L'attore teatrale Peppino De Filippo nella riduzione della commedia teatrale «Liolà»
di Luigi Pirandello,
trasposta dallo stesso Peppino De Filippo in lingua napoletana nel 1935,
ambientata sulla costiera amalfitana.
E messa in scena e rappresentata il ventuno di maggio del 1935 al Teatro Odeon di Milano, Peppino De Filippo era Liolà,
suo fratello Eduardo De Filippo aveva la parte teatrale di don Emilio,
corrispondente allo zio Simone del «Liolà» pirandelliano;
mentre Titina De Filippo impersonava Tuzza.
Il «Liolà» pirandelliano deriva dal capitolo 4,
«Fu così»,
del romanzo «Il fu Mattia Pascal»
di Luigi Pirandello,
capitolo che comincia così:
Un giorno, a caccia, mi fermai, stranamente impressionato, innanzi a un pagliajo nano e panciuto, che aveva un pentolino in cima allo stollo.
Questo inizio del capitolo quarto
invita CMRomanzi a chiedervi:
siete cacciatori,
andate a caccia?
Io non lo sono mai stato,
non ci sono mai andato.
Avete mai avuto esperienze particolari con pagliai?
Io credo mai,
non ho ricordi particolari.
Ed uso il pentolino in cucina.
Ed i fratelli e frati francescani Aldo Festa, Fulvio Festa, Claudio Festa,
hanno mai recitato nel «Liolà» di Pirandello secondo Peppino De Filippo?
Avete mai letto la prefazione «Una ventata di simpatia»
di fra Claudio Durighetto,
anche su Eduardo De Filippo,
nel libro «Un saio anzi... tre»
(Edizioni Porziuncola)
di questi tre fratelli?
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