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mercoledì 30 aprile 2025

Caravaggio e «Punta Bianca» di Ludovico Einaudi

Ecco due miei testi su «Punta Bianca» di Ludovico Einaudi.



Il primo, 



che in realtà è il secondo in ordine di tempo, 



essendo più recente:



Ce ne sarebbero di iniziative da intraprendere per Agrigento capitale italiana della cultura 2025....



Sarebbe stupendo se Ludovico Einaudi suonasse «Punta Bianca»



a Punta Bianca al pianoforte,



magari con i violini di Mirko e Valerio,



anche senza pubblico,



in gran segreto ed a sorpresa,



magari soltanto con chi va là casualmente a settembre.



Il figlio di Einaudi ha pubblicato il brano «Punta Bianca»



come seconda traccia musicale nel suo ultimo album,



credo sull'estate,



l'unico nome di spiaggia in quel lavoro discografico sul mare,



successivamente con concerti da tutto esaurito di presentazione di questo meraviglioso album a Milano.



Il brano ha già 300 mila visualizzazioni su You Tube,



se ricordo bene,



senza contare Spotify, Deezer ed altro.



Con tutto il rispetto per Giovanni Allevi,



già a teatro ad Agrigento...



Chissà se Ludovico Einaudi sia stato a Punta Bianca anni fa,



quando era stato in concerto alla Valle dei templi ed a parlare al giardino della Kolymbethra.



Ho scoperto questo brano di Einaudi grazie a quel «disgraziatone»



e «monellaccio» scozzese di Nick the Nightfly (che vivrebbe con una palermitana secondo Wikipedia),



che aveva lanciato un'altra traccia musicale stupenda,



la migliore,



di quel disco al suo «Monte Carlo Nights» su Radio Monte Carlo.



Non aveva parlato degli altri brani dell'opera musicale...



Per fortuna ha un inglese avanzatissimo da madrelingua,



difficile anche per chi è bravo con questa lingua,



e non avevo capito più volte il titolo del brano,



ho cercato in rete ed ho trovato un sito internet dove «Punta Bianca»



era in evidenza essendo seconda traccia.



Peraltro, a Punta Bianca era affondata un'imbarcazione,



se ricordo bene britannica e commerciale,



ed è ancora lì, visibile su internet,



sicuramente in un video,



forse anche in altri.



Ho ascoltato tutto l'album,



delizia di delicatezza.



Non sarebbero male una serie di concerti di Ludovico Einaudi a fine estate,



se possibile.



Sperando anche che arrivi quella benedetta opera di Caravaggio per cui c'erano già trattative... 🙄



Speriamo non si siano arenate.

martedì 29 aprile 2025

La nascita di D'Errico in quali numeri civici della via Porcello - ed ufficialmente in un'altra - del mio centro città il 3 luglio 1892? Dove la morte a Roma il 19 aprile del Settantadue?

Dove era nato in via Porcello,



ed ufficialmente in quale numero civico della via Atenea,



del mio centro di Agrigento,



lo scrittore (giallista, 
 
 
 
autore del teatro dell'assurdo) 
 
 
 
e pittore Ezio D'Errico il tre di luglio del 1892?



E dove era morto a Roma il diciannove di aprile del 1972? 



Grazie ad una rielaborazione, 
 
 
 
quasi sicuramente, 
 
 
 
di comunicato stampa, 
 
 
 
sulla pagina «Cultura» 
 
 
 
del sito internet d'informazione AgrigentoOggi, 
 
 
 
alla app Blogger Pro.




Agrigento, Porto Empedocle e Siculiana per «Sicilia capitale europea dell'enogastronomia», di cui non sapevo nulla

Buon lavoro ad Agrigento,



a Porto Empedocle,



a Siculiana,



entrambe in provincia di Agrigento,



per la «Sicilia capitale europea dell'enogastronomia»,



di cui non sapevo assolutamente nulla finora.



Grazie alla app Blogger Pro.

Anfossi eremita con la nostalgia di casa per Castellano Ligure, ma anche gli schiavi, un santuario mariano in Brasile e la congrega di nostra Signora di Lampedusa a Rio de Janeiro

E c'è anche Lipadusa, 
 
 
 
il nome in siciliano di Lampedusa. 



Una chitarra malinconica. 



Giovanni Anfossi eremita a Lampedusa (Ag - provincia di Agrigento)



con la nostalgia di casa per Castellano Ligure,



ma anche gli schiavi,



un santuario della Madonna in Brasile e la congrega di nostra Signora di Lampedusa a Rio de Janeiro.



Grazie alla app Blogger Pro.
 
