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domenica 5 maggio 2024

Non soltanto la copertina del disco «la valle dei templi» dei Perigeo ad «Archeologia a 33 giri» in uno dei musei della mia città - #Audio «Pick-a-Rib (Chupa Una Costilla)», di pubblico dominio, di Benny Goodman - La musica estiva, l'«Arcosoli Jazz» e «Festivalle» - anche al fu tempio di Giunone ed alla Kolymbethra

Avevate comprato l'album discografico e brano musicale «la valle dei templi» 

 

 

 

(1975)

 

 

 

dei Perigeo,

 

 

 

disco che ho ascoltato su Deezer?




Il brano era stato scritto e composto da Bruno Biriaco,

 

 

e riscritto da Franco D'Andrea, 

 

 

 

da Tony Sidney,

 

 

 

da Giovanni Tommaso,

 

 

insieme al sassofonista Claudio Fasoli (nato a Venezia,

 

 

 

ma vive a Milano)

 

 

 

ed a Biriaco.

 

 

 

Brano nell'album dei perigeo, 

 

 

 

con Fasoli,

 

 

 

per la casa discografica Rca,

 

 

 

di cui avevo già scritto qua.

 

 

  

Ebbene, 

 

 

 

non soltanto questa copertina, 

 



ma c’è anche il drakon greco, 
 
 
 
il drago greco, 
 
 
 
che Ennio Morricone volle come cover, 
 
 
 
come copertina, 
 
 
 
dell'album discografico della colonna sonora televisiva, 
 
 
 
delle musiche della miniserie televisiva «Marco Polo»,
 
 
 
nel 1982, 
 
 
 
ad una mostra a cui spero di andare; 
 
 
 
e ci sono pure il «gargoyle»,
 
 
 
parola inglese che si traduce con gargolla o garguglia, 
 
 
 
e contraddistingue la parte terminale dello scarico dei canali di gronda degli edifici, 
 
 
 
spesso costituita da figure statuarie, animalesche o fantastiche (grazie a Wikipedia).
 
 
 
Questa gargolla, 
 
 
 
che nello stesso anno, 
 
 
 
proprio nell'Ottantadue, 
 
 
 
segnò la nascita del gruppo rock dei Rem di Michael Stipe,
 
 
 
con «Chronic Town» 
 
 
 
(buon rock a tutti voi ed a tutte voi); 
 
 
 
e «l’occhio che tutto vede»
 
 
 
uno dei simboli più noti dell’antico Egitto, 
 
 
 
ma non così noto a me,
 
 
 
che i The Alan Parsons Project lanciarono per «Eye in the Sky»
 
 
 
E il serpente bifaccia degli Aztechi, 
 
 
 
anche questo a me abbastanza ignoto,
 
 
 
che Vangelis scelse per «Mask»
 
 
 
tre anni dopo, 
 
 
 
e la copertina era - per quanto ho capito - 
 
 
 
di Paul Whitehead;
 
 
 
i due innamorati medievali di «Trespass» 
 
 
 
dei Genesis, 
 
 
 
del 1970; 
 
 
 
la Sfinge di Gaza - in una Striscia di Gaza molto di attualità in questo periodo - 
 
 
 
sfinge che finì sulla copertina di «Hot in the shade» 
 
 
 
(1989), 
 
 
 
quindicesimo album dei Kiss, 
 
 
 
il più lungo mai registrato dal gruppo di hard rock e non ho mai ascoltato nessuno di questi lavori discografici. 
 
 
 
Approfondirò, dunque, chissà fra quanti giorni o settimane o mesi sulla cosiddetta «archeologia a 33 giri» 
 
 
 
o anche sui vinili che possono diventare pezzi da museo.

 

 

 

Ad una mostra di copertine discografiche nata da un’idea di Filippo Barbaro, 

 

 

 

uno storico speaker radiofonico palermitano, 

 

 

 

un conduttore radiofonico - che non conosco - 

 

 

 

di Palermo,

 

 

 

ed appassionato collezionista di vinili,

 

 

 

ad una mostra che ha il titolo «Archeologia a 33 giri. Vinili da museo»

 

 

 

ed intenderebbe creare uno stretto legame tra il mondo musicale e quello artistico – archeologico. 

