La tragedia «Prometeo incatenato»
di Eschilo aveva una scena teatrale tra cielo e mare,
scena irraggiungibile dagli umani.
I primi personaggi ad entrare sono Potere e Forza,
che conducono Prometeo.
Quindi entra Efesto,
con le catene ed il maglio.
Il maglio sarebbe un martello di grandi dimensioni.
Le prime parole sono di Potere:
Ecco l'estrema plaga della terra,
la Scizia solitaria, inaccessibile.
La Scizia era il territorio degli Sciti.
Questa tragedia greca antica era stata interpretata anche da Leo Muscato nella traduzione di Roberto Vecchioni.
E poi un'altra tragedia teatrale,
la «Medea»
di Euripide secondo Federico Tiezzi con traduzione di Massimo Fusillo.
E la commedia teatrale «La pace»
di Aristofane per la regia teatrale di Daniele Salvo.
Erano queste le rappresentazioni classiche del 2023 al Teatro greco di Siracusa.
Non ero andato,
speravo di andare,
ma non era stato così.
Altro sulle catene,
invece,
nelle prossime righe.
Mi auguro, infatti, che la scelta anni fa di pentirsi, abbia portato inquieta serenità e tranquillità al Giovanni Brusca rinnovato,
con l'accento posto sulla serenità e tranquillità.
Vorrei che gli succeda ed accada un percorso di redenzione senza traumi,
con una forza fragile che è forte nella legge.
Faccia ancora i conti con il sé stesso migliore e più fiducioso facendo moltissima attenzione e proteggendo moltissimo.
Spero che i familiari delle vittime abbiano accettato o accetteranno le sue scuse e la sua richiesta di perdono,
se ci riusciranno,
se riusciranno ad averne il coraggio.
Chissà se lui,
sua moglie,
suo figlio,
abbiano piante e fiori a casa.
Che il dolore ed il dispiacere diventino speranza per un futuro differente da vivere bene e benissimo profondamente.
Se possibile,
se non è troppo rischioso,
dando più di un minimo di spiegazione ai tanti che cercano verità e giustizia.
Cerchi di dimenticare il disprezzo che ferisce.
Faccia scelte morali ed umanamente buone e buonissime ed insegni a suo figlio questo.
Lo faccia studiare nella bontà,
lo aiuti nelle scelte della vita.
Continui a liberarsi della catena di morte,
della fabbrica di morte,
dell'agonia continua.
Grazie ad Ecosia,
a Live University di Catania,
a Blog Sicilia, Hermes Sicily, Teatro.it e Carteggi letterari;
ad Angelo Ruoppolo sulla pagina «Cronaca»
della tv agrigentina Teleacras.
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