Oggi,
ma secoli fa,
il due di marzo del 1787,
lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe era stato sul Vesuvio 🌋
e «L'almanacco»
ve ne scrive.
Era stato troppo avventuroso ed intraprendente,
a parere di CMSaggistica,
di CMLibri,
ma non eccessivamente incosciente.
Ad un certo momento,
ci racconta nel suo «Viaggio in Italia»,
riusciva a vedere appena,
a mala pena,
a stento,
le sue scarpe.
Comincia il resoconto dell'esperienza di quel giorno scrivendo:
«Den 2. März
bestieg ich den Vesuv, obgleich bei trübem Wetter und umwölktem Gipfel.»
Il due di marzo,
qui potete notare che il verbo besteigen è alla forma del preterito ed è transitivo reggendo l'accusativo.
Das Wetter è il tempo,
Gipfel la cima.
E conoscete tedeschi ed italiani e cittadini del mondo leggermente pazzerelli,
ma consapevoli della necessità del limite da non oltrepassare?
Ma si può arrivare a debita distanza di sicurezza in mulo sui vulcani Etna e Stromboli?
Grazie al Progetto Gutenberg in tedesco.
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