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sabato 9 settembre 2023

Polibio ed un'ode di Pindaro, Cavallari, il centro della mia città, Schubring, Montaperto e Monserrato, il tempio di Atena ed un'enciclopedia di Strafforello per l'Utet

Scriveva l'archeologo Francesco Saverio Cavallari in «Sulla topografia di talune città greche di Sicilia e dei loro monumenti» 

 

 

 

(Palermo, 

 

 

 

del 1879) 

 

 

 

sulla via Atenea

 

 

 

del mio centro di Agrigento

 

 

 

e su Porta di Ponte secondo Polibio:

 

 

 

«La strada principale della città ha il suo unico ingresso, come dice Polibio, all’oriente nel sito ove esisteva la Porta di ponte».

 

 

 

E scrive anche sulla chiesa di San Giuseppe,

 

 

 

sulla piazzetta del Purgatorio, 

 

 

 

sulla piazzetta Purgatorio,

 

 

 

sugli ipogei di piazzetta del Purgatorio, 

 

 

 

sull'ipogeo del Purgatorio,

 

 

 

su Julius Schubring - Johannes Julius Schubring,



autore di «Topografia storica di Agrigento».

    

 

 

E, forse, non ho capito dove siano il Monastero maggiore, 

 

 

 

sicuramente non ho compreso dove siano il Piano di Lena e la Pleberia.

 

 

 

So, invece, dov'è la chiesetta di Santa Maria dei Greci,

 

 

 

la chiesa di Santa Maria dei Greci,

 

 

 

«fabbricata nel Medioevo sugli avanzi di un bel tempio greco del V secolo a C., del quale esistono le colonne laterali sepolte nei muri della chiesetta e parte dell’antica gradinata settentrionale in perfetto stato di conservazione, scoperta da noi in uno scavo fatto sotto una stradella dell’attuale città.»

 

 

 

Gradinata scoperta dall'archeologo Francesco Saverio Cavallari.  

 

 

 

Dunque sul Medioevo di Agrigento.

 

 

 

E sembra essersi sbagliato Schubring sul tempio di Atena dato che sarebbe 

 

 

 

il fu tempio di Giunone:

 

 

 

«Lo Schubring con buone ragioni suppone che il tempio sepolto nelle mura di quella chiesetta [di Santa Maria dei Greci] possa essere dedicato ad Atena.»

 

 

 

Citata anche la Cattedrale di Agrigento




«Circa a questo tempio da tutti creduto di Giove Polieo il Dr. Giulio Schubring fa osservare che il Santuario dedicato a tale divinità principale dovrebbe essere collocato sulla più alta cima dell’Acropoli, nel sito stesso ove attualmente sorge la Cattedrale e non già nel sito occupato dalla chiesetta di Santa Maria dei Greci.»

 

 

 

E credo di aver capito dove sia il piano di S. Domenico, 

 

 

 

forse con il Teatro Pirandello,

 

 

 

la cosiddetta «Casa comunale»

   

 

 

di Agrigento,

 

 

 

chissà se il Municipio di Agrigento,

 

 

 

«ed un piccolo Museo archeologico».

  

 

 

Citata anche la basilica e chiesa con-cattedrale di San Domenico di piazza Pirandello e via Orfane




E, forse, la chiesa di San Giorgio




accanto all'Ospedale degli Oblati,

 

 

 

forse l’ex Istituto Gioeni/Salesiani:




«all’angolo della chiesa di San Domenico una strada tortuosa con molti edifizî del medio-evo, girando in varie direzioni conduce allo Spedale degli Oblati, ove si nota una bella porta a sesto acuto della fine del 1300 appartenente ad una chiesetta in rovina ed abbandonata.

La chiesetta, l’Ospedale degli Oblati ed una vasta terrazza formano l’altipiano delle alture occidentali della città, presso la quale terrazza sovrasta la sommità ove restano il Seminario, la Cattedrale e il palazzo vescovile.»

 

 

 

Sì, è proprio quella terrazza che avevo visto,

 

 

 

ma non sono ancora tiuscito ad individuare la vallata del Cannatello, 




e non credo di avere mai visto l'Hypsas,

 

 

 

il torrente Drago,

 

 

 

mentre sono stato numerosissime volte sulla collina di Montaperto,

 

 

 

dovrei avere visto l'Acropoli di Agrigento,

 

 

 

e non credo di essere stato alla Necropoli,

 

 

 

ma conosco Monserrato:




«Tanto dalla citata terrazza degli Oblati, quanto dal Seminario vescovile si osservano le profonde vallate del Cannatello e di Pleberia ed una gran parte dell’avvallamento, ove scorre l’Hypsas, detto il torrente Drago, che, dopo di aver bagnato le coste della collina di Monteaperto, gira la parte occidentale dell’Acropoli, traversa la Necropoli e le falde della collina di Monserrato del lato orientale.»

 

 

 

E conosco il Rabato,

 

 

 

già con il nome di Rabatto,

 

 

 

il quartiere degli Ebrei: 




«Da San Domenico sino al confine occidentale di Girgenti la via principale, seguendo la stessa direzione, traversa una parte in cui si osservano taluni avanzi di mura addossate alla rupe occidentale:

queste mura sembrano del medioevo quando il quartiere degli Ebrei venne diviso dalla città; tale quartiere chiamasi ora la contrada del Rabatto che costituisce la parte più bassa occidentale della città moderna.»

 

 

 

E volete visitare con il mio blog CMTempoLibero la via Atenea, Porta di ponte, 

 

 

 

la chiesetta di san Giuseppe, 

 

 

 

la piazzetta del Purgatorio, 

 

 

 

la chiesa di Santa Maria dei Greci, 

 

 

 

il tempio di Atena (il fu tempio di Giunone), 

 

 

 

la cattedrale di Agrigento, 

 

 

 

il Teatro Pirandello, 

 

 

 

le chiese di san Domenico e san Giorgio, Montaperto ed il Rabato e vedere dall'esterno l'ipogeo del Purgatorio?

 

 

 

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- come Medioevo.

 

 

 

Ed ho visto alcune pagine dell'enciclopedia «La patria»,

 

 

 

con sottotitolo «Geografia dell'Italia»,

 

 

 

del 1893, 

 

 

 

di Gustavo Strafforello,

 

 

 

dell'Utet (l'Unione tipografico-editrice torinese),

 

 

 

anche su Girgenti,

 

 

 

l'Hypsas,

 

 

 

il torrente Drago,

 

 

 

ma anche Polibio e l'«Ode XII» 

 
 
 
delle «Pitie»
 
 
 

del poeta Pindaro.

 

 

 

Grazie al sito di storia agrigentina «Agrigento ieri e oggi»

 
 
 
di Elio Di Bella - anche sul gruppo «Memorie storiche agrigentine» su Facebook.

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