Il due di dicembre del 1786 del saggio «Viaggio in Italia»
di Johann Wolfgang von Goethe:
«dappertutto si trova modo di godere, d'imparare, di fare»,
la visita alla Cappella Sistina,
il commento e le opinioni su Michelangelo Buonarroti,
la visita alle Logge di Raffaello,
a Villa Pamphilj,
la passeggiata a Monte Mario ed alle ville Mellini e Madama,
il corbezzolo,
l'arancio,
il cipresso,
l'Orto botanico o Giardino dei semplici di Roma.
«Niente, in verità, è paragonabile alla nuova vita che dona all'uomo capace di pensare l'incontro con un nuovo paese. Anche se sono sempre lo stesso, pure credo d'esser cambiato fino al midollo osseo».
«Per oggi chiudo e mi riprometto di riempire il prossimo foglio di disgrazie, omicidii, terremoti e sciagure così che nel mio quadro entrino anche delle ombre».
Ahiahiahi,
niente allegria,
che tristezza.
Almeno letteralmente sulla carta.
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