Ebbene, la luna mi fa pensare subito a
Ciàula scopre la luna, ma anche a due altre
Novelle per un anno -
Male di luna e
Un cavallo nella luna.
Ciàula scopre la luna. In conclusione di
Ciàula la luna viene introdotta in maniera indiretta, "vaga":
la buca, che lassù lassù si apriva come un occhio chiaro, d'una deliziosa chiarità d'argento.
Buca e occhio chiaro. Vedete, carissimi lettori, come la introduce Pirandello? Un pensiero che fossero gli estremi barlumi del giorno, ma si fa strada un pensiero:
Ma la chiaria cresceva, cresceva sempre più, come se il sole,
che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato.
Ciàula sembra essere descritto come una persona non molto intelligente, ma egli si chiede, comunque, con un pensiero indiretto, Possibile? Non so se qualcuno di voi sia stato innamorato, carissimi (giovani) lettori; sicuramente tutti noi conosciamo la sensazione di una meraviglia immensa:
Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito.
Tanto sbalordito che...
Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia;
aprì le mani nere in quella chiarità d'argento.
Immaginate lo stupore di questo trentenne, se ricordo bene (andiamo a controllare), che butta giù un fardello pesante. E, soprattutto, "permette" all'autore di creare un effetto bianco-nero intenzionale con le mani sporche ed umili (Ciàula potrebbe - forse - essere un capolavoro di realismo) ed il bianco argenteo e "prezioso" della luna così lontana.
Grande, placida, come in un fresco,
luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.
Elle maiuscola nel testo dell'autore. Immaginatevi come debba essere Comitini, qui nella mia provincia di Agrigento, luogo in cui si svolge il romanzo, ad esempio d'estate. Ve lo scrivo io: a volte anche caldo bollente, magari di sera e di notte temperature più fresche (ma a quei tempi sembra non ci fosse il riscaldamento globale). Il cielo diventa oceano di silenzio. Sì, vediamo la luna (quasi) ogni giorno e tutti, Ciàula compreso, non le diamo importanza, ma arriva un giorno quando...
Torniamo a parlare di amore, carissimi ragazzi e ragazze e carissimi lettori e lettrici. Non vi è mai capitato di innamorarvi di un ragazzo o di una ragazza o di un uomo o di una donna a cui non davate importanza e che all'improvviso diventa importantissima? O che qualcuno/qualcuna si innamorasse di voi e per anni non vi considerava importante? O - visto che può essere un ricordo doloroso, scritto con grande pudore - viceversa (da importante a meno importante/poco importante/non vale più nulla)?
Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno,
a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula,
che in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva.
Addirittura la reazione è molto "religiosa" - o "amorosa", se preferite, forse di trance. Di estasi nel linguaggio pirandelliano.
Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca.
Ripete per ben tre volte due parole, quasi a confermare l'estasi. Forse nel pensiero. Quasi come se fosse un bambino.
Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna!
E si raggiunge il climax finale con il punto di vista, prima, di Ciàula e, poi, della luna per concludere con le sensazioni dell'osservante. Una reazione che potrebbe anche accadere in una relazione amorosa, tornando al nostro discorso di prima.
E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto,
dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là,
mentr'ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce,
ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui,
che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco,
nella notte ora piena del suo stupore.
Beh, sicuramente oggi l'industria delle miniere esiste sempre meno in Sicilia. Forse una nuova novella differente rispetto a questa sarebbe ambientata in una miniera di sale o nel mondo del turismo minerario. Magari il/la protagonista sarebbe un precario o una precaria del settore.
Male di luna. L'astro viene introdotto in maniera "misteriosa":
Batà mugolò di nuovo, si scrollò tutto per un possente sussulto convulsivo,
che parve gli moltiplicasse le membra;
poi, col guizzo d'un braccio indicò il cielo, e urlò:
- La luna!
Sidora, nel voltarsi per correre alla roba,
difatti intravide nello spavento la luna in quintadecima,
affocata, violacea, enorme, appena sorta dalle livide alture della Crocca.
Sidora potrebbe essere un diminuitivo di Isidora? E Batà di Sebastiano? Boh. E che parole come quintadecima e affocata... Mi ricorda un cinguettìo di una ragazza su parole oggi inusuali nell'opera di Pirandello. Ma soprattutto mi sto chiedendo: la luna può essere violacea? Io non l'ho mai vista così. Per Pirandello, invece, sì, può esserlo. E per voi?
