Riassunto del tezo punto in questo mio blog e diario in rete,
fra numerose righe la versione più lunga:
mi ricorda molto tranquillamente la storia di un omosessuale paterno e comprensivo,
di un uomo bisessuale sposato,
che ha tradito almeno due volte la moglie,
e chissà se ancora la tradisce,
le nascondeva e, probabilmente, nasconde ancora la verità (scoperta già una volta)
riguardante anche una relazione segreta con un Giuseppe di Sicilia (possiamo sperare nella riappacificazione fra i tre grazie alla solidarietà?)
Il coniuge vuole reprimere gli istinti e la tendenza omosessuale.
La soluzione forse più probabile e «sicura»
per evitare situazioni da laboratorio inumane, addii ed a favore di una pace serena molto duratura?
Superare i fastidi con il «gaio»
- fondamentalmente buono e pro-unione eterna -
con i propri tempi,
dire molto lentamente non soltanto a lui,
ma anche alla famiglia oramai adulta,
quanto accaduto,
anche il più difficile da spiegare,
avvalendosi in maniera riservatissima dell'aiuto di religiosi e veri amici (uno, purtroppo, è già deceduto);
magari tramite i figli convincere attraverso i fidatissimi la consorte ad amare nel modo più immenso dell'universo accettando la natura del compagno di vita senza gelosia - su cui eventualmente lavoreranno con calma e senza fretta -
aprendo la vita familiare all'altro,
che nel frattempo cambierà la sua vita,
come nelle triadi o nelle coppie gay che modificano la propria esistenza.
la bozza di un nuovo racconto sulle versioni contemporanee del principe ranocchio,
di Enrico di ferro,
di altri personaggi,
sulle protagoniste femminili,
sulle donne secondarie di questa favola e fiaba tedesca di cui scrivo fra alcune righe?
Magari la bozza di racconto potrebbe cominciare
con
«Nei tempi contemporanei, quando ancora e sempre desiderare ha un senso almeno per due uomini, c'è un infermiere, il re nel suo campo, che ha molte figlie, tutte bellissime ed almeno una brutta, ma la più grande era talmente bella che, persino il sole, che di cose ed esseri umani ne aveva viste e visti numerose e tanti, se ne stupiva quando un suo raggio ne attraversava il volto.»
«Il principe ranocchio o Enrico di ferro»,
trascritta dai fratelli Grimm,
è una favola e fiaba in cui quest'ultimo è fedele, disperato,
con tre cerchi di ferro attorno al cuore contro gli scoppi d'angoscia.
Viene salvato tramite la coppia «libertà e felicità»,
la libertà del principe,
non più ranocchio,
gli dà felicità.
Sezione del testo
soltanto per adulti e maturi
e non per bimbi,
fanciulli e ragazzi
Premessa:
falso che le fiabe e le favole nella storia siano state scritte e trascritte soltanto per i bambini,
alcune sono per adulti.
Inutile scandalizzarsi.
Che ne pensate del titolo «La fanciulla senza mani»,
ugualmente trascritta da due dei quattro fratelli Grimm,
da Jakob Grimm,
da Wilhelm Grimm?
Non per i bimbi,
ma diretto ai più grandi:
questa parte della favola
mi fa pensare
molto pacatamente e tranquillamente
alla storia di un tradimento amoroso,
di un uomo bisessuale sposato che ha tradito
almeno due volte la moglie,
e chissà se ancora la tradisce,
le nascondeva e, probabilmente,
nasconde ancora la verità,
scoperta già una volta,
riguardante una relazione segreta con un Giuseppe di Sicilia.
Mi chiedo
quando questo Giuseppe,
il marito,
la moglie,
si riappacificheranno,
raggiungeranno la pace fra di loro,
grazie all'aiuto ed alla solidarietà;
io,
ad esempio,
ho già scritto un messaggio Whatsapp ad un mio amico
per proporre la riappacificazione direttamente a Giuseppe.
Ma continuo la storia:
il marito e coniuge anni dopo,
attualmente,
vuole e vorrebbe reprimere gli istinti e la tendenza omosessuale.
