«Campagna agrigentina, oggi» scriveva Luigi Pirandello sul copione.
«'Nfunnu, campagna cu ficudinnia, mènnuli, olivi» nel «Prim' attu» della versione in agrigentino, in siciliano.
E, poi, Pirandello precisava nell'atto primo del «Liolà» in italiano, aggiungendo anche il particolare dei fichidindia,
dei mandorli e di una varietà specifica
di ulivi: «In fondo, campagna con ceppi di fichidindia, mandorli e olivi saraceni».
L'almanacco letterario e teatrale, invece, con Peppino De Filippo,
già nella riduzione della «commedia campestre in tre atti», della commedia teatrale «Liolà»,
adattata da lui,
dalla novella,
dalla novella pirandelliana,
trasposta in lingua napoletana e in scena il ventuno di maggio del 1935 a Milano al Teatro Odeon (esiste ancora e poco tempo fa era il Cinema Teatro Odeon, in via Santa Radegonda in centro vicino al Duomo, ma ora sarebbe diventato soltanto un cinema, per quanto so, e sarebbe stato «spazzato via» il teatro).
Con Eduardo De Filippo (don Emilio che, qui, prenderebbe il posto del don Simone pirandelliano),
ma anche con Peppino De Filippo (Liolà) e Titina De Filippo (Tuzza).
La campagna agrigentina è sostituita dalla costiera amalfitana e purtroppo non sono riuscito finora a trovare il testo dell'adattamento e riduzione di Peppino De Filippo.
E da Milano, da Napoli e dalla costiera amalfitana
volete visitare Agrigento,
la Agrigento pirandelliana, la sua città natale, insieme al mio blog CMTempoLibero?
Vi basta scrivermelo su CMLibri su Twitter (profilo),
su Spotify for Podcasters - già Anchor (link al profilo),
Grazie a Luigi De Filippo su PirandelloWeb,
all'enciclopedia in rete Wikipedia,
ma anche all'almanacco del sito d'informazione Scrivo libero.
Nessun commento:
Posta un commento