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sabato 22 luglio 2023

#Video «La pace» di Aristofane secondo Daniele Salvo con la porchetta di Ariccia che diventa di Ortigia, il «cunto palermitano», gli uccellacci e uccellini, «guagliù», «Eppur si muove», la solita bordata contro Euripide, la bici «che stona» ed i «cantantelli melodici»

Sicuramente con uno specchio, come sto vedendo dal vivo (passavano là rappresentanti istituzionali ed erano riflessi).




Dopo il Teatro greco di Siracusa per il debutto,




«La Pace» di Aristofane, la commedia teatrale con la regia teatrale di Daniele Salvo nella traduzione di Nicola Cadoni, è arrivata al Teatro estivo sotto la Valle dei templi di Agrigento,




a Piano San Gregorio,




molto sotto il tempio della Concordia.





Ma anche molto sotto il fu tempio di Giunone
 
 
 




Si tratta di una produzione firmata dall’Inda – Istituto nazionale del dramma antico.




Buon lavoro, dunque, al regista teatrale Daniele Salvo.




E non ho ancora letto le scene con il viaggio di Trigeo sull’Olimpo a cavallo di uno scarabeo stercorario gigante,




nella disperata volontà di far terminare ogni conflitto e di liberare la Pace,




imprigionata in una profonda grotta,




e c'è l’Utopia.




Triste pensare al rischio di un’estinzione di massa.




Ma è così.




Recitazione, a quanto pare, senza tracce di elementi borghesi, con il corpo, ma io finora non la sto notando affatto così.




E davvero stupidità e corruzione dell’umanità?




Credo la seconda.




«La pace», commedia teatrale di Aristofane, fu rappresentata alle Grandi Dionisie nel 421 a.C., avanti Cristo.




L’opera sarebbe stata scritta durante la guerra del Peloponneso combattuta tra Atene e Sparta.




Fu messa in scena circa sette mesi dopo la morte in battaglia sia di Cleone (il generale ateniese)




che di Brasida (il generale spartano).




«La pace» anticipò, di poche settimane, la ratifica della Pace di Nicia (421 a.C.),




che sospese per sei anni difficili le ostilità tra Atene e Sparta.




Nel cast Giancarlo Latina (Trigeo),




Massimo Verdastro (Ermes/Ierocle),




Simone Ciampi (Servo di Trigeo I),




Martino Duane (Servo di Trigeo II/Aristofane)




E quest'ultimo, soltanto da servo, ha una marcatissima inflessione della Toscana,




evidentissima e voluta, con la c aspirata.




O, forse, entrambi.




E poi Francesca Mària - e senza accento Francesca Maria (figlia di Trigeo I),




Stella Pecollo (Figlia di Trigeo II),




Patrizio Cigliano (Polemos/Mercante di zappe),




Gaetano Aiello (Macello),




Giuseppe Rispoli (Mercante di armi),




Jacqueline Bulnés (La Pace),




Elena Polic Greco (La Pace nel monologo finale),




Gemma Lapi (Theoria, dea della festa),




Federica Clementi (Opora, dea del raccolto).




I corifei sono Gaetano Aiello, Simonetta Cartia, Simone Ciampi, Patrizio Cigliano, Martino Duane, Marcella Favilla, Elena Polic Greco, Francesco Iaia, Francesca Màaria, Stella Pecollo e Giuseppe Rispoli.




Nel coro Alberto Carbone, Federica Clementi, Alessandra Cosentino, Giovanni Costamagna, Denise Kendall Jones, Domenico Lamparelli, Gemma Lapi, Emilio Lumastro, Marco Maggio Carlotta Maria Messina, Jacopo Sarotti, Massimiliano Serino, Davide Sgamma, Francesca Sparacino, Giovanni Taddeucci.




Le scene sono di Alessandro Chiti e non mi piacciono affatto, assolutamente, troppo anonime, troppo brutte,




le installazioni sceniche di Michele Ciacciofera,




i costumi di Daniele Gelsi ed alcuni di questi non mi piacciono,




la cura del movimento di Miki Matsuse,




le luci di Giuseppe Filipponio,



la direzione dei cori cantati di Elena Polic Greco e Simonetta Cartia,




l'assistente alla regia è Raffaele Latagliata,




l'assistente costumista Andrea Grisanti,




il direttore di scena Giuseppe Conigli.




Sicuramente ci sono state modifiche evidentissime al testo aristofanesco




e c'è anche la lingua siciliana, il dialetto siciliano,




cosí come ci sono gli uccellacci ed uccellini, gli uccelli che fanno pensare a Pier Paolo Pasolini.




E la porchetta di Ariccia diventa di Ortigia in una battuta davvero divertente.




E più tardi si sente un «Eppur si muove» di epoca molto successiva.




Ed è divertente ed appuntita, ma con umorismo, umorismo britannico, la solita bordata e pubzecchiatura contro il tragediografo Euripide.




E, molto più in là, le «teste di cacio» invece che le «teste di c...».




E, forse, stona la bici visto che al tempo di Aristofane non doveva presumibilmente esistere.




E sappiate che ho dimenticato un «cunto palernitano» precedente molto piacevole.




Inoltre, chissà se di Aristofane o di Daniele Salvo, la battuta sui «cantantelli melodici».




Non neo-melodici.




E si sentono inflessioni dell'Emilia-Romagna, del Lazio ed un «guagliù» della Campania.




E perché non visitare con il mio blog CMTempoLibero il tempio della Concordia,




il fu tempio di Giunone, nella realtà tempio di Atena,




tutta la Valle dei templi e l'intera Agrigento?




Perché non me lo scrivete su CMLibri su Twitter (ho già pubblicato un video qua)




Filmato




e sulle altre reti sociali,




seguirmi sia lá sia qui su Blogger/Blogspot




e leggere moltissimo altro tramite alcuni dei tag qui sotto a fine articolo



oppure attraverso le etichette in conclusione della colonna destra di questo blog.




E questa commedia teatrale oggi, sabato ventidue di luglio di questo 2023,




dopo le ventuno,




le nove di sera,





per fortuna,




dato che sono arrivato poco dopo.

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