 

 

 

Dovrei vedere, dunque, le copertine di vinili ispirate ai reperti archeologici, 

 

 

 

alla preistoria, 

 

 

 

all’antico Egitto, 

 

 

 

ai precolombiani, 

 

 

 

alla civiltà greca o alla civiltà romana, 

 

 

 

oppure al Medioevo

 

 

 

E non conosco e non so chi sia l’archeologa Donatella Mangione

 

 

 

la curatrice di quest'esposizione.

 

 

 

Buon lavoro, inoltre, al direttore del Parco Valle dei templi

 

 

 

a Roberto Sciarratta

 

 

 

ed al responsabile del Museo Griffo, Giuseppe Avenia.

 

 

 

E concordo sul fatto che sia una mostra assolutamente abbastanza «sui generis»,

 

 

 

patrocinata da un abbastanza assiduo organizzatore di mostre, 

 

 

 

il Parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi della mia Agrigento.

 

 

 

E spero di andare il più presto possibile, 

 

 

 

non credo oggi, 

 

 

 

il tredici di ottobre (maggiori informazioni a fine testo), 

 

 

 

chissà se alle diciassette.

 

 

 

Oggi, stasera, 

 

 

 

sono già passate circa quattro ore nello scrivervi questo mio testo.

 

 

 

Mostra ed esposizione al Museo archeologico regionale Pietro Griffo - Marag -

 
 
 
 
 

nella Valle dei templi

 

 

 

che la ospiterà fino al sette di aprile - ed ulteriori particolari in conclusione di questo mio testo sul blog. 

 

 

 

Orari di apertura del Museo archeologico Griffo di Agrigento?

 

 

 

A quanto pare tutti i giorni, 

 

 

dal lunedì alla domenica,

 

 

 

dalle nove del mattino alle diciannove e trenta,

 

 

 

alle sette e mezza della sera autunnale,

 

 

 

della sera invernale e della sera primaverile,

 

 

 

con ultimo ingresso alle diciannove,

 

 

 

alle sette della sera.

 

 

 

La cura di questa mostra «archeologico-musicale»

 

 

 

è firmata proprio dal presentatore radiofonico e dall’archeologa di cui scrivevo prima.

 

 

 

 

Invece, 

 

 

 

dal ventinove di luglio di due anni fa all'uno agosto - l'anno a fine testo - 

 

 

 

si era tenuta la decima edizione dell'Arcosoli Jazz.

 

 

 

Il trentuno di luglio al tempio di Giunone

 

 

 

si era esibita la cantante e violinista Greta Panettieri.

 

 

 

Il primo di agosto al tempio di Giunone era toccato al trombettista Alessandro Presti.

 

 

 

Il sabato trentuno di luglio, appunto, 

 

 

 

il Greta Panettieri 4et, 

 

 

 

in una formazione composta non soltanto da Greta Panettieri alla voce

 

 

 

ma anche da Andrea Sammartino al pianoforte, 

 

 

 

da Giuseppe Bassi al contrabbasso e da Alessandro Paternesi alla batteria.

 

 

 

Era stato il turno, quindi, domenica primo di agosto, 

 

 

 

dell'Alessandro Presti 5et, 

 

 

 

con la formazione composta da Alessandro Presti alla tromba ed al flicorno, 

 

 

 

due strumenti musicali che non ho mai suonato,

 

 

 

da Daniele Tittarelli al sax, 

 

 

 

altro strumento mai suonato,

 

 

 

che, forse, voi suonate;

 

 

 

da Alessandro Lanzoni al pianoforte, 

 

 

 

strumento musicale che so suonare, 

 

 

 

da Gabriele Evangelista al contrabbasso, 

 

 

 

da Enrico Morello alla batteria.

 

 

 

E vi aggiungo anche che Greta Panettieri è una cantante, violinista e paroliera, 

 

 

 

un'autrice di testi musicali,

 

 

 

nata a Roma e cresciuta in Umbria, 

 

 

 

ed aveva vissuto a New York per sei anni.

