Un anno fa ai tempi della prima ondata di Covid-19 in Italia io restavo a casa e leggevo non soltanto «Il metodo Catalanotti» di Andrea Camilleri ed altri suoi libri, ma anche Pirandello, Goethe, Manzoni, Fogazzaro ed Hesse a Porlezza (Co).
E poi il mio carissimo Mimì Augello in questo giallo e romanzo
e il lancio televisivo nel servizio di un telegiornale nazionale, sul terzo canale.
E, quando è avvenuto, «Camilleri racconta Montalbano» a Mollica, il teatro, sua moglie - nella prima visione - e Gassman.
E «La tempesta» di William Shakespeare citata, «Giorni felici» di Beckett, Agatha Christie e Aronica, i serpenti ed i vermi.
Quindi un po' di analisi del libro ed approfondimento dal territorio camilleriano: in una pagina iniziale lo «spitali» San Giovanni di Dio di Montelusa/Agrigento del marito di Genoveffa «Geneviève» Recchia e ve ne scrivo un po' più dettagliatamente chiarendo cosa significa.
E volete visitare la Porto Empedocle/Vigata del commissario Montalbano, la città natale di Camilleri? Vi basta scrivermelo su CMLibri
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