Alla mostra di quadri «Luogo della visione»
di Franco Fasulo,
una mostra antologica di quadri,
che «CMViaggi alle mostre di quadri»
vi sta descrivendo e raccontando con le parole,
che «CMViaggi alle mostre»
sta guardando,
abbastanza bello l'olio su tela «Mediterraneo»
del 2015,
dalla collezione Danile,
probabilmente di Faro (Me - provincia di Messina).
Sembra ci sia una scogliera bianca a sinistra al centro,
in alto il cielo azzurro con nuvole,
in basso la terra con un colore marrone scuro e, poi,
il mare,
anche con un blu più scuro,
non soltanto azzurro,
che continua al centro,
a sinistra,
anche in alto.
Non male l'olio su tela «Stasi»
del 2001,
dalla collezione Maria Daniela Fasulo,
con catene dal marrone più chiaro,
con sfumature di nero.
E se volete visitare,
insieme al mio blog CMTempoLibero,
tutta Realmonte (Ag - provincia di Agrigento),
la Scala dei turchi,
ritratta da Fasulo nel bel quadretto abbastanza lungo,
un olio su tela del 2021,
«Scala dei Turchi»,
con un cielo plumbeo e grigio,
sia grigio chiaro,
sia grigio scuro,
sopra;
più al centro,
a destra, una Scala dei turchi abbastanza realistica,
con i grumi di colore che rendono la tridimensionalità della roccia della marna bianca,
molto più irreale, invece,
a contrasto,
il nero e grigio della scogliera posteriore,
se volete non soltanto visitarle,
ma anche godervi le Fabbriche chiaramontane,
il luogo dell'esposizione di dipinti e sculture,
tutto il mio centro storico di Agrigento,
l'intera città,
se volete partecipare a mostre differenti da questa,
di classici dell'arte in Sicilia,
partecipando ad incontri introduttivi proprio nel centro di Agrigento,
allora scrivetemelo su CMViaggi su X,
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Ma torniamo al quadro.
Belle nella «fascia» inferiore del dipinto le sfumature di azzurro e blu del mare,
forse persino di alcune rocce,
ad interpretare,
conoscendo il luogo.
Non particolarmente bello,
ma neanche sgradevole,
l'olio su tela «Spes»,
del 2001,
di cui sono belli i colori di cui vi scrivo sopra,
i numeri latini in bianco, XX, XIX, XVIII, XVII, XVI,
e sopra all'angolo destro,
meno piacevole,
un oggetto non identificato arrugginito,
con la ruggine ritratta ed abbozzata che cola fino in fondo,
macchiando la fascia e «riga» blu inferiore con XVII e XVI.
Minimamente carini i delfini di «Poesie di Delphi»,
l'olio su tela del 1999,
della collezione di Maria Daniela Fasulo,
in cui dominano le sfumature di azzurro.
Una tecnica che sembra abbastanza fotografica e simil-realistica.
Tre delfini più grandi in primo piano sul centro-destra dell'opera pittorica,
e cinque delfini più piccoli.
Il fondale marino con la sabbia sotto,
l'acqua 💦 sopra,
anche con le gocce 💦 spumeggianti
derivanti dai movimenti delle pinne di questi mammiferi e cetacei all'estremità superiore.
Non sgradevole la scultura su radice di olivo,
del 1990,
«Medusa»,
con i colori del legno dal marrone non troppo chiaro,
al più scuro sopra,
ed un abbozzo di capelli - serpenti sopra,
le labbra 💋 riconoscibili,
un occhio 👁 visibile su due,
il mento affusolate,
un volto di donna che potrebbe
anche essere di uomo.
Molto brutto il quadro ed olio su tela del 2002 «Luci di Genova»,
con quel che sembra il porto di Genova,
quasi contornato da un cielo da sabbia desertica,
da uno sfondo da videoclip della canzone del rock e del grunge «Smells Like Teen Spirits»
dei Nirvana di Kurt Cobain,
di Dave Grohl,
di Kurt Novoselic.
Ancora dovrò vedere altro a questa mostra,
all'incirca meno della metà,
ma intanto per me vale un sei e mezzo (👍👍👍👍👍👍🫱)
e non di più,
forse di meno.
E dopo la mostra,
camminando a piedi,
sulla salita Ignazio Lauria,
ugualmente nel centro storico di Agrigento,
una piccola discarica abusiva di rifiuti,
una discarichetta abusiva di rifiuti,
di bottiglia di vetro di birra,
di bottiglie di plastica,
con un paio di scarpe da ginnastica.
Voto: zero.
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