Forza,
speranza per la mia vita,
per la vostra,
per le vostre,
un invito al dialogo,
al confronto,
con l'altro o l'altra,
senza posizioni pre-costituite,
senza imposizioni,
un invito ed uno spingere al conoscersi meglio,
al trovare le parole giuste per liberarsi da bugie,
per fare accettare,
per farsi accettare,
al dialogo con la società buona e più buona,
forse persino fregandosene degli altri,
cercando di capire il più possibile il proprio mondo,
il soprannaturale che potrebbe ingannarci,
a cui non siamo ancora abituati,
un invito al cambiare,
all'aprirsi,
al confessare con le parole giuste e corrette, ben soppesate, a poco a poco,
pensando a quel sette di luglio del 1881 quando,
per fortuna,
il Carlo Lorenzini - Collodi faceva pubblicare le prime storie di «Pinocchio».
Lui non se la passava tanto bene e quella fu l'occasione di guadagno importante,
un riscatto nella sua vita,
una scalata.
Ne derivò un libro,
un romanzo,
«Le avventure di Pinocchio»,
che cominciava con le prime parole,
con l'incipit,
di questo Capitolo I:
I.
Come andò che Maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino.
— C’era una volta....
— Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori.
— No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.
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Quindi anche «Pinocchio»
comincia con il c'era una volta delle fiabe,
ma rivolgendosi subito ai piccoli lettori,
che sanno leggere,
non ai grandi,
coinvolgendoli.
Quindi un tentativo di ingraziarsi i suoi destinatari per le vendite,
il suo pubblico,
i suoi lettori,
per fare soldi scrivendo bene,
magari persino volendogli bene senza essere falsi,
senza comportarsi con «bugie»,
«sentendo» ed ascoltando il proprio pubblico,
magari persino lasciandosi e facendosi guidare.
Scrivendo di un umile pezzo di legno,
non di un ricco e nobile re.
E buona visione del film «Pinocchio»
diretto e girato dal regista cinematografico Luigi Comencini e con Franco e Ciccio nei ruoli cinematografici del gatto e della volpe.
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