 
 
Spettacolo al Porto M, 
 
 
 
di via Filippo Turati,  
 
 
 
a Lampedusa.

domenica 27 aprile 2025

Un po' più di grano a Girgenti dopo il venerdì 27 aprile 1787 del «Viaggio in Italia» goethiano?

Finora Johann Wolfgang von Goethe nel suo percorso in Sicilia aveva visto ben pochi dintorni ricchi di grano,



come legge CMGiardinaggio,



«CMGiardinaggio davanti ai libri»,



nel venerdì ventisette di aprile del 1787 goethiano del suo «Viaggio in Italia»,



da Girgenti.



Ed aveva visto la Sicilia fin dal trentuno di marzo di quell'anno,



non poco tempo....



Nel tedesco di Johann Wolfgang von Goethe:



«Ich hatte nämlich auf dem bisherigen Wege in Sizilien wenig kornreiche Gegenden gesehen». 



Ci sarà ancora un poco più di grano ad Agrigento,



nell'erede di Girgenti,



dopo quell'anno del 1787 del «Viaggio in Italia» goethiano,



magari nel 2087,



nel 2187,



nel 2287 ed oltre?

sabato 26 aprile 2025

Le rovine del tempietto di Cerere e Proserpina, poi chiesa di San Biagio, nella mia città, nel ventisei aprile del 1787 del «Viaggio in Italia» goethiano: «Nell'ampia area fra le mura ed il mare» - E cosa si potrà trovare e salvare ancora in questa provincia?

In dem weiten Raume zwischen den Mauern und dem Meere finden sich noch die Reste eines kleinen Tempels, als christliche Kapelle erhalten. 

 

 

 

«Nell'ampia zona fra le mura ed il mare si  trovano ancora i resti di un piccolo tempio, mantenuto come cappella cristiana», 

 

 

 

scriveva lo scrittore tedesco Goethe quel giorno a Girgenti.




Le rovine archeologiche di un tempio pagano, 



del tempietto di Cerere e Proserpina, 



poi, 



dall'epoca normanna, 



dei Normanni, 



una chiesa cattolica, 



la chiesa di San Biagio, 



nella mia città, 



nella Valle dei templi della mia Agrigento, 



nel ventisei di aprile del 1787 del «Viaggio in Italia» goethiano, 



di Johann Wolfgang von Goethe.

venerdì 25 aprile 2025

«Now and Then» dei Beatles: di tanto in tanto...

La canzone «Now and Then» 



dei Beatles: 



di tanto in tanto dobbiamo ricominciare da capo, 



di nuovo? 



Seguitemi sulle reti sociali.

Il ricordo di uno zio mi resterà dell'anno Ottanta, credo fosse quello o quasi

Pensare ad uno zio, 



allo zio Vincenzo di Porto Empedocle (Ag - provincia di Agrigento), 



forse questo è quel che mi resterà dell'anno Ottanta



suppongo fosse quello o quasi.



E buon ascolto di «Cosa resterà degli anni Ottanta» 



cantata da Raf. 



Seguitemi su CMMusica sulle reti sociali.

«Faro di Bell Rock» di Turner, un racconto su Bertuzzo, i dipinti, forse Virginia Woolf, «Ulisse schernisce Polifemo», «Pescatori in mare», «Il Ponte del Diavolo al San Gottardo»

Deve tenere in considerazione il dipinto «Bell Rock Lighthouse»,



«Faro di Bell Rock»,



su questo faro scozzese al largo in mare,



del pittore J. M. W. Turner,



del pittore romantico William Turner,



di Joseph Mallord William Turner,



anche alla base ed a fondamento del l'impressionismo,



di barche a vela abbastanza grandi sul mare molto in tempesta,



realisticamente resistenti,



dei suoi «Pescatori in mare»,



del 1796,



esposto alla Tate Gallery di Londra,



«Il Ponte del diavolo al San Gottardo»,



realizzato nel 1803 - 1804,



del dipinto ad olio su tela «Ulisse schernisce Polifemo»,



del 1829,



conservato alla National Gallery di Londra,



chissà se anche del romanzo «Al faro»,



del 1927,



della scrittrice britannica Virginia Woolf,



un eventuale racconto su un faro,



questa volta su un promontorio,



su Bertuzzo,



un operaio installatore e riparatore di stufe a pellet.

giovedì 24 aprile 2025

Il Venticinque aprile di Alfredo Capitano, del «signor Herr mister X» di Bagheria, di ebrei, a Berlino, ma anche Santo Stefano di Quisquina, Agrigento, la Grecia, Tornatore, la carta d'identità, «Gli occhiali d'oro», Giulino di Mezzegra di Tremezzina, Piovani, «Schlinder's List», «La vita è bella», «Titanic», «Indovina chi viene a merenda?», «Rapito» di Bellocchi

Ammesso e concesso che sia così,



che la celebrazione del Venticinque aprile,



della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo,



sia stata «l'anniversario della fine della guerra civile»,



egregio ministro Nello Musumeci dopo le Sue parole riportate sul Corriere della sera,



allora sarebbe l'anniversario in Italia 🇮🇹 della fine della guerra civile europea e mondiale,



in cui la parte nazifascista era stata davvero incivile?



