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giovedì 23 ottobre 2025

«Archimede di Siracusa» di Stefano Amato, la meditazione su un problema, l'avvicinarsi del nemico, De Roberto (morto a Catania, la città di un conoscente di CMSaggistica), i sapienti, poeti e geni Empedocle e Leonardo e gli animali - La musica dell'organetto - CMSalute non sapeva che ad Agrigento e Porto Empedocle ci fosse stata una raccolta di occhiali usati

Si supponga tal essere la natura del liquido, che giacendo egualmente le sue parti, ed essendo fra di loro continuate, quella parte che sarà meno premuta, sia spinta, e cacciata da quella che è più premuta.
 
 
 
Sono le prime parole delle «Supposizioni»
 
 
 
del «Libro primo»  
 
 
 
del «Trattato delle cose che stanno sul liquido»,
 
 
 
del III. secolo avanti Cristo,
 
 
 
di Archimede,
 
 
 
di Archimede di Siracusa,
 
 
 
nato nel 287 avanti Cristo e morto nel 212 avanti Cristo,
 
 
 
in una traduzione del 1822 dal greco antico.
 
 
  
Su Archimede «che medita sopra un problema, non solo non fugge all’avvicinarsi del nemico, ma non lo sente neppure avvicinarsi» 
 
 
 
scrive Federico De Roberto, 
 
 
 
nato a Napoli il sedici di gennaio del 1861,
 
 
 
morto a Catania,
 
 
 
la città del conoscente Mario di CMSaggistica,
 
 
 
 
 
 
scrive Federico De Roberto,
 
 
 
nel capitolo finale «La volontà» 
 
 
 
del saggio «Il colore del tempo»
 
 
 
del 1900:
 
 
 

La psicologia dimostra che un atto concepito è un atto cominciato, che fra l’idea dell’atto e l’atto stesso non c’è differenza essenziale. Dobbiamo concluderne che pensiero ed azione sono tutt’uno? In fisica abbiamo un certo numero di forze: la luce, il calore, l’elettricità. Uno studio attento ha portato ad affermare che esse non sono tanto diverse quanto sembrano, che anzi l’una si può mutare nell’altra, e che insomma la forza è unica e varie ne sono soltanto le manifestazioni. Ma che cosa importa questa nozione? Perchè l’elettricità è o può essere calore, diremo noi ad un assiderato di prendere in mano i fili di una corrente elettrica per riscaldarsi? Perchè il calore è luce, consiglieremo a chi non ha candele di mettersi a scrivere dinanzi alla bocca di un forno? Nel mondo delle forze vi sarà unità fondamentale; ma le manifestazioni dell’unica forza sono tanto diverse come se dipendessero da forze realmente diverse. Così nel mondo della materia. Abbiamo in chimica una quantità di sostanze che si possono considerare come risultanti dal diverso aggruppamento molecolare di una sostanza unica, elementare, primordiale; ma il fiele ed il miele, l’acqua e la pietra saranno perciò la stessa cosa?

Altrettanto dicasi del mondo morale. Vedemmo già che la riflessione dalla quale dipende la scienza, e l’ispirazione dalla quale nasce l’arte, sono in fondo tutt’uno: ma vedemmo pure che arte e scienza, non che confondersi, si sono sempre più distinte. L’energia vitale è una sola: non si può agire senza pensare, non si può pensare senza agire; ma ciò non vieta che questi due modi dell’attività umana si distinguano sino ad opporsi e ad escludersi. Chi si butta a capo fitto in una pugna, e dà e riceve colpi mortali, non può risolvere casi di coscienza. Archimede che medita sopra un problema, non solo non fugge all’avvicinarsi del nemico, ma non lo sente neppure avvicinarsi. Ora l’abito di riflettere continuamente, assiduamente, troppo, impedisce, od ostacola la capacità di risolversi, di agire; viceversa l’azione incessante diffusa, febbrile, non è compatibile con la meditazione.




La pugna è la battaglia;
 
 
 
l'abito è qui l'abitudine.
 
 
 
Empedocle. Su Empedocle di Akragas, 
 
 
 
dell'antica Akragas,
 
 
 
su Leonardo da Vinci,
 
 
 
sapienti, poeti e geni,



scrive Federico De Roberto tre capitoli prima, 
 
 
 
nel capitolo «Il genio e l'ingegno» 
 
 
 
dello stesso libro,
 
 
 
scrivendo anche sugli animali,
 
 
 
definiti bruti:
 
 
   
