Questo l'incipit letterario nel testo originale del dialogo «Simposio»
di Platone:
Δοκῶ μοι περὶ ὧν πυνθάνεσθε οὐκ ἀμελέτητος εἶναι· καὶ γὰρ ἐτύγχανον πρώην εἰς ἄστυ οἴκοθεν ἀνιὼν Φαληρόθεν· τῶν οὖν γνωρίμων τις ὄπισθεν κατιδών με πόῤῥωθεν ἐκάλεσε, καὶ παίζων ἅμα τῇ κλήσει· Ὦ Φαληρεύς, ἔφη, οὗτος Ἀπολλόδωρος, οὐ περιμένεις; κἀγὼ ἐπιστὰς περιέμεινα· καὶ ὅς· Ἀπολλόδωρε, ἔφη, καὶ μὴν καὶ ἔναγχός σε ἐζήτουν βουλόμενος διαπυθέσθαι τὴν Ἀγάθωνος συνουσίαν [172b] καὶ Σωκράτους καὶ Ἀλκιβιάδου καὶ τῶν ἄλλων τῶν τότε ἐν τῷ συνδείπνῳ παραγενομένων, περὶ τῶν ἐρωτικῶν λόγων τίνες ἦσαν· ἄλλος γάρ τίς μοι διηγεῖτο ἀκηκοὼς Φοίνικος τοῦ Φιλίππου· ἔφη δὲ καὶ σὲ εἰδέναι.
Dovrei rispolverare e ripassare il greco antico che avevo studiato al liceo classico Empedocle di Agrigento.
Sicuramente riconosco il περὶ;
se ricordo bene,
seguito dall'accusativo,
introduce il complemento di argomento.
E ciò
sembrerebbe confermato dalla presenza di quell'ὧν.
Ma non è il «ciò che»?
Δοκῶ μοι ha un verbo che dovrebbe avere dato origine al nome comune «docente»,
mentre μοι è facile,
è il dativo «a me»,
se non ricordo malissimo.
La traduzione delle prime parole dovrebbe essere questa:
A proposito delle cose sulle quali chiedi di essere informato, credo che con una domanda non sia impreparato.
Lo dice Apollodoro in questo dialogo che è una finzione,
in questo dialogo fittivo.
Sappiate anche che,
è un'opera teatrale di Gaspare Balsamo,
«Il simposio di Platone - Cuntu d'amore dei cattivi maestri»,
ve lo consiglio,
in siciliano,
non sembra un cuntu,
ma mi ha permesso
di scoprire la tradizione del cuntista e cuntastorie Peppino Celano,
il maestro di Mimmo Cuticchio.
E non ho mai conosciuto Gaetano Celano,
il nipote di Peppino.
Fra i personaggi del «Simposio»
ci sono Pausania, Socrate, Alcibiade, Agatone.
Si riferisce su Achille e Patroclo.
Nello spettacolo c'erano l'amore celeste di Afrodite Urania e l'amore volgare di Afrodite Pandèmia secondo Pausania.
Poi Erissimaco,
ci sarebbero l'amore omofilo,
la physis,
a quanto pare la natura.
L'autore Gaspare Balsamo ha spiegato il mito dell'androgino in Aristofane facendo riferimento alla disputa siciliana sull'arancino e l'arancina e «CMRicette a teatro»
ha ascoltato.
Socrate ed il «fertile nell'anima».
L'Alcibiade ubriaco è,
invece,
rappresentato da Balsamo ad inizio spettacolo.
Mentre Socrate ed i sileni,
i satiri,
molto dopo.
Socrate sarebbe simile,
secondo Alcibiade,
alle statuette dei sileni che si vedono nelle botteghe degli scultori,
con in mano zampogne e flauti.
Se si aprono, dentro si vedrebbe che ci sarebbe la statua di un dio.
E somiglierebbe al satiro Marsia.
Ed avevo visto il film televisivo «Il banchetto di Platone»
di Marco Ferreri.
Fra i personaggi storici coinvolti in relazioni omosessuali anche il filosofo Empedocle di Akragas con Pausania di Gela,
come scrisse Diogene Laerzio nel suo «Vite e dottrine dei filosofi illustri», VIII 60,
conosciuto anche come «Le vite dei filosofi»,
nell'ottavo libro,
la «Vita di Empedocle»:
Al dire di Aristippo e di Satiro, Pausania era il suo mignone, al quale dedica i suoi scritti sulla natura in questo modo:
Tu, Pausania, m’ascolta, del prudente
Anchito figlio.
Ho scoperto che il mignone è il giovane favorito, prediletto e protetto di un potente,
del potente Empedocle.
Aristippo era stato il filosofo Aristippo di Cirene.
Satiro era stato Satiro di Callati,
chiamato anche Satiro il peripatetico.
Empedocle era stato l'eromenos,
l'amato e ragazzo giovane,
del filosofo Parmenide.
E ci sono Caritone e Melanippo,
che avevano tramato contro il tiranno Falaride,
Caritone era stato salvato da Melanippo che aveva confessato ed entrambi furono «soltanto» esiliati da Falaride.
Grazie alla biblioteca in rete WikiSource,
a Wikipedia,
ai Grandi dizionari,
ai dizionari del giornale e quotidiano in rete La Repubblica.
Ho visto «Il simposio di Platone - Cuntu d'amore dei cattivi maestri»
al Porto M di via Filippo Turati,
a Lampedusa (Ag - provincia di Agrigento).
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