Liberazione dal nazifascismo, appunto,



e lotta degli americani contro i giapponesi.



Io conosco soprattutto la guerra civile negli Stati uniti,



fra il Sud agricolo ed il Nord industriale degli Usa,



anche sullo schiavismo.



Domani,



il venticinque aprile del 2025,



si ricordano anche gli ottant'anni dalla morte di un partigiano agrigentino,



di Alfredo Capitano,



che è stato ammazzato in un campo di sterminio di Berlino,



in una zona oggi diventata l'aeroporto di Tempelhof,



in questa «guerra civile» (o con una parte molto incivile) europea e mondiale.



Dopo un evento gastronomico in via Alfredo Capitano,



accanto alla Valle dei templi di Agrigento,



mi ero incuriosito,



avevo cercato in rete e trovato un articolo di uno storico e giornalista agrigentino,



ho contattato storici agrigentini e chi dirige l'Anpi della provincia di Agrigento,



l'associazione nazionale italiana dei partigiani, in questo caso agrigentini.



Sui media c'è poco su Alfredo Capitano o difficilmente reperibile.



Alla fine mi hanno rinviato al suo parente Aldo Capitano,



che mi ha raccontato la storia di Alfredo in parte con documenti scritti,



ma soprattutto a voce.



E riferisco quanto mi ha raccontato.


La vita di Alfredo Capitano partiva da Santo Stefano di Quisquina,



la città di Santa Rosalia,



della Santuzza di Palermo;



poi la vita di Alfredo ad Agrigento.



Catturato veniva trasferito e spostato in treno prima in Grecia e poi in Germania 🇩🇪.



Qui arriverebbe la prima possibilità per Alfredo Capitano di salvarsi grazie ad un suo parente avvocato,



secondo Aldo Capitano grazie alla presunta illegalità tedesca facile alla corruzione di quel tempo ed alla presenza di un avvocato esperto in Legge.



Non ci si riesce.



Arrivano le prime ore notturne del 25 aprile in quel campo di sterminio berlinese ed i detenuti e reclusi,



sapendo che l'Italia viveva la Liberazione dal nazifascismo,



decidono di scappare e fuggire.



Poco prima dell'alba si sarebbero aperti un varco nel filo spinato.



Aldo Capitano mi aveva raccontato giorni fa che Alfredo Capitano era molto generoso ed aveva fatto passare e scappare prima di lui ebrei ed un siciliano di Bagheria (Pa - provincia di Palermo)



- che, poi, alla fine si è salvato.



Nel frattempo si creava un po' di rumore,



quasi all'alba,



ed Alfredo Capitano,



non ricordo se scappando o da fermo,



veniva catturato dai nazisti.



Chissà se scappando oppure con difficoltà al filo spinato perché perdeva la carta d'identità e gli occhiali o li affidava e consegnava al bagherese



- che, poi, li consegnerà alla famiglia Capitano.



Alfredo Capitano è stato ucciso con arma da fuoco in quell'alba del 25 aprile 1945 dai nazisti in quella e questa «guerra europea e mondiale con una parte davvero incivile»



nonché Liberazione dal nazifascismo e dal loro alleato giapponese nel mondo.



Non so nulla del bagherese,



chi sia,



se abbia parenti,



se anche la sua storia sia stata dimenticata o sia poco nota;



non so nulla degli ebrei fuggiti,



chi siano,



se qualcuno abbia avuto uno o due o tre o dieci o venti anni quel venticinque di aprile del 1945,



se sia ancora vivo ed ottantunenne ed over ottanta,



se novantenne o centenario.



Aldo Capitano mi ha raccontato anche,



con particolari,



i cinque anni immediatamente successivi al 1945 per la famiglia Capitano e chissà cosa ne penserebbe la mamma di Alfredo Capitano dei fogli ambiguissimi,



in bilico nell'uso delle parole,



che avevo visto pochissimi anni fa quando insegnavo sul lago di Como,



quando ero stato accanto a quel cancello dove, forse, sarebbe stato ucciso Benito Mussolini,



se ricordo bene a Mezzegra.



Sì,



nella frazione di Giulino a Mezzegra,



nel Comune di Tremezzina (Co - provincia di Como),



a Giulino di Mezzegra di Tremezzina.



