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giovedì 20 luglio 2023

Con la scomparsa dei re Maya, le tortillas di granturco ed il tamalito ed un vaso antico - anche con arancione - il giovedì del «Festival del cinema archeologico» in un museo della mia città - E niente «Cibo archeologico» di Braconi e Marino Marini con «La storia nel piatto»

Chissà com'è andata la serata «Archeo Food» a chi ha partecipato, io non c'ero.



Con «La storia nel piatto».




Un viaggio culinario e storico-gastronomico nel passato nato dall’incontro di due studiosi.




Un archeologo e un gastronomo, ideatori del progetto Archeo Food.




Il «Festival del cinema archeologico» ha proposto, dunque, una serata con le antiche ricette, i sapori e le tradizioni culinarie di civiltà secolari.




Cibo, cultura, storia ed epoche lontane.




Paolo Braconi ha insegnato Antichità romane e Storia dell’agricoltura e dell’alimentazione all’Università di Perugia.




Ha diretto scavi e progetti di valorizzazione del patrimonio culturale, anche in Italia.




Marino Marini, laureato in Scienze umane e sociali, è docente di Storia e cultura dell’alimentazione e gastronomo.




Si occupa dei progetti di educazione e dei presidi di Slow Food.




E questa sera soltanto una proiezione, alla quale sto partecipando, «Fall of the Maya Kings», «La caduta dei re Maya»,




con la regia documentaristica di Leif Kaldor




(Canada, 2022, cinquantadue minuti e, dunque, meno di un'ora).




La scomparsa della società degli antichi Maya, uno dei grandi misteri della storia.




E nel filmato proposto un archeologo della Northern Arizona University, Jaimie Awe.




E la Baking Pot, una città «archeologica»



e Julie Hoggarth della Baylie University.




Una scoperta – il bel vaso KomKom,






anche con un pizzico di colore arancione (sperando che non sia un'aggiunta del post-trattamento video) –










è un resoconto scritto dai Maya stessi e dettagliato,










resoconto degli eventi al momento del collasso di una civiltà sopraffatta da lotte per il potere, sacrifici umani e cambiamento climatico.



E intervengono anche Diane Zaino Chase e un altro Chase, 



della Claremont Graduate University. 



Ed Arlen Chase. 



Ed il periodo classico maya va dal 250 al 700 dC, dopo Cristo. 




Ed è importante Caracol nel video. 





E si riferisce delle tortillas, anche al granturco, 





e del tamalito. 



Più tardi interviene anche l'abbastanza giovane Christophe Helmke dell'Università di Copenhagen, 



in Danimarca. 



Ed i luoghi sono in Belize, 



nel Belize occidentale. 



Grotte o una grotta. 



Scheletri anche di giovani, 



sacrifici di bambini. 



E l'artista
 
 
 
l'artista maya Frank Tzib, 



che dipinge su ceramica. 



Il 799 dC e Yax-Ha e Naranjo, 



in guerra fra loro, 



ad un giorno di distanza a piedi l'una dall'altra, 



come si sente nel video. 



E non conoscerete, probabilmente, la cosiddetta «danza della tartaruga rara». 



Ma ci sono anche il Messico, 



il Guatemala, 



il Salvador. 



Proiezione anche questa sera di giovedì al chiostro del Museo archeologico regionale siciliano Pietro Griffo - Marag -




di contrada San Nicola,




nella Valle dei templi,




ad Agrigento.













dovreste vedere, forse, dunque, da qui (finora no nelle scorse due serate di quest'anno),





da questo museo,



i miei video e, molto più difficilmente, le mie foto da questa abitualissima nuova edizione del «Festival del cinema archeologico» di Agrigento.



E volete visitare questo museo archeologico regionale siciliano Griffo, agrigentino, insieme al mio blog CMTempoLibero?




Potete scrivermelo - e seguirmi - anche su Pinterest (il mio profilo con foto e video e questo filmato),




 
 

 

su You Tube (videoprofilo),

 

 

 

su Google Maps e sulle altre reti sociali, 

 

 

 

come su Swarm e Foursquare,





ma anche su TikTok - ed, infine,




pure su Linkedin,



e qua su Blogger/Blogspot.
 
 
 
E, tramite alcuni dei tag qui sotto a fine articolo oppure attraverso le etichette in conclusione della colonna destra di questo blog, potete leggere moltissimo altro.

 

 

 

La proiezione stasera non al solito orario tradizionale delle ventuno, ma... 
 

 

 

La giuria del solito e stupendo Premio Parco archeologico e paesaggistico della Valle è costituita 

 

 

 

anche da Antonio Barone (ben noto qui in territorio agrigentino), 

 

 

 

e Chiara Atalanta Ridolfi (non so chi sia).

 

 

 

E c'è anche il consueto premio del pubblico.

 

 

Il coordinamento scientifico del Festival è di Valentina Caminneci e Maria Concetta Parello, archeologhe del Parco molto note qua.




Giuseppe Avenia è il responsabile solito ed usuale del Museo archeologico agrigentino
 

 

 

e Rosario Maniscalco (non so chi sia) il responsabile dell'Uo 02, l'Unità operativa 02 - chissà di cosa si occupa quest'ufficio, non lo so.




Documentari, programma e coordinamento a cura del Ram Film Festival (Rovereto Archeologia Memorie) - Fondazione Museo civico di Rovereto,

 

 

 


in Trentino 




(passavo da questa cittadina in treno, ma non mi sono mai fermato).




E dopo il giovedì di questo festival «Mi ritorni in mente» di Lucio Battisti e «La musica è finita» di Ornella Vanoni, 




tramite la frequenza fm dei 104.00 di Villaseta o della Rupe Atenea (probabilmente e quasi sicuramente la seconda), qui ad Agrigento, 



di Radio Margherita, 




ma anche la deliziosa «Fiamme negli occhi» 




dei Coma_cose attraverso l'fm dei 96.30 dagli stessi ripetitori




su Radio Italia. 

 

 

 

Per me questo festival, dunque, oggi, stasera, venti di luglio di questo 2023, 

 

 

 

dalle ventidue,

 

 

 

dalle dieci della sera.

 

 

 

Ho tutto il tempo per arrivarci - me lo auguro.

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