Ora, prima di ogni altra cosa, un evoluzionista come il Nordau si vanta di essere può sostenere senza contraddizione che il giudizio e la volontà appartengano esclusivamente all’uomo, che siano apparsi in lui di punto in bianco, che non si riscontrino in grado embrionale, rudimentale, infinitamente piccolo anche nei bruti? Vuol egli mettere da parte tutta una scienza, la psicologia comparata? Certo, la distanza tra le facoltà mentali degli uomini e quelle dei bruti è enorme; ma altrettanto enorme è la distanza dalle facoltà sensitive e sentimentali nostre a quelle degli animali. Nessuno ancora ha visto un animale piangere o ridere; e l’artista che eccita in noi questi moti non li eccita automaticamente; anch’egli si serve del giudizio e della volontà. Certo le capacità si diversificano, si sviluppano variamente e si specificano in un senso o nell’altro; non abbiamo bisogno di ripetere ciò che già dicemmo ragionando dei rapporti della scienza e dell’arte; ma, perchè esse sono distinte, diremo che l’artista non ha nessuna delle facoltà umane dello scienziato, e viceversa; mentre sappiamo che sapienti e poeti furono un tempo, da Empedocle a Leonardo, e possono ancora essere, sebbene troppo raramente, un genio solo? Diremo, col Nordau, che il genio artistico «non è altro che un organetto» capace solo di ripetere meccanicamente certi pezzi di musica, mentre il genio scientifico crea liberamente? Dice egli sul serio quando afferma che il genio scientifico, filosofico, politico è «affrancato» dalle commozioni, dai sentimenti? Dove sono queste separazioni così profonde tra uomini ed uomini? Non sarà creazione, se il Nordau non vuole, quella del poeta; ma allora chi al mondo ha creato mai nulla? C’è qualcosa di nuovo sotto il sole? La creazione, se questa parola si può adoperare, non è tanto degli ordinatori di popoli, quanto degli speculatori di dottrine, quanto dei trovatori di immagini?
 
 
 
La classificazione dei genî non si deve pertanto fondare sulla «dignità» dei loro diversi attributi, i quali sono tutti degni egualmente; potrà solo dipendere dall’utilità delle loro opere. Un legislatore sarà maggiormente venerato che un filosofo, perchè l’opera sua maggiormente importa alla maggior parte degli uomini; uno scienziato avrà più lodi che un artista, perchè le sue scoperte sono più feconde di risultati positivi. Ma l’artista non lavora proprio ad altro che a procurarci un momento di piacere? Non può anch’egli parlare al nostro giudizio? E dato pure che non produca null’altro che sensazioni piacevoli, queste sono del tutto sterili e senza importanza notevole? La poesia non ha la sua utilità nella vita; non è, a giudizio di tanta parte del genere umano, ciò che le dà sapore e prezzo? 
 
 
 

«Archimede di Siracusa»

 

 
 
è un romanzo del 2017 dello scrittore Stefano Amato,
 
 
 
pubblicato dalla casa editrice «LetteraVentidue» 
 
 
 
di Milano.
 
 
   
Un altro suo libro è
 
 
 

«Avete il gabbiano Jonathan Listerine? (e altri incontri ravvicinati in una libreria di provincia)»,

 

 

 

con riferimento al romanzo breve «Il gabbiano Jonathan Livingston»,

  
 
 
pubblicato nel 1970,
 
 
 
di Richard Bach.



E da Siracusa volete visitare,



insieme al mio blog CMTempoLibero,



la Agrigento/antica Akragas di Empedocle,
 
 
 
da Agrigento o da altrove soggiornando ad Agrigento la Siracusa di Archimede?
 
 
 
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grazie ai cancelletti #CMLibri #CMSaggistica #CMTempoLibero, 



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moltissimo altro



tramite alcuni dei tag e delle etichette qui sotto a fine testo.



Stefano Amato al Laboratorio culturale Ex farmacia Minacori della via Atenea,
 
 
 
nel mio centro di Agrigento.
 
 
  
Buone raccolte degli occhiali usati ad Agrigento all'Ottica Lo Vullo , 
 
 
 
della via Atenea;



all'Ottica del Viale, 
 
 
 
del viale della Vittoria;



all'Ottica Lo Vullo, 
 
 
 
del viale Leonardo Sciascia, 
 
 
 
al Villaggio Mosè;



alla Farmacia Minacori , 
 
 
 
del viale della Vittoria;



alla Farmacia Macaluso Indelicato, 
 
 
 
di piazza Vittorio Emanuele;



alla ex Farmacia Nuara, 
 
 
 
in via Alessandro Manzoni, 
 
 
 
in via Manzoni;



alla Farmacia Unità d’Italia, 
 
 
 
di via Unità D’Italia;



alla Farmacia Romano, 
 
 
 
di via Gioeni,
 
 
 
la farmacia di CMSalute;



al supermercato Conad City, 
 
 
 
di viale dei Giardini, 
 
 
 
a San Leone;



alla Parrocchia Santissimo Crocifisso di San Vito. 



A Porto Empedocle, 
 
 
 
invece,
 
 
 
alla Farmacia Guaia, 
 
 
 
di via Milano.



Buon lavoro al dottore Giuseppe Castelli ed alla professoressa Barbara Capucci.
 
 
 
Grazie al «Portale Fisica»,
 
 
 
al «Portale Letteratura»,
 
 
 
dell'enciclopedia in rete Wikipedia in italiano;
 
 
 
alla biblioteca in rete WikiSource in italiano, 
 
 
 
con testi di pubblico dominio.



«Incontro con gli autori»

 

 

 

con Stefano Amato questo giovedì ventitre di ottobre del 2025,

 

 

 

per .

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