Secondo me questa storia,



se «approfondita»



ed integrata con documenti storici scritti ed ulteriori numerose testimonianze,



se approfondita sulle vite del bagherese e degli ebrei fuggiti verso la vita libera,



potrebbe essere proposta al regista bagherese, siciliano, italiano, europeo e di fama mondiale Giuseppe Tornatore per un film,



decenni dopo l'uscita di «Baarìa»



nelle sale cinematografiche,



nel 2009.



Se vuole,



il soggetto cinematografico glielo scrivo io,



la ricerca a Bagheria da «commissario Montalbano» (che aveva già «indagato»



sulla Seconda guerra mondiale),



se necessaria,



gliela faccio io,



magari anche con la sua collaborazione.



Forse l'eventuale film potrebbe essere intitolato «L'alba del vecchio mondo»



o «L'alba fra vecchio e nuovo mondo»



oppure, 
 
 
 
sono meno convinto, 
 
 
 
«Alfredo, [nome del bagherese] e gli altri [numero degli scappati verso la vita]»,



o in altro modo,



chissà come,



raccontare una storia poco nota,



come il film «Rapito»



di Marco Bellocchio.



Chissà se Giuseppe Tornatore riuscisse a convincere la famiglia Capitano a rendere pubblica e molto più nota la storia o a fare diminuire i fogli ambigui accanto a quel cancello.



A me questa storia fa già pensare ad una colonna sonora di Nicola Piovani,



ad un'eventuale co-produzione italo - tedesca - greca,



ad una partecipazione in gara per l'Orso d'oro a Berlino,



eventualmente a qualche altra rassegna cinematografica,



chissà se,



magari,



ad una scelta e designazione per il Premio Oscar,



con quel geniaccione di Tornatore.



A me quella storia fa pensare a tantissimo cinema con valide sceneggiature - da «Schlinder's List - La lista di Schlinder»



di Steven Spielberg,



dal romanzo storico - biografico «La lista di Schindler»



di Thomas Keneally,



con sceneggiatura cinematografica non originale di Steven Zaillian,



su Oskar Schindler,



con colonna sonora magnifica di John Williams,



già visto nel docufilm «Ennio»



di Tornatore,



a «La vita è bella»



di Roberto Benigni (se ricordo bene,



proprio con colonna sonora di Nicola Piovani,



sì,



è proprio così),



con soggetto e sceneggiatura cinematografica di Vincenzo Cerami e Roberto Benigni,



al film con Philippe Noiret,



che era stato il famosissimo protagonista cinematografico Alfredo di «Nuovo cinema Paradiso»



di Tornatore,



e gli occhiali,



se non sbaglio «Gli occhiali d'oro»,



certamente sì,



davvero quel film di Giuliano Montaldo sulla Ferrara del regime fascista,



dal romanzo «Gli occhiali d'oro»



di Giorgio Bassani,



con sceneggiatura di Nicola Badalucco,



di Antonella Grassi,



del regista cinematografico,



con colonna sonora di Ennio Morricone,



con un Noiret che diventa il dottor Athos Fadigati, medico ed omosessuale;



a quel fischietto fortemente cercato,



forsennato e pazzo «inno alla vita»,



di una Rose sulla sorta di zattera in legno,



con il cadavere di Jack accanto,



mentre la nave da crociera era già affondata o quasi,



nel film d'azione «Titanic»,



del 1997,



di James Cameron,



autore anche del soggetto e della sceneggiatura,



con colonna sonora di James Horner,



anche autore insieme a Will Jennings della canzone «My Heart Will Go On»,



affidata alla cantante Céline Dion



(magari in contrapposizione ai probabili fischietti nazisti di questa storia di Alfredo Capitano e del bagherese e degli altri fuggitivi);



persino alla commedia cinematografica di guerra «Indovina chi viene a merenda?»,



con Franco e Ciccio,



con soggetto e sceneggiatura originale di Marcello Ciorciolini,



di Amedeo Sollazzo,



con colonna sonora del maestro Roberto Pregadio,



con una fuga ed evasione da un campo nazista in Germania.



Mi fa pensare questa storia di Alfredo Capitano alla Santo Stefano di Quisquina di santa Rosalia,



alla Agrigento dalla storia plurimillenaria,



alla Grecia ed alla Germania ed a Berlino con la loro storia;



al motivo della carta di identità e del doppio («Il fu Mattia Pascal»



di Luigi Pirandello,



vissuto anche in Germania,



mentre Benito Mussolini si affermava,



il motivo del doppio nella letteratura occidentale,



nella cultura occidentale,



nel cinema occidentale).



