«A mazzi»,
in italiano la lippa,
  
sarebbe,
invece,
un gioco popolare mediterraneo di Girgenti,
dell'antica Agrigento non troppo antica.
Nel volume XIII,
«Giuochi fanciulleschi siciliani»,
del 1883,
 
del libro e saggio «Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane»
di Giuseppe Pitrè,
ha scoperto CMSaggistica, CMLibri,
nel capitolo «Giuochi»,
il gioco 83 è «A Manciugghia»:
È detto ò ligneddu in Messina; ó lignuzzu in Polizzi; A Ligna in S. Giuseppe Jato; A mazzi in Girgenti; A firredda in Catania; A fìrlazzeddu in Licata; A ferra a mmè in Riesi; ò boscu in Milazzo; A l'acitu e a pammu in Siracusa.
Grazie a Wikimedia.
Si giocherebbe con due pezzi di legno solitamente ottenuti dai manici di scope,
uno di circa quindici centimetri di lunghezza con le estremità appuntite (chiamato lippino),
l'altro lungo circa mezzo metro denominato lippa.
Tracceremo a terra un cerchio ed un ovale per porre il lippino.
La tecnica consiste nel colpire con il pezzo lungo il pezzo piccolo su un'estremità per farlo saltare (questo il motivo delle estremità appuntite),
quindi ricolpirlo.
Avremo a disposizione tre tentativi,
il gioco consiste nel lanciare il pezzo piccolo quanto più lontano possibile.
Le regole sono molto complicate,
chissà se il gioco non sia un po' pericoloso e richieda moltissima attenzione e prudenza e cautela:
ci sarebbero due squadre,
la squadra che attacca e la squadra che difende.
 
La squadra che attacca dispone il bastoncino piccolo e affusolato (la lippa)
al centro di un cerchio di raggio pari alla lunghezza del bastone che si usa come mazza;
se ne colpisce un'estremità per sollevarla in aria e colpirla con forza una seconda volta per lanciarla il più lontano possibile.
La squadra che difende si dispone in modo da afferrare al volo il lippino,
cosa piuttosto difficile.
Se vi si riesce,
il lanciatore è eliminato.
In caso contrario,
dal punto in cui è finito il lippino,
il difensore,
tenendolo in pugno,
poi lo lancia,
cercando di colpire il bastone - mazza preventivamente posato dietro il cerchio in direzione del lippino;
se viene colpito,
il lanciatore è eliminato (questa operazione si dice carare).
In caso contrario,
gli attaccanti hanno tre possibilità per colpire ed allontanare il più possibile il lippino dal cerchio.
Dopodiché il lanciatore valuta ad occhio la lunghezza in bastoni - mazza del lancio effettuato,
ossia tra il cerchio ed il punto raggiunto dal lippino.
Dopo i tre colpi l'attaccante chiede quanto il difensore offre,
per esempio, trenta bastoni:
se l'attaccante accetta tale distanza, trenta,
si scrive il numero a punteggio.
Se non accetta,
si controlla se la valutazione sia corretta,
misurandola. 
Se il numero dei bastoni è superiore a trenta,
per esempio trentacinque,
i punti ottenuti dagli attaccanti saranno il doppio del contato;
se saranno meno,
gli attaccanti prenderanno quello contato.
Di solito si valuta sempre in difetto,
ma,
caratteristica del gioco,
in prossimità del finale,
è anche rischiare.
Finché la squadra che attacca non viene eliminata,
continua a battere,
con rotazione dei giocatori.
Il punteggio finale può essere cinquecento o anche mille.
Dipende dal tempo di gioco stabilito e dal numero dei giocatori.
 
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