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lunedì 27 ottobre 2025

[Da] Gaetano Savatteri: Pirandello nel romanzo «I vecchi e i giovani» non descrive una bella Agrigento - Il Capitolo secondo della Parte prima chissà quando sulla mia pagina CMRomanzi? - Giolitti, nato a Mondovì il 27 ottobre 1842, morto il 17 luglio 1928, Crispi, venuto al mondo a Ribera, i Fasci siciliani, lo scandalo della Banca romana, Tanlongo - poi assolto per insufficienza di prove come tutti gli altri imputati - in carcere a Regina Coeli, Cuciniello che, per sfuggire alla polizia, si era travestito da sacerdote cattolico - Il «Come svaligiammo» di Franco e Ciccio, la canzone di Gianna Nannini, nulla a che fare, in altri tempi, con questi fatti storici - Il video della cantante in due luoghi della mia città ed i 2 comici, dalla loro «vera» scoperta all'ultimo film insieme, «connessi» con questa terra [Da aggiornare con le righe dell'autore siciliano]

Il ventisette di ottobre del 1842 nasceva a Mondovì, 

 

 

 

in provincia di Cuneo, Giovanni Giolitti,

 

 

 

che era anche stato ministro del Tesoro del secondo governo di Francesco Crispi.

 

 

 

Francesco Crispi aveva chiesto al suo ministro del Tesoro, Giovanni Giolitti,

 

 

 

una copia sulla seconda relazione di Gustavo Biagini sul risanamento della Banca romana.

 

 

 

Giolitti la invia velocemente, 

 

 

 

avvisando ed avvertendo, tuttavia, 

 

 

 

che è materiale portatore di conseguenze serie sia penali sia politiche.

 

 

 

Sia Giovanni Giolitti sia Francesco Crispi non hanno, 

 

 

 

tuttavia,

 

 

 

tenuto conto della rettitudine di Giuseppe Giacomo Alvisi che, 

 

 

 

tormentato dalla coscienza e ormai prossimo a mancare e vicino alla morte, 

 

 

 

dopo aver tentato invano di portare la questione alla discussione del Parlamento italiano, 

 

 

 

racchiude tutte le carte dell'inchiesta in una busta che affida al deputato Leone Wollemborg, 

 

 

 

all'opposizione sia di Crispi sia di Giolitti,

 

 

 

un amico personale di Alvisi, 

 

 

 

ed a Wollemborg chiede di aprirla e farne conoscere il contenuto dopo il decesso dello stesso Alvisi. 

 

 

 

Nel contesto della fondazione del movimento dei Fasci siciliani,

 

 

 

dell'uccisione di tredici manifestanti a Caltavuturo (Pa - provincia di Palermo),

 

 

 

del congresso dei Fasci siciliani,

 

 

 

con Antonio Licata membro per la provincia di Girgenti,

 

 

 

dopo scioperi in tutta la Sicilia nell'autunno del 1893,

 

 

 

dopo un'insurrezione poco duratura ed effimera,

 

 

 

dopo violenti scontri sociali,

 

 

 

il primo governo di Giovanni Giolitti si dimise,

 

 

 

a cui seguì il governo di Francesco Crispi,

 

 

 

nato a Ribera (Ag - provincia di Agrigento).

 

 

 

Lo scandalo della Banca romana,

 

 

 

invece,

 

 

 

fu al centro delle cronache italiane dal 1892 al 1894,

 

 

 

furono scoperte 

 

 

 

le attività illecite del governatore della Banca romana nel decennio del 1880.

 

 

 

Roma era diventata 

 

 

 

la nuova capitale del Regno d'Italia e la Banca romana aveva finanziato

 

 

 

l'espansione edilizia e le richieste della classe politica.

 

 

  

Il deputato della sinistra e presidente della Corte dei Conti, Giuseppe Giacomo Alvisi,




aveva chiesto aiuto a Giovanni Giolitti,




il quale favorì 




il suo lavoro facendo richiamare da Piacenza un funzionario in missione del Ministero del Tesoro, Gustavo Biagini.




Con lo scandalo della Banca romana sulle prime pagine finiscono anche i nomi dei politici ad altissimo livello che hanno ottenuto prestiti fraudolenti, 

 

 

 

tra i quali spiccano 

 

 

 

quelli 

 

 

 

di Agostino Depretis e Giovanni Giolitti.




A Giolitti si era contestata 




anche 




la proposta di nomina di Bernardo Tanlongo, 

 

 

 

il governatore della Banca romana,

 

 

 

a senatore.