O ci riuscirà e sarà infelice
e soffrirò moltissimo da lontano soprattutto per la donna che non è stata capace di amare immensamente l'uomo,
come avrebbe dovuto,
facendogli reprimere quella tendenza omosessuale che,
magari,
per qualcuno,
comincia già a dodici - tredici anni,
non so se ereditaria,
sicuramente intima ed insita nel ragazzo,
nell'adolescente,
poi nell'uomo.
Credo e suppongo
che lo stesso
valga
per i bisessuali.
Sappia e sappiano
che ne possono parlare
e discutere
con l'omosessuale quando vogliono,
anche tre o quattro anni dopo,
anche dieci o più anni dopo,
anche con una situazione differente,
ma sempre aperta alla speranza di non sentire più di repressioni.
Ma soffrirò
anche per l'uomo,
anche nel silenzio,
magari più completo o quasi completo oramai raggiunto fra il marito e l'omosessuale,
perché è diventato un amore immenso anche nella lontananza e nel silenzio.
Oppure,
in teoria,
molto più probabilmente il marito cattolico non ci riuscirà a tenere a bada l'istinto omosessuale,
la tendenza omosessuale insita nella sua bisessualità,
che «scoppierà»,
perché prima o poi verrà di nuovo fuori la voglia
e potrebbe ricominciare la ricerca di un uomo per tutta la vita,
magari il terzo o l'ennesimo oppure l'«usato sicuro»
dell'omosessuale.
Invito il marito alla forza ed al coraggio,
alla prudenza,
augurandogli di raggiungere finalmente la felicità.
Da notare e su cui riflettere:
ho incontrato soltanto due volte il marito,
soltanto per alcune ore.
Pochissimo.
Forse sarebbe necessaria più vita reale.
La soluzione forse più probabile e «sicura»,
individuata dall'omosessuale dopo una crisi,
per evitare situazioni da laboratorio inumane, addii ed a favore di una pace serena molto duratura,
senza cancellazioni di messaggi perché il marito è molto insicuro,
ha moltissime e numerosissime paure,
lui e l'uomo omosessuale hanno numerosissimi pensieri nella testa,
forse il gay ed omosessuale alcuni in meno,
forse molti in meno?
La prima parte della soluzione è:
superare i fastidi con il «gaio» - fondamentalmente paterno e comprensivo, accomodante,
ma intransigente, buono ed a favore di un'unione matrimoniale eterna,
- superare questi fastidi con i propri tempi,
perché ognuno oltrepassa e supera l'essere infastidito con i propri tempi,
chi in alcune settimane,
chi in un mese,
chi in un anno,
chi in più tempo.
Seconda parte della soluzione:
dire molto lentamente all'omosessuale ed alla famiglia oramai adulta la verità sui numerosi anni di vita omosessuale,
senza tanti fronzoli,
dire quanto accaduto,
anche ciò che è più difficile da spiegare,
con sentimento,
con il cuore,
avvalendosi in maniera riservatissima dell'aiuto e della solidarietà di religiosi e veri amici (uno, purtroppo, è già deceduto),
raccontare
la vera «altra»
storia,
eventualmente fin dall'adolescenza,
conoscersi,
aprirsi agli altri ed alle altre;
magari tramite i figli convincere attraverso i fidatissimi la consorte ad amare nel modo più immenso al mondo accettando la natura del compagno di vita senza gelosia - su cui eventualmente lavoreranno con calma e senza fretta -
aprendo la vita familiare all'altro,
che nel frattempo cambierà la sua vita,
come accade nelle triadi omosessuali,
soprattutto americane,
dove non necessariamente tutti vivono nella stessa casa
oppure tutti e tutte fanno l'amore insieme.
Come nelle coppie gay che modificano la propria vita,
si aprono all'altro o all'altra,
a volte persino per salvare le proprie relazioni.
Perché il marito non può essere diversamente fedele,
magari persino più di Enrico di ferro,
senza catene e cerchi di ferro o cilici virtuali,
senza paura e con pensieri migliori e più tranquilli,
senza fare finta di essere felice,
con un cuore amorosamente libero?