E le alture sono livide. Ma le montagne non sono solitamente marroni, verdi o bianche? Livide significa violacee. O no? Poi l'autore prende il sopravvento e diventa onnisciente, come lo definiscono i teorici del romanzo:
Asserragliata dentro, tenendosi stretta
come a impedire che le membra le si staccassero
dal tremore continuo, crescente, invincibile,
mugolando anche lei, forsennata dal terrore,
udì poco dopo gli ululi lunghi, ferini, del marito che si scontorceva fuori,
là davanti la porta, in preda al male orrendo che gli veniva dalla luna,
e contro la porta batteva il capo, i piedi, i ginocchi, le mani, e la graffiava,
come se le unghie gli fossero diventati artigli, e sbuffava,
quasi nell'esasperazione d'una bestiale fatica rabbiosa,
quasi volesse sconficcarla, schiantarla, quella porta,
e ora latrava, latrava, come se avesse un cane in corpo,
e daccapo tornava a graffiare, sbruffando, ululando,
e a battervi il capo, i ginocchi.
Che frase lunghissima, ben scritta, avvincente, quasi cinematografica! O no? Esaminatela bene nei particolari, se vi piace scrivere. E la luna causa persino uno svenimento:
Ma a traverso la grata di una finestra, in alto, nella parete di faccia,
di nuovo scorse la luna, ora limpida, che saliva nel cielo,
tutto inondato di placido albore.
Ma un tranquillo colore, quasi da alba, può causare un mancamento? E, mi rivolgo a chi di voi è studente. Per favore non scrivete "a traverso" nei temi d'italiano - soprattutto se siete laziali o siciliani e vivete in luoghi dove, tradizionalmente, si raddoppiano le consonanti. Non "deliziate" i prof. dicendo: "Lo ha scritto Pirandello". Già mi "delizio" con errori d'italiano in compiti e verifiche scritte d'inglese e di tedesco...
Ma torniamo a quanto scrive l'autore agrigentino. Il cane fa la guardia a Batà, mentre Sidora fugge, nella notte ancora alta, tutta soffusa dal chiarore della luna. Scappa dalla madre e le dice, con le tre parole che danno il titolo alla novella: - Il male di luna! il male di luna!
Batà racconta ad alcune comari il perché della sua reazione e del suo comportamento. Tutto sembra risolversi. Quando farà la luna, verrò giù io, con Saro... dice la madre a Sidora. Ed io non vi dico chi è Saro. Basta leggere questa novella, molto descrittiva e "raccontata".
A questo punto la luna diventa, quindi, persino esile: la rivide infine tenera, esile nel cielo ancora crepuscolare, e a mano a mano, di nuovo crescere sempre di più. Batà parla di luna con le corna - e non ne avevo mai sentito parlare. Lui allungava anche il collo per vedere se dietro le alture della Crocca non spuntasse la faccia spaventosa della luna. Ebbene, a mio parere questa faccia dell'astro è un'immagine soggettiva del protagonista, ma il racconto è ambiguo e sembra anche un po' che l'io narrante condivida l'opinione con il suo personaggio.
Infine la luna, in questa situazione di dolore, sembra diventare allegra: se di là tanto male dava al marito, di qua pareva ridesse, beata e dispettosa, della mancata vendetta della moglie. Che non vi spiego; leggete l'opera.
E, francamente, mi risulta difficile un'attualizzazione dell'opera: forse l'effetto potente della luna sui destini umani mi fa pensare alle fase lunari. Magari i protagonisti potrebbero essere una coppia giovane di oggi che si è sposata "alla leggera", come purtroppo oggi accade spesso, e rischia la separazione ed il divorzio. Magari la luna non ha un ruolo preponderante nella relazione della coppia, ma "vigila" sulle loro difficoltà ed i loro dolori. Magari uno dei personaggi ha difficoltà affettive per cui ha numerose separazioni alle spalle. E, magari, chissà, può trovare un aiuto - ma non lo sapremo fino alla fine - negli umili consigli di una persona che lo ha conosciuto molto poco, ma vuole provare ad aiutarlo, ad avere una relazione d'amore che lo prenda per sempre. Magari sullo sfondo di una realtà politica e sociale difficilissima che c'è ed è vissuta in tutto il suo dolore.
