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giovedì 18 aprile 2024

La leggenda di Colapesce in Sicilia - anche «sireno» allo «Scogliu d' 'u Russeddru», con un «arginteri» e «scocca di sangu» - «Storia dei paladini di Francia» di Lo Dico, «L'umorismo» pirandelliano ed il libro, anche sulla stanchezza, di Alan David Scifo

Da Borgetto

 

 

 

da Termini Imerese (Pa - provincia di Palermo),

 

 

 

da Palermo,

 

 

 

da Messina,




da Roccalumera, 

 

 

 

da Milazzo (Me - provincia di Messina),




da Trapani,




da Mazara del Vallo (Tp - provincia di Trapani),




da Acate (Rg - provincia di Ragusa),




da Gela (Cl - provincia di Caltanissetta),




in quest'ultima città sono stato l'anno scorso,




da Augusta (Sr - provincia di Siracusa),




da Lampedusa,




insieme al mio blog CMTempoLibero,

 
 
 
volete visitare il mare di Siculiana (Ag- provincia di Agrigento)
 
 
 
della leggenda di Colapesce, 
 
 
 
di questa leggenda siciliana,




di cui scrive Giuseppe Pitrè
 
 
 
nel volume ventidue, 
 
 
 
«Studi di leggende popolari in Sicilia e nuova raccolta di leggende siciliane»,
 
 
 
del suo saggio «Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane»,
 
 
 
dello scoglio di Lido Russello a Realmonte,
 
 
 
nei dintorni, 
 
 
 
nel Libero consorzio di Agrigento?
 
 
 

Scrive:

 

 

 

«Con o senza la imprecazione, Cola partecipa dell'uomo e del pesce (S. Agata, Borgetto, Siculiana, Termini, Messina - Palermo, Trapani, Mazzata), ma se in Borgetto, Siculiana, Messina, Koccalumera, Trapani, Palermo, è mezzo uomo e mezzo pesce, una specie di sirena mascolina; in Borgetto ha la pelle come aragosta, in Termini (VI) di squadro (squalus squatina di L.); in S. Agata (IV) Trapani (XI), Mazzara (XIV) ha la gola come i pesci, in Palermo (Vili) come le rane; in Termini (VI) e Palermo (Vili) le dita di anitre ed in Trapani (XIII), identificandosi col bue marino, ha faccia di vitello senza corna, collo lungo e coda, conservando nel restante del corpo abito umano.»

 
 
  
Continua:
 
 
 

«La leggenda di Siculiana lo fa nuotare in quel mare: e in una malandata scommessa con un argentiere, lo dice annegato presso lo Scogliu d' 'u Russeddu, e, stando alle gocce di sangue che si videro dopo, probabilmente divorato da un mostro marino.»

 
 
 
L'argentiere,
 
 
 
a quanto mi risulta,
 
 
 
sarebbe il lavoratore dell'argento,
 
 
 
chi lavora l'argento per professione.
 
 
 
E, forse purtroppo, 
 
 
 
credo non esista più questa casetta - capanna svizzera, 
 
 
 
 
 
 
a Realmonte,
 
 
 
 
 
 

«Nella contrada Giallonardo in Siculiana, sotto la torre delle Pergole, è una casetta a pianterreno, a forma di capanna svizzera, nella cui facciata è raffigurato con cocci piccolissimi di tegole attaccati alla calce ed alla sabbia Cola Pesce, la metà superiore del corpo uomo, con le dita delle mani unite da pelle cartilaginea; la metà inferiore, pesce squamoso.»

 
 
 
Ed ecco la leggenda realmontina e siculianese di Colapesce sommozzatore:
 
 
 

«Chistu avia summuzzatu nni tutti li gurfì di lu munnu, e ddoppu avilli firriatu tutti, vinni a Siculiana. 

 
Ccà piglia amicizia e' un arginteri, e ddoppu 'na pochi di jorna misiru 'na scummissa, ca Cola avia a pigliati t'unnu nni lu gurfu di Siculiana. 
 
Cola accunsintiu e cci dissi accussì : — "lu scinnu ddà jusu; si ddoppu mezz' ura affaccia una scocca di sangu, ti nni va' pi l'affari to', cà i' nun vegnu cchiù". Je daccussì successi.
 
Lu puntu unni Cola Pisci murì è vicinu lu Scogliu et u Russeddu».
 


«Questo aveva fatto il sommozzatore in tutti i golfi del mondo e, dopo averli girati tutti, venne a Siculiana.

Qua fece amicizia con un argentiere e dopo pochi giorni fecero una scommessa, che Cola aveva da pigliare un tonno [o: andare in tondo] nel golfo di Siculiana.

Cola acconsentì e gli disse così: "Io scendo là sotto; se dopo mezz'ora affaccia una goccia di sangue, te ne vai a fare gli affari tuoi, ché io non vengo più". E così successe.

