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lunedì 24 novembre 2025

«Luigi Proietti detto Gigi» - «La sera dei miracoli» di Dalla - «C'è ancora domani» di Paola Cortellesi, nata il 24 novembre 1973, che era stata la badessa Usimbalda in «Maraviglioso Boccaccio», del 2015, dei fratelli Taviani, che avevano girato nella città di CMLibri - Dalla novella IX, 2 sulle «brache del prete» poste in capo - La pubblicazione nel secolo 1300 - La monaca, l'amante nel letto, i veli, l'accusata, Filomena, «coloro li quali amar non volea», «e cosí in contrario, non amor ma pazzia era stata tenuta da tutti l’ardita presunzion degli amanti», «la reina ad Elissa vezzosamente»

Con la «meraviglia» iniziale di un brano un po' funk ed hip hop, 



ma anche soul e rock in stile Jimi Hendrix,
 
 
 
il film «C'è ancora domani»,
 
 
 
del 2023, 
 
 
 
che avevo visto anni fa, 
 
 
 
credo e suppongo proprio circa due anni fa,
 
 
 
in un cinema della mia città,
 
 
 
ricordo quasi persino il posto,
 
 
 
la poltrona cinematografica. 



La donna guadagna meno dell'uomo nel film, 



è un film «storico», 



con le lire che ricordo, 



ed è evocato «Baffone», 



se ricordo bene, 
 
 
 
dovrebbe essere Stalin. 



E si può anche imparare un po' d'inglese... 



E con il titolo del film, 



di testa, 



in pieno stile del neorealismo. 



E la voce dell'attrice cinematografica Paola Cortellesi sembra quella di Virginia Raggi, 



da un punto di vista tecnico, 



con un'inflessione laziale, romana, 



molto simile. 



E con il mio piacere di riascoltare Fabio Concato. 



Le bestemmie alla Madonna e la storia come materia scolastica, 



i Fenici. 



Ed altro che Neorealismo nella scena della violenza - molto parziale - 



contro la donna, 



più che altro Neoirrealismo, 



e tutt'altro che magico. 



Un mercato romano che mi ricorda quello in cui lavora Aldo Fabrizi, 



nel film con il «confronto» Roma - Napoli. 



Ed il fischietto - che non è certamente quello di Rose nel film «Titanic». 



Mi sembrava un po' «freddo» il film «C'è ancora domani»
 
 
 
con Paola Cortellesi e sceneggiatura cinematografica di Furio Andreotti,
 
 
 
di Giulia Calenda, 
 
 
 
oltre che della Cortellesi,
 
 
 
e lo stavo vedendo in un tardissimo pomeriggio autunnale al cinema,
 
 
 
in una serata autunnale.
 
 
 
 
 
 
di Lele Marchitelli e quella «perla»,
 
 
 
che spicca nel trailer,
 
 
 
della canzone cantautoriale «La sera dei miracoli»
 
 
 
 
 
 
con «Si muove la città, / con le piazze, i giardini e la gente nei bar. / Perché mi perderei»,
 
 
 
poi non ho compreso più il testo della canzone,



prima di «capire che stanotte non ci sei».



Poi ho compreso che continuava con «se dovessi capire che stanotte non ci sei».
 
 
 
E poi continua: «È la notte dei miracoli».
 
 
   
E, dopo l’anteprima ad un'edizione passata della Festa del cinema di Roma, 
 
 
 
era arrivato in esclusiva al cinema per una settimana di celebrazione, 
 
 
 
«Luigi Proietti detto Gigi», 
 
 
 
il documentario - evento di Edoardo Leo dedicato a uno dei più importanti uomini di spettacolo italiani, 
 
 
 
prodotto da Italian International Film ed Alea Film con Rai Cinema in associazione con Politeama ed in collaborazione con Lexus e distribuito da Nexo Digital.
 
 

Nel film avevano trovato spazio anche le testimonianze di Renzo Arbore, 
 
 
 
di Paola Cortellesi, 
 
 
 
di Fiorello, 
 
 
 
di Alessandro Gassmann, 
 
 
 
di Loretta Goggi, 
 
 
 
di Nicola Piovani.
 
 
 
Torno a Paola Cortellesi, 
 
 
 
che era stata 
 
 
 
la badessa Usimbalda nel film «Maraviglioso Boccaccio», 
 
 
 
del 2015,
 
 
 
dalla novella IX, 2, 
 
 
 
la seconda novella della nona giornata,
 
 
 
del «Decameron» 
 
 
 
di Giovanni Boccaccio, 
 
 
 
sulle «brache del prete»,
 
 
 

«La badessa e le brache del prete»

 

 

 

oppure «Delle brache della badessa»,

 

 

 

con questo incipit letterario,

 

 

 

con questa introduzione e queste prime parole:

 

 

 

Levasi una badessa in fretta ed al buio per trovare una sua monaca, a lei accusata, col suo amante nel letto; ed essendo con lei un prete, credendosi il saltero de’ veli aver posto in capo, le brache del prete vi si pose; le quali veggendo l’accusata, e fattanela accorgere, fu diliberata, ed ebbe agio di starsi col suo amante.


Giá si tacea Filomena, ed il senno della donna a tôrsi da dosso coloro li quali amar non volea da tutti era stato commendato, e cosí in contrario, non amor ma pazzia era stata tenuta da tutti l’ardita presunzion degli amanti, quando la reina ad Elissa vezzosamente disse: — Elissa, segui. —

 

  

Buon lavoro allo stupendo Fulvio Lucisano, 
 
 
 
a Federica e Paola Lucisano, 
 
 
 
a Paola Ferrari.



Grazie ad un lancio dell'agenzia di stampa Italpress, 
 
 
 
al sito internet d'informazione agrigentina Grandangolo;
 
 
 
alla biblioteca in rete Wikipedia in italiano.
 
 
 
Il cinema in cui avevo visto questo film è il cinema Ciak di via XXV aprile,
 
 
 
nella mia Agrigento,
 
 
 
la Agrigento di CMLibri.

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