In conclusione purtroppo non ho con me il libro e non posso citarvi l'altro testo, l'ultimo, ma mi
impegno a pubblicare citazioni nelle prossime settimane. Ed anche a provare a
pensare come si potrebbero
percorrere nuovi percorsi, scrivere
nuove parole fondate sui passaggi pirandelliani che citerò. E vedremo
dove "oseremo" arrivare.
Quali musiche, quali classici musicali abbinare
a queste parole?
I Giganti della montagna. Andranno in scena nella stagione 2018/2019 del Piccolo Teatro di Milano con Gabriele Lavia.
Un attore che non mi è molto simpatico.
Vedremo chi saranno gli altri protagonisti dal 27 febbraio al 10 marzo 2019.
Andò, Emma Dante, Vittorini. Ci saranno anche
La tempesta di William Shakespeare con la regia di Roberto Andò e Renato Carpentieri nel ruolo di Prospero dal 14 al 26 maggio 2019; uno spettacolo di Emma Dante,
La scortecata dal
Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile, dal 2 al 14
aprile 2019; ma anche
Uomini e no da Elio Vittorini secondo Michele Santeramo e con la regia di Carmelo Rifici dal 13 al 23 novembre 2018.
Andò e Pirrotta. Ha debuttato alla Sacrestia di San Nicolò a Catania lo spettacolo teatrale
Storia di un oblio di Roberto Andò con l'attore palermitano Vincenzo Pirrotta, tratto dall'omonimo racconto di Laurent Mauvignier. Riuscirò a vedere quest'opera tragica? Se sì, speriamo che non sia molto noiosa... Come sembra essere nell'articolo
Morire in un supermarket: voci per non dimenticare di Franco Cordelli sul Corriere della sera...
Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Guccione e Stefano Bucci
Avevo letto un articolo di Stefano Bucci intitolato
Tra cielo e mare, le armonie «piatte» di Piero Guccione. Spero di riuscire a trovare le citazioni di Leonardo Sciascia su questo artista siciliano.
Francobollo. Intanto ho trovato alcune pagine che ho salvato nella mia lista Leonardo Sciascia #CMLibri su CMLibri @ StumbleUpon. Mi è piaciuto il francobollo con un incisione proprio di Guccione con il Ritratto dello scrittore della mia provincia. Color argilla e quadratini. Severo.
Il Gattopardo e Guccione. Sciascia avrebbe anche scritto sull'opera di Tomasi e cercherò il testo.
Oppure cercherò le acqueforti di Bruno
Caruso per il Mare colore del vino del 1984.
O i testi di Leonardo Sciascia su Santo Marino e Giovanni Verga;
su Vitaliano Brancati e Jean Calogero;
su Giuseppe Modica e Michele Amari.
O i Dipinti per “Il gattopardo” dello scrittore racalmutese o i «ladri di luce» di Gesualdo Bufalino (i fotografi Ferdinando Scianna e Giuseppe Leone).
Mi risulta, invece, più facile cercarvi «Il sole è la morte» da Il
Gattopardo.
I pupi siciliani e l'«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto
Che bello vedere i pupi della mia regione, della compagnia palermitana di Enzo Mancuso, e, dietro di loro, il tempio di Giunone di Agrigento.
E stasera è abbastanza tardi e domani, sabato, e domenica la biblioteca sarà chiusa. Spero entro lunedì o martedì di citarvi un passo che mi colpirà da quest'opera di Ariosto. Se volete citato un passo in particolare chiedete pure e, magari, spiegatemi anche il perché. Ogni suggerimento è benvenuto e ben accolto.
Infine in bocca al lupo all'associazione teatrale e culturale Carlo Magno. Non deve, forse, essere sempre semplice fare questo lavoro. O, almeno, così si dice.
Sofocle. Orazio Alba al Giardino della Kolymbetra di Agrigento. Ha recitato in "Edipo Cuntu", dall'Edipo Re di Sofocle.
Calipso
e l’«Odissea» di Omero? Sto leggendo quest'opera così importante e,
credo, dovrei essere arrivato al Libro quinto. Finora ho trovato pochi
riferimenti. Uno nei primi versi, che avevo quasi dimenticato (Libro
primo), in cui è descritta come ninfa possente, chiara tra le dee e figlia di Atlante, pericoloso. Situazione oggi da telenovela, soao opera, fiction o da giornale scandalistico - forse. Ma Omero è Omero, un artista.
. Vive
. Lui, Ulisse,
.