Il punto dove Cola Pesce morì è vicino allo scoglio del Russello».

 

 

 

Sappiate anche che la leggenda siciliana di Colapesce ha origine nel XII secolo,




nel dodicesimo secolo del poeta franco-provenzale Raimon Jordan,

 

 

 

che avrebbe cantato di un Nichola de Bar che viveva come un pesce.




Ed, ugualmente con CMTempoLibero, 
 
 
 
volete godervi la Biblioteca Lucchesiana di via Duomo

 

 

 

nel mio centro storico di Agrigento
 
 
 
questa biblioteca con la sua tradizione storica,
 
 
 
luogo di un incontro culturale,
 
 
 
su un libro che ha protagonista un nuovo Colapesce contemporaneo,
 
 
 
con maggiori informazioni nelle prossime righe,
 
 
 
o studiare il siciliano?
 
 
 
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oppure attraverso le etichette in conclusione della colonna destra di questo blog e diario in rete,
 
 
 
in internet,
 
 
 
se non cambierò un giorno impostazione grafica,
 
 
 
il che sarebbe teoricamente possibile,



anche se improbabile,
 
 
 
potete leggere moltissimo altro.
 
 
  
Io, invece, non ho ancora letto il romanzo,
 
 
 
il romanzo cavalleresco «Storia dei paladini di Francia»
 
 
 
di Giusto Lo Dico,
 
 
 
del 1858 - 1860,
 
 
 
dal Ciclo carolingio.
 
 
 
Ma passiamo all'incontro culturale agrigentino,
 
 
 
all'incontro culturale siciliano,
 
 
 
sul libro-inchiesta, 
 
 
 
sembra che sia questo,
 
 
 
«Se Colapesce si stancasse»
 
 
 
del giornalista Alan David Scifo,
 
 
 
sul viaggio «all'incontrario» 
 
 
 
in quella che apparirebbe come la Sicilia più inquinata,
 
 
 
sull'inquinamento dei poli petrolchimici della Sicilia,
 
 
 
sui poli petrolchimici siciliani,
 
 
 
sul potere,
 
 
 
sul denaro,
 
 
 
sulla salute,
 
 
 
sulla mancanza di salute,
 
 
 
sul regresso vestito da «progresso»,
 
 
 
sulla morte,
 
 
 
sulle morti,
 
 
 
sulle malattie.

 

 

 

Quindi sappiate che Colapesce non è soltanto l'essere mitologico che sosterrebbe una delle colonne che reggerebbero la Sicilia,

 

 

 

quel che ha dato la fama al Colapesce di Messina,

 

 

 

al Colapesce messinese.

 

 

 

Nelle pagine del libro, peraltro,




ci sarebbero anche le «dune di plastica»

 

 

 

di Acate,

 

 

 

nel Ragusano,

 

 

 

come vi avevo scritto sopra;

 

 

 

i poli petrolchimici di Gela,

 

 

 

nel Nisseno;

 

 

 

di Milazzo,

 

 

 

nel Messinese;

 

 

 

di Augusta,

 

 

 

nel Siracusano;

 

 

 

le fabbriche che non sarebbero mai state bonificate a Lampedusa,

 

 

 

nell'Agrigentino.




Secondo quanto ho capito,




il libro avrebbe un fine educativo-pratico,

 

 

 

probabilmente anche in quest'incontro culturale italiano:




formare paladini di Sicilia che vogliono aiutare l'eroe mitologico Colapesce 




- mentre Luigi Pirandello,

 

 

 

nel suo saggio «L'umorismo»

 

 

 

sosteneva che «L'umorista non riconosce eroi» -

 

 

 

affinché la mia isola e regione italiana non affondi definitivamente.

 

 

 

E buon lavoro a chi scrive sulla pagina «Incontri»

 

 

 

di «Eventi»

 
 
 
 
 
 

del sito d'informazione locale Agrigento Notizie

 

 

 

come il giornalista Andrea Cassaro;

 

 

  

a chi si occupa del «Portale Sicilia»

 

 

 

e del «Portale Mitologia»

 

 

 

dell'enciclopedia in rete Wikipedia;

 

 

 

alla casa editrice che ha pubblicato il libro e saggio, 

 

 

 

la Navarra Editore,




anche con altre presentazioni di questo volume,

 

 

 

dopo il giovedì diciotto di aprile del 2024 alla Biblioteca Lucchesiana agrigentina,

 

 

 

e successivamente all'uscita nelle librerie il ventisei di aprile:

 

 

 

anche, il dodici di maggio,

 

 

 

al Salone internazionale del libro di Torino,

 

 

 

a cui avevo partecipato anni fa in annate differenti,

 

 

 

sul quale avevo scritto molti anni fa su questa mia pagina;

 

 

 

ed il ventitre di aprile all'Università di Palermo,

 

 

 

nella quale avevo studiato,

 

 

 

al Master universitario in Giornalismo professionale.

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