Ed in quell'articolo del giornalista e storico Salvatore «Totò» Fucà sul settimanale agrigentino ecclesiastico «L'amico del popolo» in rete c'erano altri nomi di partigiani della provincia di Agrigento,



con le loro storie praticamente perlopiù sconosciute.



Chissà se ci siano numerose storie ancora da raccontare ad ottanta anni da quel 25 aprile del 1945,



magari per più di ottant'anni ancora in avvenire,



prima che si dimentichino.



Chissà se Nello Musumeci farà «guerre» davvero buone



perché queste storie di Liberazione dell'Europa dal nazifascismo e del Giappone dalla Seconda guerra mondiale si raccontino,



al cinema,



nei libri,



con poesie e nei romanzi,



nei saggi storici,



in musica,



a teatro,



nell'arte pittorica e nei murales,



eccetera.



Ah,



non c'è nessun film sulla guerra civile statunitense a cui ho pensato,



neanche «Via col vento»



del «Domani è un altro giorno»



della Rossella O'Hara di Vivien Leigh,



dopo il «Francamente me ne infischio»



del Rhett Butler di Clark Gable,



con la Mami di Hattie McDaniel,



dal romanzo «Via col vento»



di Margaret Mitchell,



con sceneggiatura di Sidney Howard,



con colonna sonora di Max Steiner,



con produttore cinematografico David O. Selznick,



da una famiglia di religione ebraica.
 
 
 
Chi aveva proposto l'intitolazione della via ad Alfredo Capitano avrebbe voluto una via molto più lunga, 
 
 
 
ma Aldo Capitano la avrebbe voluta più corta, 
 
 
 
come sembra sia stato.
 

domenica 20 aprile 2025

mercoledì 16 aprile 2025

La nascita di Chaplin il sedici di aprile del 1889 - Fino a «Charlot all'hotel» passando per una corsa d'auto per bimbi negli Usa, indietro ad un imbroglione con baci 💋 a tutto il braccio - L'anello di Pelù in «Gioconda» dei Litfiba


In «Charlot giornalista»






l'imbroglione,






interpretato da Charlie Chaplin, 





persuade una ragazza a sposarlo dandole il suo anello, 

 

 

 

mettendoglielo al dito, 

 

 

 

baciandole non soltanto la mano, 

 

 

 

ma tutto il braccio, 

 

 

 

coperto.




Magari fosse così facile, commento io...

 



«L'anello no, non te lo do» 

 

 

 

cantava Piero Pelù nella canzone «Gioconda» 

 

 

 

dei Litfiba...

 

 

 

In « Charlot ingombrante», 

 

 

 

con musiche di Eric Beheim,

 

 

 

lo stesso Charlot disturba durante una corsa di auto per bambini a Venice, 

 

 

 

in California. 




Il cortometraggio muto in bianco e nero «Charlot all'hotel», 

 

 

 

del 1914, 

 

 

 

invece, 

 

 

 

è il primo in cui in produzione debutta Charlot, 

 

 

 

mentre compare al grande pubblico, 

 

 

 

agli spettatori cinematografici, 

 

 

 

per la prima volta in «Charlot ingombrante».

#Audio Il sedici di aprile fra il 1787 del «Viaggio in Italia» di Goethe a Palermo con l'Odissea» e la «Nausicaa», del 1844 della nascita di Anatole France e del 1859 del decesso di Alexis de Tocqueville - Werther, Tom Jones, la democrazia in America

Sto pubblicando il mio audio e nuovo episodio,



il quarantunesimo,




l'episodio quarantuno,



sul mio podcast CMLibri su Hubhopper,



su questo mio audioblog,



già ho registrato la voce,



sul sedici di aprile:



per Johann Goethe in quel 1787 a Palermo,



nel suo saggio «Viaggio in Italia»,



questa volta con il poema epico dell'«Odissea»,



attribuita ad Omero,



purtroppo stavolta senza la «Nausicaa».




Il Libro I,




il Canto I dell'«Odissea»




in greco antico:




Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλὰ
πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν:
πολλῶν δ’ ἀνθρώπων ἴδεν ἄστεα καὶ νόον ἔγνω,
πολλὰ δ’ ὅ γ’ ἐν πόντῳ πάθεν ἄλγεα ὃν κατὰ θυμόν,
ἀρνύμενος ἥν τε ψυχὴν καὶ νόστον ἑταίρων. 


 

 

Prime parole e righe tradotte da Anton Maria Salvini nel 1742:

 

 

 

L’Uomo narrami, o Musa, astuto e scaltro,
   Di varj modi, e di maniere adorno,
   Che molto assai pel mondo andò vagando
   Da ch’espugnò ’l castel sacro di Troja.

