Quasi si comincia con il ventottenne Vitangelo Moscarda in «Mia moglie e il mio naso»
del Libro primo del romanzo «Uno nessuno centomila»
di Luigi Pirandello con una «sciagura»,
un corpo, «un corpo deforme», e gli sciocchi:
«Per cui m'era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze».
E poi la moglie che gli toglie ogni speranza, anche la stizza e il naso, quel famoso naso,
ma pure le sopracciglia, le orecchie, le mani,
le dita, il dito mignolo:
«Vide forse mia moglie molto più addentro di me in quella mia stizza e aggiunse subito che, se riposavo nella certezza d'essere in tutto senza mende, me ne levassi pure, perché, come il naso mi pendeva verso destra, così...
- Che altro?
Eh, altro, altro! Le mie sopracciglia parevano sugli occhi due accenti circonflessi ^, ^, le mie orecchie erano attaccate male, una più sporgente dell'altra; e altri difetti...
- Ancora?
Eh sì, ancora: nelle mani, al dito mignolo;
ed altre parole.
E volete visitare Agrigento, la Agrigento pirandelliana, città natale del notissimo scrittore, insieme al mio blog CMTempoLibero?
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