Sapete che ho scoperto che un documentario cinematografico di Giuseppe Tornatore - anche su Leonardo Sciascia -
si intitola «Lo schermo a tre punte» con colonna sonora di Ennio Morricone?
Cinque donne in «La donna a tre punte» di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale:
la madre partoriente Filonia del «Re di Girgenti»; la vedova inconsolabile Concetta Riguccio in «Il birraio di Preston»;
la lasciva Trisìna in «La mossa del cavallo»,
«beddra, su questo non si discuteva, ma cajorda», «Mossa» che ho visto giorni fa
su Rai 1;
la smaniosa Lillina dello scatenarsi degli equivoci in «La concessione del telefono»;
Minica, la mater/madre e moglie dolorosissima in «Il casellante» (che avevo visto al Teatro Carcano di Milano con Moni Ovadia e Mario Incudine).
Quanto sono peccatrici e sante ed elementari come la terra e misteriose come la luna?
Trisìna mi sembra molto peccatrice con il prete e «lunare»...
Minica, per i ricordi che ho, abbastanza santa e «terrena e terrestre».
Dipasquale: «femminilità matriarcale, primitiva e ad un tempo modernissima».
Trisìna poco madre e Minica molto?
Diceva Camilleri: «In quanto alle donne il matriarcato in Sicilia è (o era) diffuso non solo tra i contadini. Io ho conosciuto siciliani di rilievo in campi diversi che prendevano decisioni solo se la moglie era d’accordo. E non so quanto quelle decisioni non fossero già state abilmente guidate dalle mogli».
Ancora Dipasquale: «I personaggi femminili che Camilleri preferisce raffigurare vivono l’esperienza sensuale prevalentemente con gioia e senza parsimonia».
Molto sensuale Trisìna.
O no?
Sicuramente molto mediterranee le due e probabilmente le altre.
Ma torniamo al lavoro teatrale, in scena per Teatri di pietra prodotto dal Must - Musco Teatro (un gioco di parole con il significato di «must» in inglese, dovere) e da Mda Produzioni questo «La donna a tre punte» di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale - il quale ne è il regista.
Spettacolo con Valeria Contadino, moglie di Dipasquale, della quale ho qualche ricordo di brava attrice teatrale in «Il casellante», e con le danzatrici Claudia Morello, Delia Tiglio e Beatrice Maria Tafuri.
Coreografia di Aurelio Gatti.
Di Pasquale: «una sorta di girotondo di donne tratte dalle figure femminili che Andrea aveva già scolpito nei suoi romanzi. Poi, scelte insieme le opere e messe in un canovaccio di base, lo spettacolo non poté vedere la luce. Qualche mese fa, prima che Andrea ci lasciasse, riprendemmo l’idea e decidemmo di programmarla al Must».
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Quanto all'orario di inizio trovate le informazioni sulla mia presentazione degli spettacoli di questa stagione estiva 2020 al Teatro greco di Eraclea Minoa (Ag - provincia di Agrigento).
Prossime rappresentazioni per «Teatri di pietra Sicilia» il ventidue di agosto
alle Cave di Cusa di Selinunte (Tp - provincia di Trapani),
l'otto di settembre al Palazzo della Cultura di Catania,
il nove a Belpasso (Ct - provincia di Catania).
Lo spettacolo è già stato al Chiostro Santa Maria del Gesù di Modica (Rg - provincia di Ragusa), alla Basilica bizantina di Palagonia (Ct),
al Parco archeologico Lilibeo di Marsala (Tp).
Ed in altre regioni d'Italia al Teatro dei Ginnasi di Roma, all'Anfiteatro di Sutri (Vt - provincia di Viterbo) ed al Festival internazionale Teatro romano di Volterra (Pi - provincia di Pisa).
Infine, su questo spettacolo hanno scritto Vigata.org, l'Ansa, Palermo 24h, Canicattì Web, Palermo Felicissima, Sicilians.
A Sambuca di Sicilia, invece, William Shakespeare e Ipazia in scena tra le rovine di monte Adranone.
Insediamento greco punico tra l’VIII e il III secolo avanti Cristo.
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