«I Malavoglia» e molte opere meno note in un'epoca, come la nostra, di difficoltà dell'editoria libraria.
Paolo Di Stefano è molto bravo a raccontare momenti della biografia di Giovanni Verga in «Caro Verga, scriva di più» Le lettere degli editori.
eccovi la mia foto.
Fra gli altri teatri verghiani c'è anche il Teatro Manzoni di Milano, associato al dramma In portineria. E fa sorridere la probabile citazione piantar cavoli in Sicilia...
Di Stefano scrive anche su Vizzini ed il Mastro-don Gesualdo nonché su Il marito di Elena. Mi ha, peraltro, incuriosito un po' l'accenno alla vita privata dello scrittore etneo, al rapporto con l'amante Giselda Fojanesi, poi cacciata dal marito Mario Rapisardi. E c'è anche la contessa Paolina Greppi.
Curioso anche apprendere che i Malavoglia siano stati un fiasco pieno e completo (definizione data da Verga a Capuana).
E si scopre anche il racconto Vagabondaggio, nato da tre racconti - uno omonimo, l'altro Come Nanni rimase orfano ed, infine, Mondo piccino.
Poi si passa ad una raccolta di undici/dodici racconti, ma... perché non si dettaglia molto di più il particolare degli uomini e delle donne in fuga dall'Etna?!
Così come sono curioso di leggere il travagliato finale della novella Nanni Volpe.
Sembra, inoltre, più commerciale per il pubblico dell'epoca Artisti da strapazzo.
Infine altri particolari utili per chi vuole approfondire la storia della letteratura verghiana: Giuseppe Giacosa; Francesco Casanova; il Fanfulla della Domenica; Barbèra; Treves.
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