 

 

Era tornata, successivamente, 

 

 

 

nel 2011 in Europa, 

 

 

 

e ad Umbria Jazz aveva conosciuto Gegè Telesforo, 

 

 

 

con cui si era dedicata a scorribande nella cosiddetta world music,

 

 

 

nella musica del mondo.

 

 

 

«Shattered/Sgretolata»

 

 

 

è un titolo di un suo cd che l’aveva portata sul palco di Toquinho.

 

 

 

Alessandro Presti, invece, è della classe 1988, 

 

 

 

più giovane per più di un decennio rispetto a me,

 

 

 

ed è un trombettista e musicista siciliano ed un compositore.

 

 

 

Scriverebbe, a quanto pare, brani ariosi (forse).

 

 

 

Ha suonato la tromba grazie al padre

 

 

 

un musicista e direttore d’orchestra. 

 

 

 

Tra le sue collaborazioni quelle con Stefano Di Battista, 

 

 

 

con Eddie Gomez, 

 

 

 

con Roberto Gatto, 

 

 

 

con Lew Tabachkin, 

 

 

 

con Bill Mays, 

 

 

 

con Nasheet Waits, 

 

 

 

con Ellade Bandini.

 

 

 

Credo di non essere mai andato a loro concerti - o almeno credo e ricordo di non esservi andato.

 

 

 

Un altro concerto

 

 

 

un altro concerto jazz, peraltro, 

 

 

 

si era svolto quell'anno ai piedi del fu tempio di Giunone

 
 
 

in verità del tempio di Atena

 

 

 

il tredici di agosto, 

 

 

 

che voleva unire il virtuosismo del portoricano (me newyorkese d’adozione) Eddie Gomez, 

 

 

 

al contrabbasso, 

 

 

 

all’estro di Sal Bonafede al piano ed alla verve musicale del batterista Eliot Zigmund.




E ricordo che Eddie Gomez sia uno dei più importanti e conosciuti contrabbassisti della sua generazione,

 

 

 

forse non soltanto di questa sua generazione di coetanei o quasi coetanei. 

 

 

 

Sarebbe stato un ex allievo della Juilliard School, 

 

 

 

una scuola,

 

 

 

nel 1966 aveva conosciuto Bill Evans ed era diventato il suo contrabbassista per dodici lunghi anni.

 

 

 

Certamente non poco.

 

 

 

Nella sua lunga carriera, Eddie Gomez aveva suonato con jazzisti come Miles Davis e Dizzy Gillespie,

 

 

 

come Gerry Mulligan, 

 

 

 

con un jazzista che amo moltissimo quale è Benny Goodman (ne avevo scritto qui), 

 

 

 

con Herbie Hancock, 

 

 

 

con Al Foster, 

 

 

 

con Chick Corea (di cui avevo già scritto qua su questo blog e potete cercare, dunque, tramite la funzione di ricerca in questo mio blog), 

 

 

 

con Dado Moroni e Michel Petrucciani.




E vi piacciono «Pick-a-Rib (Chupa Una Costilla) - Part 1»

 

 

 

e «Pick-a-Rib (Chupa Una Costilla) - Part 2»

 

 

 

(Victor)

 

 

 

del Benny Goodman Quintet,

 

 

 

del ventinove di dicembre del 1938,

 

 

 

entrambi di pubblico dominio?




A me non particolarmente.




E ve li ho pubblicati su CMMusica su Hubhopper (audioprofilo e primo ascolto con la parte prima su questa pagina e la seconda parte su quest'altra pagina)

 

 

 

con il fox trot, 

 

 

 

il clarinetto, 

 

 

 

soprattutto il pianoforte alla mia attenzione, 

 

 

 

strumento musicale per me più importante perché lo so suonare;

 

 

 

il vibrafono, 

 

 

 

il basso e la batteria.




Ma torniamo ai festival musicali estivi agrigentini.

 

 

 

Dal cinque all'otto di agosto di quell'anno, invece, a sua volta,

 

 

 

si era tenuta la quinta edizione di «Festivalle»,

 

 

 

con la musica internazionale e le arti digitali. 

