l'opera musicale «Empedocle»,
anche con la tammurrinata di San Calò,
di cui scrivo anche nelle prossime righe,
l'elemento empedocleo della Terra,
il jazz,
gli endecasillabi sciolti dello scrittore Nuccio Mula.
Mentre Agrigento aveva ospitato in un mercoledì tre di novembre di poco più di tre anni fa,
nel 2021,
le telecamere Rai di «Linea Verde»,
che avevano fatto vedere,
con la conduzione di Daniela Ferolla,
di Marcello Masi,
di Federica De Denaro,
le bellezze paesaggistiche,
le bellezze architettoniche,
non credo anche le bruttezze architettoniche,
le bellezze culturali,
forse uno dei punti forti,
nonché le tradizioni popolari,
per me sicuramente stupende,
e le tradizioni eno-gastronomiche,
di cui vi ho scritto più volte,
della mia Agrigento,
della città dei Templi.
E non ho mai utilizzato un drone,
come avrebbero fatto loro,
ma, come loro,
sono stato nel centro storico di Agrigento,
tra la cattedrale di Agrigento,
la bella piazza Pirandello,
l'altrettanto bella via Atenea,
dove ho assistito più volte alla «Tammurrinata di San Calò».
E non ricordo di avere guardato quella puntata un sabato quattro di dicembre di tre anni fa perché vedo molto poco quella televisione,
ma la avrei vista davvero ben volentieri,
e, se non trasmettessero questi collegamenti con Agrigento,
la vedrei davvero ancora meno.
a Sandro Sciarratta,
a Filippo Portera,
ad Andrea Gerlando Terrana,
a Pasquale Augello,
al Coro Magnificat di Agrigento,
a Giulia Alletto,
al giornalista Diego Romeo,
a LaValleDeiTempli.net dell'editore Gian Joseph Morici,
ad Angelo Ruoppolo,
su Teleacras,
a Filippo Portera con l'opera musicale «Empedocle»,
messa in scena alla rassegna «Riflessi culturali»,
in quello che chiamo il fu PalaCongressi di Agrigento,
più esattamente oramai il PalaCultura di Agrigento,
del Villaggio Mosè,
del viale Leonardo Sciascia agrigentino,
una strada non brutta,
ma neanche particolarmente bella.