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martedì 14 aprile 2020

La nave Villa San Giovanni - Messina e i troppi arrivi durante l'emergenza Covid-19, la «franetta» nella Eraclea Minoa dei miei zii e i bus ecologici che potrebbero arrivare nella mia Agrigento

Novità nell'ultima settimana per i trasporti siciliani. 
 
 
 
Una piccola frana ha colpito un tratto della strada provinciale 30 per Eraclea Minoa - che forse percorro quando vado dagli zii e dal cugino alla loro casa al mare. 
 
 
 
Foto di alcuni mesi fa, la scorsa estate, quando sono andato l'ultima volta. 
 
 
 
La carreggiata aveva ceduto al chilometro nove per lo smottamento del terreno sottostante, creando un'ampia voragine sull'asfalto. 
 
 
 
Non ho capito dove sia. 
 
 
 
Ed allontaniamoci moltissimo verso un porto in cui sono stato. 
 
 
 
I ricordi delle traversate, del «palone» elettrico, delle montagne illuminate di notte, della grande città con le sue luci, della Madonna messinese che ti accoglie e dell'aria di Sicilia che si comincia a respirare. 
 
 
 
A dire la verità non arrivo o passo dal suolo e sulle acque messinesi da molto tempo. 
 
 
 
Poco meno di ottanta auto e un centinaio di passeggeri erano sbarcati nel porto di Messina circa una settimana fa. 
 
 
 
Le persone erano state controllate per vedere se avevano le autocertificazioni ed era stata misurata la temperatura.



Per il sindaco di Messina, Cateno De Luca, - che mi piace molto poco (preferivo il suo predecessore Renato Accorinti) - erano ancora troppi gli arrivi. 



Secondo il sindacato dei trasporti, qualcuno avrebbe evitato i controlli e sarebbe passato senza nessun controllo sanitario. 
 
 
 
Sarebbero stati i viaggiatori di un pullman proveniente dalla Calabria. 
 
 
 
Anche persone proveniente dal Nord. Se è vero è gravissimo e dovrebbe intervenire il Tribunale di Messina. 



Il Consiglio di Stato, con un documento della prima sezione, aveva espresso con la massima urgenza, parere favorevole sulla proposta del Ministero dell'Interno per annullamento, in via straordinaria, dell'ordinanza del sindaco di Messina che aveva imposto a «chiunque intende fare ingresso in Sicilia attraverso il Porto di Messina, sia che viaggi a piedi sia che viaggi a bordo di un qualsiasi mezzo di trasporto» l'obbligo di registrarsi, almeno quarant'otto ore prima della partenza, «nel sistema di registrazione on-line www.sipassaacondizione.comune.messina.it, fornendo una serie di dati identificativi e di informazioni personali, e di attendere il rilascio da parte del Comune di Messina del nulla osta allo spostamento». 
 
 
 
La prima sezione di Palazzo Spada aveva evidenziato come «l'istituto dell'annullamento straordinario a tutela dell'unita' dell'ordinamento evidenzia oggi una sua rinnovata attualita' e rilevanza, proprio a fronte di fenomeni di dimensione globale quali l'attuale emergenza sanitaria da pandemia che affligge il Paese, al fine di garantire il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e tra questi e le autonomie territoriali». 
 
 
 
Tale potere, aveva ribadito la sezione, «trova la sua ragion d'essere nell'obbligo gravante sul presidente del Consiglio dei ministri», sancito dall'articolo novantacinque della Costituzione, «di assicurare il mantenimento dell'unità di indirizzo politico ed amministrativo, nel quadro di unita' e di in di visibilità della Repubblica», di cui all'articolo cinque della Costituzione. 
 
 
 
Dunque, in presenza di «emergenze di carattere nazionale - ha concluso il Consiglio di Stato - pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente tutelate, vi deve essere una gestione unitaria della crisi per evitare che interventi regionali o locali possano vanificare la strategia complessiva di gestione dell'emergenza, soprattutto in casi in cui non si tratta solo di erogare aiuti o effettuare interventi ma anche di limitare le libertà costituzionali». 
 
 
 
Per fortuna era poi intervenuto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che con un provvedimento non contestato aveva ottenuto molto pacatamente lo stesso effetto di limitare notevolmente l'attraversamento dello Stretto  di Messina. 
 
 
 
O almeno così è parso e sembrato. 
 
 
 
Torniamo ora, invece, nella mia città di Agrigento perché l'«Organismo intermedio autorità urbana» di Agrigento (non ne ho mai sentito parlare e chissà cos'è) ha approvato «l'avviso per il rinnovamento delle flotte del trasporto pubblico urbano con l'introduzione di sistemi e mezzi a basso impatto ambientale utilizzati per lo svolgimento di servizio pubblico collettivo». 
 
 
 
E bus ecologici in arrivo nella mia Agrigento? 
 
 
 
Se avverrà, ottimo! 



Le domande vanno inviate entro giovedì ventuno maggio di questo anno 2020 all'indirizzo di posta elettronica certificata suap@pec.comune.agrigento.it. 
 
 
 
L'obiettivo e' aumentare la mobilità sostenibile nelle aree urbane in quanto Agrigento è costituita da un centro città e cinque quartieri o, addirittura, «paesi» distanti tra loro e dal centro diversi chilometri, come ha scritto più o meno (con mie piccole rielaborazioni) Euroinfosicilia. 
 
 
 
E potete leggere moltissimo altro tramite alcuni tag qui sotto. 
 
 
 
Notizie lette 
 
 
 
1. grazie al giornalista Nino Ravanà sul sito internet AgrigentoOggi
 
 
 
  


 
 
 
4. su Grandangolo
 
 
 

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