L'attore cinematografico Ciccio Ingrassia (realmente Francesco Cacace in «Franco, Ciccio e il pirata Barbanera»,
un oriundo siculo perché il padre era della mia Agrigento...).
E riferimento alla «Bella addormentata nel bosco»,
che ha le sue origini nella fiaba «Sole, luna e Talia»
del «Pentamerone»,
del 1634,
di Giambattista Basile,
poi in Charles Perrault nel libro «I racconti di mamma l'oca»
del 1697,
e nel volume «Le fiabe del focolare»
del 1812,
dei fratelli Grimm,
con il titolo «Rosaspina»,
ed ancor prima nella Brunilde addormentata della «Saga dei Völsungar»,
dall'Islanda del XIII secolo,
del Duecento,
e nel romanzo,
nel romanzo cavalleresco in francese «Perceforest»,
del 1340,
ed al «Robinson Crusoe»
di Daniel Defoe,
alla sorella di Venerdì.
«Rosaspina» comincia con:
«Ein König und eine Königin kriegten gar keine Kinder, und hätten so gern eins gehabt.»
«Un re ed una regina non avevano affatto alcun figlio e ne avrebbero così volentieri avuto uno.»
Il romanzo,
il romanzo d'avventura «Robinson Crusoe»
dello scrittore londinese Daniel Defoe,
ha questo incipit,
comincia così:
«I was born in the year 1632, in the city of York, of a good
family, though not of that country, my father being a foreigner of
Bremen, who settled first at Hull: he got a good estate by
merchandise, and leaving off his trade, lived afterwards at York,
from whence he had married my mother, whose relations were named
Robinson, a very good family in that country, and from whom I was
called Robinson Kreutznaer; but by the usual corruption of words in
England, we are now called, nay we call ourselves, and write our
name Crusoe, and so my companions always called me.»
«Ero nato nell'anno 1632, nella città di York, da una buona famiglia, anche se non di quel Paese, essendo mio padre uno straniero di Brema, che abitò prima ad Hull: ottenne una buona condizione tramite le mercanzie, ed abbandonando il commercio, visse dopo a York, laddove aveva sposato mia madre, i cui parenti erano chiamati Robinson, una famiglia molto illustre in quel Paese, e da cui fui chiamato Robinson Kreutznaer; ma con l'usuale corruzione delle parole in Inghilterra, siamo ora chiamati, o meglio, noi ci chiamiamo e scriviamo il nostro nome Crusoe, e così i miei compagni mi hanno sempre chiamato.»
Ma torniamo a «Franco, Ciccio e il pirata Barbanera»:
un film del 1969 con i ceffoni in stile Bud Spencer e Terence Hill.
Commedia con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia dal film «Il fantasma del pirata Barbanera»,
del 1968,
di Robert Stevenson,
per la Disney,
con Peter Ustinov capitan Barbanera,
con Dean Jones nel ruolo di Steve Walker e Suzanne Pleshette nei panni di Jo Anne Baker (il soggetto cinematografico da un romanzo,
dal romanzo omonimo di Ben Stahl,
e la sceneggiatura cinematografica di Bill Walsh e Don DaGradi).
Con colonna sonora,
con la colonna sonora cinematografica di Robert F. Brunner e con doppiatore Oreste Lionello per la voce del telecronista.
E «Franco, Ciccio e il pirata Barbanera» anche dal romanzo «L'isola del tesoro»,
del 1883,
Barbanera è stato un pirata inglese nato, forse,
a Bristol,
della quale avevo già scritto in questa pagina,
in Inghilterra (Regno Unito)
oppure forse a Port Royal,
in Giamaica.
Il lungometraggio con Franco e Ciccio è stato diretto
dal regista cinematografico Mario Amendola,
con soggetto di Riccardo Pazzaglia ed Amedeo Sollazzo,
con sceneggiatura di loro tre e di Bruno Corbucci e colonna sonora di Roberto Pregadio - di Catania.
Ciccio Ingrassia è il capitano Black e Mimmo Palmara il fantasma del capitano e pirata Flint.
Fernando Sancho è il pirata Barbanera.
Film con Franco e Ciccio visto su Tele One,
una televisione bagherese,
una televisione.
Ma torniamo al romanzo d'avventura «L'isola del tesoro»
di Stevenson all'incirca:
«…nell’anno di grazia 17, prendo in mano la penna e torno al tempo in cui mio padre gestiva la locanda dell’”Ammiraglio Benbow” e al giorno in cui il vecchio uomo di mare, abbronzato e sfregiato da una sciabolata, prese per la prima volta alloggio sotto il nostro tetto».
Ancor prima:
«To S.L.O., an American gentleman in accordance with whose classic taste the following narrative has been designed, it is now, in return for numerous delightful hours, and with the kindest wishes, dedicated by his affectionate friend, the author.»
«Ad S.L.O., un gentiluomo americano in accordo con il cui gusto classico la seguente narrativa è stata progettata, è ora dedicata, in cambio di numerose ore piacevoli, e con gli auguri più gentili, dal suo affezionato amico, l'autore.»
A Samuel Lloyd Osbourne,
il figliastro dello scrittore scozzese,
dello scrittore britannico Robert Louis Stevenson.
L'incipit del romanzo, dunque, e, forse, credo,
le isole dell'oceano Pacifico.
Grazie alle righe «Accadde oggi»
dell'almanacco del sito d'informazione «Scrivo libero»,
a «Il progetto Gutenberg»,
a WikiSource,
al «Portale Letteratura»
dell'enciclopedia in rete Wikipedia ed a «Robert Louis Stevenson»
di «Classic Literature».
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