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venerdì 28 febbraio 2025

Di «M. - Il mostro di Düsseldorf» mi ha colpito la scena con l'oratoria dell'assassino, del suo «avvocato» e della folla

Del film in bianco e nero «M. - Il mostro di Düsseldorf», 
 
 
 
del 1931,







di Fritz Lang, 
 
 
 
con sceneggiatura cinematografica originale di lui, 
 
 
 
ma anche di Thea von Arbou,
 
 
 
ha colpito «CMEuViaggi davanti alla tv», 
 
 
 
«CMViaggi davanti alla tv», 
 
 
 
la scena cinematografica con l'oratoria dell'assassino, 
 
 
 
di Hans Beckert, 
 
 
 
di questo personaggio cinematografico interpretato da Peter Lorre, 
 
 
 
doppiato dal doppiatore cinematografico Gianfranco Bellini,
 
 
 
omicida che sostiene con parole pratiche ed efficaci e semplici di non essere stato in grado di intendere e di volere, 
 
 
 
del suo «avvocato difensore», 
 
 
 
la cui parte cinematografica era stata recitata da Rudolf Blümner,
 
 
 
avvocato che arringa sulla necessità dell'uomo di essere curato da un dottore, 
 
 
 
da un medico, 
 
 
 
e della folla, 
 
 
 
che esprime abbastanza efficacemente il dolore per la morte delle vittime, 
 
 
 
fra loro anche una bambina.
 
 
 
Scena della pellicola vista a «Film story» 
 
 
 
di Euro Tv.
 
 
 
Il film sarebbe stato ispirato dai delitti di  Fritz Haarmann, 
 
 
 
il «macellaio», «licantropo» o «vampiro» di Hannover,
 
 
 
che uccideva ragazzi omosessuali con difficoltà di vita
 
 
 
(mentre Hans Grans, 
 
 
 
l'amante, 
 
 
 
il convivente fisso di Haarmann, 
 
 
 
rivendeva gli abiti delle vittime),
 
 
 
di Peter Kürten. 
 
 
 
Grazie a «La scimmia pensa» 
 
 
 
sulla pena di morte, 
 
 
 
a Wikipedia in italiano.

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