 

 

 

Sempre diretto da Fausto Savatteri, 

 

 

 

il festival musicale quell'anno aveva una cosiddetta line up, 

 

 

 

l'esibizione di questi artisti: 

 

 

 

oltre a Tommaso Cappellato e l’Alfredo Rodriguez Trio, 

 

 

 

c'erano il cantautore portoghese Salvador Sobral, 

 

 

 

i Kokoroko, che non conosco, 

 

 

 

un collettivo londinese - città che ho amato molto - 

 

 

 

tra jazz e afro-beat.

 

 

 

Dunque anche note jazz non soltanto ai piedi del fu tempio di Giunone, 

 

 

 

ma anche sulla spiaggia di San Leone ed al Giardino della Kolymbethra

 

 

 

Si era iniziato il giovedì cinque di agosto con Tommaso Cappellato (dagli Usa e dall'Italia), 

 

 

 

poi l’Alfredo Rodriguez Trio (da Cuba e dagli Stati Uniti d'America);

 

 

 

il cantautore portoghese Salvador Sobral, 

 

 

 

e non ricordavo che fosse stato il vincitore dell’Eurovision Song Contest del 2017;

 

 

 

come già scritto, i Kokoroko, 

 

 

 

il collettivo di Londra di musicisti

 

 

 

di giovani musicisti che mescolano il jazz all’afro-beat;

 

 

 

i Fanfara Station, 

 

 

 

ma anche un bravissimo e piacevole musicista, Tullio De Piscopo; 

 

 

 

la banda folk dei Selton (dal Brasile), che non conosco; 

 

 

 

ed i Cratere Centrale (funk, jazz e musica elettronica ai piedi dell’Etna - e non avevo finora mai sentito parlare di loro).

 

 

 

E volete visitare insieme al mio blog CMTempoLibero il museo archeologico Griffo,

 

 

 

il tempio di Atena, il fu tempio di Giunone,

 

 

 

la Kolymbethra e tutta la Valle dei templi e l'intera Agrigento?

 

 

 

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Grazie alla pagina «Valle dei templi»

 

 

 

di AgrigentoOggi, 

 

 

 

al motore di ricerca Ecosia, 

 

 

 

ad Open mlol e ad Internet Archive (Archive.org). 




Ed oggi piacevole riascoltare un classico della musica pop come «Sleeping Satellite»

 

 

 

cantata ed interpretata da Tasmin Archer,

 

 

 

con il primo verso della canzone che suona:

 

 

 

«I blame you for the moonlit sky»,

 

 

 

che dovrebbe significare «io ti do la colpa, ti biasimo per il cielo illuminato, rischiarato dalla luna».




Quindi possiamo imparare il significato del verbo to blame ed apprendere che lit è il participio passato del verbo to light,

 

 

 

illuminare, 

 

 

 

rischiarare.

 

 

 

Mentre domenica scorsa - vi racconto altro - 

 

 

 

ho apprezzato «Cose della vita»

 



cantata da Eros Ramazzotti e Tina Turner,




con le parole del testo che cominciano con

 

 

 

«Sono umane situazioni 

 

 

 

quei momenti fra di noi

 

 

 

I distacchi e i ritorni

 

 

 

Da capirci niente poi».

 

 

 

Si parte con un'interpretazione, dunque,

 

 

 

per passare ad una descrizione nel secondo e nel terzo verso,

 

 

 

per concludere nel quarto verso con un'opinione.

 

 

 

Ascoltate rispettivamente nella mattinata di Radio Inblu, 

 

 

 

molto dopo le sette del mattino, 

 

 

 

fra le nove e le dieci del mattino,

 

 

 

e la seconda su «Radio Eurospin».




Ma torniamo all'esposizione.




Questa mostra comincia, dunque, il tredici di ottobre di questo 2023 e chiuderà il sette di aprile del prossimo anno, 

 

 

 

del 2024.




La decima edizione dell'«Arcosoli Jazz»

 

 

 

e la quinta edizione di «Festivalle»,

 

 

 

invece, 

 

 

 

nel 2021 - e nel prossimo 2024 si arriverà, dunque, 

 

 

 

rispettivamente alla tredicesima edizione ed all'ottava edizione.

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