 

 

 

Da Ippolito Pindemonte, 

 

 

 

nel 1822:

 

 

 

Musa, quell’uom di moltiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
Gittate d’Iliòn le sacre torri;
Che città vide molte, e delle genti
L’indol conobbe; che sovr’esso il mare
Molti dentro del cor sofferse affanni,
Mentre a guardar la cara vita intende,
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno
Ricondur desiava i suoi compagni,
Che delle colpe lor tutti periro. 




Da Ettore Romagnoli, 

 

 

 

nel 1926:

 

 

 

Narrami l’uomo d’ingegno molteplice, o Musa, che tanto
errò, poi che distrusse la rocca di Troia divina,
vide molte città, di molti uomini l’indole seppe,
e assai patí pel mare, cercando com’egli e i compagni
salva potesser la vita serbare, e tornare alla patria.

 

 

 

L'«Odissea»



mi fa pensare ad una tesi di laurea,



di un laureato ed ex studente universitario al carcere di Rebibbia, Nuovo complesso,




a Roma,



il nome di questo dottore universitario e  laureato a fine testo qui.




Ma il sedici aprile era anche quel sedici di aprile del 1844,




quando nasceva Anatole France,
 
 
 
il premio Nobel per la letteratura del 1921,



il quale nel 1863 scriveva del personaggio letterario del Werther goethiano,




ma anche di un personaggio letterario anglofono,



di Tom Jones,


nel saggio di critica letteraria «Werther et Tom Jones, traduits par M. le comte de La Bédoyère», 

 

 

 

«Werther e Tom Jones, tradotti dal sig. conte de La Bédoyère»:





M. le comte de la Bédoyère, qui prenait tant de plaisir à s’entourer des livres des autres, n’a pas laissé d’en composer lui-même, et il n’a pas moins bien servi les lettres par ce qu’il a produit que par ce qu’il a conservé. 

 

 


Infine,



il sedici di aprile del 1859,



moriva a Cannes, 

 

 

 

in Francia, Alexis de Tocqueville,



che ha scritto anche fra il 1835 ed il 1840 «De la démocratie en Amérique»,  

 

 

 

«Della democrazia in America»,




negli Usa 🇺🇸,



negli Stati uniti, 

 

 

 

con queste prime parole dell'«Introduzione»:



Parmi les objets nouveaux qui, pendant mon séjour aux États-Unis, ont attiré mon attention, aucun n’a plus vivement frappé mes regards que l’égalité des conditions. 




Grazie al Portale Premi Nobel,



al Portale Letteratura,


dell'enciclopedia Wikipedia in italiano; 

 

 

 

alla biblioteca in rete «WikiSource» 

 

 

 

in francese.




Ed il nome del laureato è Giuseppe Gambacorta,



di Porto Empedocle (Ag - provincia di Agrigento).

«Alan, bimbo mio» di Cesare Vitali: la Vienna del 1928, le Milano e Pavia del fascismo

Mi incuriosisce il romanzo storico «Alan, bimbo mio» 



(Primiceri Editore)



di Cesare Vitali, 



con la Vienna del 1928, 



la Milano e la Pavia del regime fascista, 
 
 
 
una famiglia ebrea, 
 
 
 
le leggi razziali, 
 
 
 
il febbraio del 1943.

martedì 15 aprile 2025

«Il tango» di Borges, «Blanca e le niñas viejas» di Patrizia Rinaldi, questo ballo, anche e soprattutto argentino

Quali le parole dello scrittore argentino Jorge Luis Borges sul ballo del tango riportate nel romanzo giallo «Blanca e le niñas viejas»,



del 2022,



della scrittrice napoletana Patrizia Rinaldi
 
 
 
con protagonista principale femminile Blanca Occhiuzzi?



In questo romanzo giallo italiano ci sarebbe una scuola di tango argentino.



E buona lettura del saggio «Il tango»



di Jorge Luis Borges,



a cura di Martín Hadas,



mentre l'edizione italiana è a cura di Tommaso Scarano,



libro pubblicato nella «Collana Piccola biblioteca»,
 
 
 
della casa editrice italiana Adelphi,



nel 2019,


delle parole borgesiane di queste sue quattro conferenze.






Auguro un ottimo lavoro con i progetti letterari in un istituto penale a Patrizia Rinaldi,



anche dopo avere vinto un Premio Andersen Miglior scrittore,



un premio di letteratura per ragazzi,




che ha il nome dello scrittore di favole e fiabe Hans Christian Andersen.






Nella serie letteraria su questo personaggio femminile creato da Patrizia Rinaldi
 
 
 
è compreso 
 
 
 
anche il romanzo «Blanca», 
 
 
 
del 2009, 
 
 
 
pubblicato nella collana editoriale «Gialloteca» 
 
 
 
di Dario Flaccovio Editore.



