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lunedì 24 marzo 2025

Giugiù Gramaglia, Leo Gullotta, Fic e Pic nel film «L'ora legale», con una testa di pesce spada sul letto, dopo quelle di cavallo con trattoni al collo e pronto per essere sgozzato, agnello o vitello o quel che è e di coniglio scartate, ma loro due non ci riescono - Prima ancora c'era il quadrupede nella commedia «Il figlioccio del padrino» per chi guidava la tv pubblica italiana - Voto di 👍👍👍👍👍👍👍- Colonna sonora di Crivelli - Buon ricordo di Tandoy, Damanti, Guazzelli e Pasquale Di Lorenzo

«A casa mia non arriva l'acqua da quindici giorni» 



dice l'attore cinematografico di Porto Empedocle (Ag - provincia di Agrigento), Gerlando «Giugiù» Gramaglia. 
 
 
 
A me era finita l'acqua potabile 💦 
 
 
 
a casa 
 
 
 
poche settimane fa, 
 
 
 
per pochi giorni. 
 
 
 
Poi è arrivata l'autobotte.



Nel ruolo cinematografico di un prete, 



di un sacerdote, 
 
 
 
di don Raffaele,



invece, Leo Gullotta, 



e protagonisti di questa commedia cinematografica, 



di questo film, 



«L'ora legale», 
 
 
 
del 2017, Ficarra e Picone.
 
 
 
A pochi giorni dalla «Giornata italiana della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie» 
 
 
 
per CMColonneSonore, 
 
 
 
anche in ricordo di Giuseppe Di Matteo, 
 
 
 
che era stato strangolato l'undici di gennaio del 1996,
 
 
 
quando aveva quattordici anni, 
 
 
 
quasi quindici anni;
 
 
 
che era stato rapito il ventitre di novembre del 1993, 
 
 
 
a dodici anni, 
 
 
 
da sequestratori travestiti 
 
 
 
da finti appartenenti alle forze dell'ordine, 
 
 
 
mentre usciva da un maneggio;
 
 
 
invece, 
 
 
 
«CMColonneSonore al quasi cinema»
 
 
 
ha visto 
 
 
 
questo film italiano, 
 
 
 
anche con una testa di pesce spada sul letto di Pierpaolo Natoli, 
 
 
 
interpretato da Vincenzo Amato,
 
 
 
dopo quelle di cavallo con trattoni, 
 
 
 
alcuni trattini molto grandi, 
 
 
 
e pronto per essere privato di testa, 
 
 
 
oppure di capretto o agnello o vitello o quel che è 
 
 
 
e di coniglio scartate, 
 
 
 
ma loro due, Salvo Ficarra e Valentino Picone, 
 
 
 
proprio non ci riescono a togliere la vita a quegli animali. 



Prima ancora c'era la notissima e famosissima statua del cavallo della Rai, 
 
 
 
poi diventata soltanto la testa del quadrupede, 
 
 
 
separata dal resto della statua rimasta al suo posto,
 
 
 
nell'intimidazione nella commedia cinematografica «Il figlioccio del padrino», 
 
 


del 1973, 



intimidazione con testa ugualmente sul letto, 



sotto il lenzuolo,



intimidazione destinata al «capo» 



della Rai. 
 
 
 
La colonna sonora del film è di Carlo Crivelli. 
 
 
 
Nella mia mezza recensione, 
 
 
 
nel mio mezzo giudizio, 
 
 
 
questa commedia cinematografica italiana 📽️ 
 
 
 
vale sette su dieci 
 
 
 
perché risulta un po' «stanca», 
 
 
 
anche se divertente. 
 
 
 
E ci sono i problemi della città in cui è ambientato questo film europeo, 
 
 
 
nella città immaginaria di Pietrammare, 
 
 
 
in Sicilia,
 
 
 
problemi che fanno immediatamente pensare 
 
 
 
alla commedia cinematografica europea «Johnny Stecchino». 




Buon ricordo di Cataldo Tandoy, 
 
 
 
di Antonio Damanti,
 
 
 
di queste vittime innocenti della mafia, 
 
 
 
uccisi al viale della Vittoria, 
 
 
 
nel centro della mia Agrigento, 
 
 
 
il trenta di marzo del 1960. 
 
 
 
Del maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli, 
 
 
 
«Il mastino», 
 
 
 
ucciso il quattro di aprile del 1992, 
 
 
 
accanto a Monserrato, 
 
 
 
ad Agrigento. 
 
 
 
Del sovrintendente di polizia penitenziaria Pasquale Di Lorenzo, 
 
 
 
ammazzato a colpi di arma da fuoco in contrada Durrueli, 
 
 
 
a Porto Empedocle, 
 
 
 
il tredici di ottobre del 1992.


Ed ho scoperto che ha parenti nella città di Porto Empedocle, 



forse la mamma, 



o la nonna, 



una ragazza che ho conosciuto settimane fa a questa rassegna di film, 



che ho incontrato più volte là, 



al salone parrocchiale della chiesa di San Gerlando ⛪, 



nel centro di Lampedusa, 



nell'Agrigentino. 



Grazie a PoliziaPenitenziaria.gov.it, 
 
 
 
a Wikipedia.

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