Quando smetterà di fumare?
Abbastanza per adulti:
Jung,
la trasformazione ed il cambiamento
ed il vero amore
Leggete qualche passaggio estrapolato e tolto da Wikipedia:
La fiaba rappresenta un ottimo esempio per l'analisi letteraria jungiana. Secondo Carl Gustav Jung, essa rappresenta il processo d'iniziazione della psiche di una giovane donna.
Ed anche di un uomo,
aggiunge CMLibri?
Continuo con l'analisi di Jung:
L'ego è la principessa; in quanto vergine, essa percepisce i compagni maschili come animali. [...] Mentre la donna cerca il proprio sé incontra l'uomo/rana. La rana desidera l'intimità con la donna (che nelle diverse varianti è rappresentata dal fatto di bere dal suo bicchiere e mangiare dal suo piatto, dormire sul suo cuscino, o baciarla). Inizialmente disgustata, la vergine arriva a riconoscere inconsciamente la mascolinità e questa scoperta la porta a percepire la rana come un uomo desiderabile. La principessa ora è una donna matura pronta per il matrimonio.
O anche un uomo maturo e pronto per il matrimonio,
per l'unione civile,
per una relazione per tutta la vita,
semplicemente per un anello d'unione?
Ancora Wikipedia:
In genere, la trasformazione da ranocchio a principe viene paragonata al cambiamento di una persona che scopre il vero amore.
il vero amore,
come una casa costruita sulla roccia,
non sulla sabbia,
nasce molto lentamente dalla conoscenza e, poi, dall'amicizia?
Le favole contro l'autismo
Credo di concordare e stavo anche andando a vedere
«Oltre lo spettro»,
sulle favole per raccontare l'autismo,
ma non ci sono riuscito.
Ho conosciuto ragazzi autistici nella mia vita.
«Oltre lo spettro»
si era tenuto alla Villa romana antica di Durrueli,
di Realmonte (Ag - provincia di Agrigento).
L’«Istituto comprensivo Agrigento Centro»
aveva donato anni fa,
ai tempi del Covid,
numerose copie del libro «Favole di cioccolata»
alla «Biblioteca Gaspare Ambrosini»,
in cui
CMRicette e CMLibri erano stati alcune volte,
davvero bella,
del Libero consorzio comunale di Agrigento.
La consegna dei libri era avvenuta durante un incontro tra l'ex dirigente scolastica della scuola, Anna Gangarossa,
ora alla scuola di Porto Empedocle (Ag - provincia di Agrigento),
in cui studiano o giocano i miei nipoti,
la mia nipotina,
il mio nipotino;
il commissario straordinario del Libero consorzio, Alberto Girolamo Di Pisa,
non c'è più là,
ora dirige il presidente di questo consorzio, Giuseppe Pendolino;
ed il segretario/direttore generale di questo consorzio all'epoca,
chissà se è ancora là, Caterina Moricca.
Le copie donate sono messe a disposizione degli utenti della Biblioteca provinciale Gaspare Ambrosini per la consultazione
e vi invito a leggerlo.
«Favole di cioccolata»,
edito da Gemma Editore,
è una raccolta di sessanta favole scritte dagli alunni dell’Istituto comprensivo Agrigento Centro.
Ottimo che gli studenti
abbiano effettuato
un'attività pratica
scrivendo le favole di un libro.
Il libro racconta mondi nuovi
descritti da coloro che erano i giovani alunni delle quinte classi delle scuole primarie Lauricella e Garibaldi di Agrigento e dai giovani delle prime classi della scuola secondaria di primo grado Pirandello e Garibaldi,
di queste scuole medie,
ugualmente e sempre di Agrigento.
Avevo studiato
alla scuola media Garibaldi di Agrigento,
che ricordi!
Non sempre positivi,
a volte anche di tentativi di bullismo,
ma ho ancora bei ricordi,
forse dovrei incontrare nuovamente i compagni della scuola media.
Grazie a Grandangolo.
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