Grazie alla giornalista Erika Pucci,



che ha scritto per Versilia Today,



chissà se scriva ancora per loro;



al sito della casa editrice «Edizioni e/o»,



al «Portale Giallo»,



al «Portale Letteratura»,



dell'enciclopedia in rete Wikipedia in italiano.
 
 
 
Non credo di avere mai visto la serie tv «Blanca»



di Rai 1.



Non ricordo di avere mai visto questa serie televisiva,



vedo pochissimo le reti televisive nazionali italiane.

Dopo il romanzo giallo «L'intruso» Salvo Toscano ha continuato la serie dei fratelli Corsaro con «La lama dell'assassino» e «L'ultimo presagio», mentre, prima, «Delitto di Natale a Palermo»

Dopo il giallo e noir «L'intruso»,






del 2022,






lo scrittore Salvo Toscano ha continuato la serie letteraria dei fratelli Roberto e Fabrizio Corsaro con i romanzi gialli «La lama dell'assassino», 
 
 
 
del 2023, 
 
 
 
e «L'ultimo presagio», 
 
 
 
del 2024.
 
 
 
Prima, 
 
 
 
invece, 
 
 
 
un racconto giallo e noir,  
 
 
 
«Delitto di Natale a Palermo»,
 
 
 
del 2021.

lunedì 14 aprile 2025

L'edicola sacra della via Empedocle nella mia città? Salviamola finalmente anche se forse «con meno urgenza» di numerosi altri beni a rischio? Una rete di «salvezza molto pratica e rispettosa delle leggi» per il passato storico «concreto» a rischio crolli o già in parte crollato?

Speriamo che si recuperi l'edicola sacra di via Empedocle,






lì nel centro storico di Agrigento,






nel centro storico della mia Agrigento.






Salviamola finalmente anche se sembra avere una situazione «meno urgente»






di numerosi altri beni a rischio.






Una rete di «salvezza molto pratica e rispettosa delle leggi»






per il passato storico «concreto»,






i monumenti,






a rischio crolli o già in parte crollato/crollati?






Lì sarà necessario un discorso avviato monumento per monumento, bene architettonico per bene architettonico. 
 
 
 
Per non cercare di lamentarsi successivamente.

giovedì 10 aprile 2025

«Human Nature» di Michael Jackson secondo Miles Davis alla radio 📻, ma in tv 📺, con una musica suadente e «vellutata»

La canzone «Human Nature», 



del cantante Michael Jackson, 



ma qui in versione strumentale, 



secondo il jazzista Miles Davis alla radio 📻, 



ma in televisione 📺, 



per CMJazzIt, 



per CMMusica, 



a Monte Carlo Nights, 



con Nick The Nightfly, 



su Radio Monte Carlo, 



su Rmc, 



con una musica suadente e «vellutata».

La fine il nove di aprile del 1865 della Guerra civile di secessione americana numerosi anni dopo «La capanna dello zio Tom» di Harriet Beecher Stowe, ma prima delle avventure di Tom Sawyer ed Huckleberry Finn di Mark Twain, con Jim


La fine il nove di aprile del 1865 della Guerra civile di secessione americana numerosi anni dopo il romanzo «La capanna dello zio Tom», 



del 1851 - 1852,



di Harriet Beecher Stowe, 
 
 
 
con questo incipit letterario, 
 
 
 
queste prime parole, 
 
 
 
che seguono il titolo - spiegazione del capitolo I,
 
 
 «Si introduce il lettore a far conoscenza con un uomo di cuore.»:

 
 
Nella città di P...., nel Kentucky, al tramontare di una fredda giornata di febbraio, due gentlemen protraevan l’ora col bicchiere alla mano in una sala da pranzo splendidamente arredata; allontanato ogni servo, seduti l’un presso l’altro, parea discutessero con gran calore un qualche affare importante. 



In inglese:
 
 
 
In Which the Reader Is Introduced to a Man of Humanity

Late in the afternoon of a chilly day in February, two gentlemen were sitting alone over their wine, in a well-furnished dining parlor, in the town of P——, in Kentucky. 



La traduzione è un po' libera, 
 
 
 
non mia. 
 
 
 
Intanto sappiate 
 
 
 
che chilly significa anche gelido, 
 
 
 
oltre che freddo. 
 
 
 
La guerra civile americana prima dei romanzi «Le avventure di Tom Sawyer», 
 
 
 
del  1876, 
 
 
 
e le «Avventure di Huckleberry Finn», 
 
 
 
del 1884, 
 
 
 
entrambi dello scrittore Mark Twain,
 
 
 
con il ragazzino nero e schiavo Jim. 