Era anche accaduta una concitata discussione con scambi di accuse fra Crispi e Giolitti.

 

 

 

Il diciannove di gennaio del 1893 anche Bernardo Tanlongo era stato arrestato e portato a Regina Coeli.

 

 

 

Dal carcere Tanlongo, 

 

 

 

interrogato sia dai giudici che dalla commissione parlamentare, 

 

 

 

aveva lanciato precise accuse a tutta la classe politica, 

 

 

 

in particolare nei confronti di Giovanni Giolitti (che dal quindici di maggio del 1892 presiedeva il suo primo governo), 

 

 

 

il quale, 

 

 

 

a suo dire, 

 

 

 

lo avevano abbandonato dopo aver attinto a man bassa dai fondi della banca.

 

 

 

Giolitti deve affrontare diciannove interrogazioni parlamentari in cui si accusano capi di governo, ministri e parlamentari di aver largamente attinto dalle banche per le proprie spese elettorali, 

 

 

 

compensandole con una serie di norme che ne aumentavano i privilegi a danno del credito e dell'economia nazionale.   

 

 

 

Giolitti viene anche accusato di avere speso per le proprie campagne elettorali denaro della cui provenienza illecita era consapevole.

 

 

 

Sulla pagina dell'enciclopedia in rete Wikipedia in italiano è anche raffigurata una vignetta su L'Asino

 

 

 

che raffigura Giovanni Giolitti e Bernardo Tanlongo intenti a svaligiare la Banca romana.

 

 

 

Questa scritta mi fa pensare al titolo del film «Come svaligiammo la Banca d'Italia»,

 

 

 

con Franco e Ciccio,

 

 

 

con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia,

 

 

 

che,

 

 

 

ovviamente,

 

 

 

non ha nulla a che fare con la vicenda dello scandalo della Banca romana.

 

 

 

Da tutti questi fatti nacque 

 

 

 

la Banca d'Italia dopo questo scandalo della bolla immobiliare e della crisi di solvibilità economica della Banca romana.

 

 

  

Una commissione parlamentare ed un'inchiesta penale misero sotto giudizio i governi di Francesco Crispi e di Giovanni Giolitti.




Il processo terminò e si concluse con l'assoluzione di tutti gli imputati.




In questa vicenda dello scandalo della Banca romana mi ha colpito il fatto che il ventidue di gennaio del 1893 viene arrestato anche Vincenzo Cuciniello, 

 

 

 

il direttore generale del Banco di Napoli a quel tempo,

 

 

 

che, 

 

 

 

per sfuggire alla polizia, 

 

 

 

si era travestito da sacerdote cattolico.

 

 

 

Ebbene, 




il romanzo storico «I vecchi e i giovani»

 

 

 

di Luigi Pirandello è ambientato 

 

 

 

al tempo dei Fasci siciliani e dello scandalo della Banca romana.

 

 

 

Conoscete 

 

 

 

la piacevolissima canzone «Scandalo»

  

 

 

di Gianna Nannini,

 

 

 

che non si occupa dello scandalo della Banca romana?

 

 

 

«Voglio uno scandalo, / voglio uno scandalo, / io con te / e tutti i figli tuoi.»

 

 

 

Ho la musicassetta di quell'album discografico, 

 

 

 

che avevo comprato nella mia adolescenza,

 

 

 

di Gianna Nannini,

 

 

 

che aveva girato un video di un'altra sua canzone nella mia Agrigento,

 

 

 

a Punta bianca,

 

 

 

alla Valle dei templi.

 

 

  

I due comici, Franco e Ciccio, 

 

 

 

dalla loro «vera» scoperta da parte di Domenico Modugno, 

 

 

 

che era stato consigliere comunale qui ad Agrigento,

 

 

 

fino all'ultimo film insieme, 

 

 

 

«Kaos»,

 

 

 

da novelle pirandelliane,

 

 

 

«connessi» con questa terra di Agrigento.

 

 

 

Prima o poi vi scriverò del Capitolo secondo della Parte prima del romanzo storico agrigentino, siciliano ed italiano,

 

 

 

chissà se anche europeo,

 

 

 

«I vecchi e i giovani»?

 

 

 

Infine: 

 

 

 

allo speciale «Libri da ardere»

 

 

 

della tv agrigentina Teleacras lo scrittore Gaetano Savatteri aveva detto: Luigi Pirandello nel romanzo «I vecchi e i giovani» 

 

 

 

non descrive una bella Agrigento.

 

 

 

Cercherò di leggerlo.

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