamerone. La scortecata sarebbe lo trattenimiento decemo de la iornata primma.  
 
 
 
Nessun riferimento nella messa in scena della regista teatrale palermitana al re che butta giù dalla finestra la sorella "fortunata".



Il critico teatrale Renato Palazzi ha fatto riferimento nella sua recensione su Il sole 24 ore al bisturi. Io non ci avevo pensato o ci avevo pensato pochissimo. Sicuramente sì, sicuramente la mente ed il pensiero possono andare alla chirurgia plastica. Palazzi rinvia agli enigmatici giochi di specchi in Le serve di Jean Genet e racconta così bene la trama del cunto da far notare le differenze a chi ha visto lo spettacolo.

Natalia Aspesi in Le vecchierelle di Emma Dante, La Repubblica ed Emma Dante danno risalto, invece, alla stagione dell'amore che viene e va di Franco Battiato. La Dante nell'articolo della Aspesi giudica bei giovanotti gli attori Carmine e Salvatore. Il secondo probabilmente sì, il primo forse no. Almeno vedendo le loro foto pubbliche su Facebook. Beh, sicuramente il secondo è il compagno di vita della Dante e lei ne sarà molto innamorata.

Ma cambiamo ora epoca e mondo teatrale. Ancora Italia. Questa volta del veneziano Carlo Goldoni settecentesco, martedì tre e mercoledì quattro con La bancarotta goldoniana a cui si è ispirato il drammaturgo Vitaliano Trevisan per il suo testo dallo stesso titolo. 

Il protagonista è Natalino Balasso. Parole che contestualizzano lo spettacolo sono: la commedia dell'arte, le maschere ed il recitare a soggetto, una commedia noir.

La regia è di Serena Sinigaglia; gli altri attori sono Fulvio Falzarano, Massimo Verdastro, Denis Fasolo, Raffaele Musella, Giuseppe Aceto, Celeste Gugliandolo. Attrici Marta Dalla Via e Carla Manzon.

Scene e costumi di Maria Paola di Francesco; luci e suoni di Roberta Faiolo; assistente alla regia Chiara Stoppa; produzione del Teatro Stabile di Bolzano.

Durata della rappresentazione nella Sala Teatro del Lac di un'ora e quaranta mentre mercoledì tre alle diciotto nella Sala Refettorio del Lac il professor Stefano Tomassini riferirà gratuitamente su Carlo Goldoni: un teatro di libertà.
 
 
 
Questa foto è disponibile 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Fra i prossimi spettacoli interessanti, prima del successivo spettacolo "siciliano", si ricordi La sarta con la clown svizzera Gardi Hutter sabato sette dicembre alle venti e trenta alla Sala Teatro del Lac per un'ora e mezza di divertimento più pausa.

L'esibizione sarà seguita da un seminario per clown, curato dall'artista, da venerdì tredici (ore diciotto - ventuno) a sabato quattordici e domenica quindici (dalle dieci e mezza a mezzogiorno e mezza e dalle tredici e trenta alle diciassette e trenta) in Sala 4 del Lac per un costo complessivo di ottanta franchi a persona.

Autore dello spettacolo, oltre alla Hutter (autrice), Michael Vogel, direttore artistico di Familie Flöz e regista di questa rappresentazione. Fra gli altri spettacoli dell'artista Gaia Gaudi.

Scenografia di Urs Moesch e Fausto Milani; musica di Franui; luci di Reinhard Hubert; suono di Dirk Schröder; video di Andreas Dihm; spalla di Ferruccio Cainero. Bella la foto di Stephan Bundi con l'attrice nella brochure del teatro.

 
Poi si continuerà domenica otto dicembre alle venti e trenta alla Sala Teatro del Lac con il concerto di un'ora e quaranta dell'Open Tour 2019 di Fabio Concato.  
 
 
 
Domenica bestiale, Fiore di maggio, Guido piano, Rosalina... 
 
 
 
 
Ensemble con Ornella D'Urbano, (arrangiamenti, piano e tastiere), 
 
 
 
Stefano Casali (basso), 
 
 
 
Larry Tomassini (chitarre) 
 
 
 
e Gabriele Palazzi (batteria). 
 
 
 
Mai visti sul palco così come non ho ancora ascoltato Tutto qua, l'album di Concato. 
 
 
 
Spettacolo del Festival dei laghi lombardi 2019.



Domenica quindici dicembre si cambia, invece, palco e luogo. Al Teatro Foce alle sedici quarantacinque minuti di Kanu con i musicisti griot Dauda Diabate e Kadi Coulibaly del Burkina Faso, con strumenti tipici come kora, gangan, bara e calebasse con Bintou Ouattara. Workshop di danza africana un'ora dopo, alle diciassette, gratuito.

Giovedì diciannove novembre clima, invece, più triste con Il rumore del silenzio di e con Renato Sarti. Che appare molto bene nella foto di presentazione.

Molto natalizio, infine, The Christmas Gospel del South Carolina Mass Choir di Michael Brown. Soul ed R&B
 
 
 
Tributi ad Aretha Franklin
 
 
 
ad Harry Belafonte, 
 
 
 
a Whitney Houston, 
 
 
 
ad Otis Redding. 
 
 
 
Venerdì venti e sabato ventuno dicembre alle venti e trenta alla Sala Teatro del Lac per un'ora e mezza afro-americana. Con Essence Geddings, Javetta Campbell, Rene Massey, Donald Hurston, Angela Perry, Samitria Gilliard, Tia Durant, alla chitarra David Bell, al basso elettrico Elash Rogers, alla batteria Albert Jenkins (anche voce), alle percussioni Richard Wrighten (anche cantante), tastiere di Sean Johnson e collaborazione di My Nina Spettacoli.

 
 
Quindi, da giovedì nove gennaio a  venerdì dieci alle venti e trenta alla Sala Teatro del Lac per due ore più intervallo, Macbeth, le cose nascoste di Angela Demattè e Carmelo Rifici da William Shakespeare con l'attore siciliano Tindaro Granata.

Infine musica di cui vi riferisco sugli audio e podcast di CMMusica su Spreaker. Dal minuto 8.25 all'incirca del mio audio di venerdì venti dicembre vi parlo dell'Oratorio di Natale, BWV 248 di Johann Sebastian Bach.
 
 
 
 
 
Il concerto del Coro della Radiotelevisione svizzera, di I Barocchisti, del direttore Diego Fasolis, della contralto Marie-Claude Chappuis, del basso Klaus Mertens domenica dodici gennaio nella Sala Teatro del Lac (prima parte alle quindici e seconda alle diciassette con rinfresco durante la pausa). 
 
 
 
Il cosiddetto "Early Night Modern", invece, alle 18.30 al Teatrostudio del Lac e non si capisce cosa significhi questa presentazione in una pagina degli stessi organizzatori. Forse musica un po' differente?!

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