Una triplice chiamata, 
 
 
 
una chiamata senza risposta tre volte, 
 
 
 
è l'incipit letterario del «Tom Sawyer»:
 
 
 
 “Tom!”

No answer.

“TOM!”

No answer.

“What’s gone with that boy,  I wonder? You TOM!”

No answer.
 
 
 
 
Di «Huckleberry Finn»:
 
 
 
You don’t know about me without you have read a book by the name of The Adventures of Tom Sawyer; but that ain’t no matter. 



Grazie alla biblioteca in rete WikiSource in italiano, 
 
 
 
al Progetto Gutenberg.

Volonté, nato il nove di aprile del 1933, «Il gioco delle parti» di Pirandello nel 1953 ed il giudice Di Francesco in «Porte aperte» di Amelio nel 1990 - Sineri nel ruolo di Peppuccio e, poi, del boss Sinagra della serie tv «Il commissario Montalbano»

L'attore teatrale, 



l'attore cinematografico Gian Maria Volonté, 



nato il nove di aprile del 1933 a Milano, 



aveva recitato, 
 
 
 
appena ventenne o all'incirca di quell'età, 
 
 
 
nell'opera teatrale «Il gioco delle parti» 



di Luigi Pirandello nel 1953, 



secondo Alfredo De Sanctis,



ma anche la parte del giudice Vito Di Francesco nel film «Porte aperte», 



del 1990, 



di Gianni Amelio, 
 
 
 
dal romanzo «Porte aperte» 
 
 
 
di Leonardo Sciascia, 
 
 
 
ispirato dalla storia vera di Salvatore Petrone, 
 
 
 
di Racalmuto (Ag - provincia di Agrigento), 
 
 
 
con, nel film storico, 
 
 
 
l'attore cinematografico Giacomo Piperno, 
 
 
 
nel ruolo cinematografico di un pubblico ministero, 
 
 
 
con Francesco «Ciccino» Sineri, 
 
 
 
nato a Biancavilla (Ct - provincia di Catania) 
 
 
 
il ventiquattro di giugno del 1912, 
 
 
 
morto a Catania il ventisei di dicembre del 2005,
 
 
 
nel ruolo di Peppuccio, 
 
 
 
già nell'episodio cinematografico «La patente», 
 
 
 
dalla novella pirandelliana,
 
 
 
del film «Questa è la vita» 
 
 
 
del 1954, 
 
 
 
già, 
 
 
 
come Franco Sineri, 
 
 
 
nell'episodio televisivo «Sicilia amara» 
 
 
 
della miniserie televisiva «Il mondo di Pirandello», 
 
 
 
del 1968,
 
 
 
dalle «Novelle per un anno»,
 
 
 
poi, 
 
 
 
dal  2001
 
 
 
il boss Sinagra della serie tv «Il commissario Montalbano» 
 
 
 
nell'episodio tv «Par condicio», 
 
 
 
dai racconti «Par condicio» 
 
 
 
in «Un mese con Montalbano» 
 
 
 
e «Catarella risolve un caso» 
 
 
 
in «Gli arancini di Montalbano»,  
 
 
 
ma anche in due altri episodi televisivi, 
 
 
 
nell'episodio «Gli arancini di Montalbano», 



tratto anche dal racconto «Stiamo parlando di miliardi», 
 
 
 
e nell'episodio tratto da un intero romanzo, 
 
 
 
«La gita a Tindari».


 
 
 
«Porte aperte» 



con la colonna sonora cinematografica di Franco Piersanti, 
 
 
 
anche autore della colonna sonora televisiva della serie tv «Il commissario Montalbano» 
 
 
 
nella Vigata letteraria ispirata alla Porto Empedocle, 
 
 
 
nell'Agrigentino, 
 
 
 
di Andrea Camilleri. 
 
 
 
E «Porte aperte», 
 
 
 
infine, 
 
 
 
anche con la sceneggiatura cinematografica non originale di Alessandro Sermoneta.



L'attore cinematografico drammatico Gian Maria Volonté, 
 
 
 
a cinquantasette anni o, 
 
 
 
al massimo, all'incirca con quell'età, 
 
 
 
ha recitato ed interpretato la sua parte anche nelle scene girate nel cortile del Palazzo Alfani, 
 
 
 
in via Guglielmo Marconi 360 e 483,
 
 
 
a Siculiana (Ag - provincia di Agrigento)? 



Grazie alle righe «Celebrità nate in questo giorno» 



del sito internet di informazione agrigentina Scrivo libero, 



all'enciclopedia in rete Wikipedia in italiano,



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