#Almanacco goethiano I tesori del museo di Portici (Na - provincia di Napoli, città metropolitana di Napoli)
ed una forte colata e torrente di lava eruttata dal Vesuvio - che scendeva verso il mare e quasi ai piedi del vulcano con i suoi fuochi alla luce della luna piena e con il mare mosso -
nella sera («Abends»)
del venerdì primo (uno) di giugno del 1787 - «den 1. Juni 1787.» -
del «Viaggio in Italia»
- «Italienische Reise» -
dello scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe,
il cavaliere e marchese Domenico Venuti,
la testa in marmo di «Ulisse» priva di naso,
oggi andata perduta:
Ich betrachtete abermals mit großer Verehrung seinen, obgleich verstümmelten, doch unschätzbaren Ulysses.
Contemplai di nuovo con grande ammirazione il suo «Ulisse», anche se mutilo, tuttavia inestimabile.
C'è il preterito,
il passato remoto,
del verbo betrachten,
che significa contemplare.
Abermals significa di nuovo.
Verehrung significa anche venerazione,
ma qui l'uso e l'impiego mi sembra molto più laico, ammirazione,
con terminazione in -ung,
che contraddistingue i nomi al femminile in tedesco,
ed, infatti,
qui,
essendoci la costruzione del mit + dativo con aggettivo senza articolo,
del con + dativo con aggettivo senza articolo,
abbiamo l'aggettivo großer,
da groß,
ma seguito da -er,
la terminazione del dativo femminile singolare.
L'aggettivo verstümmelt significa mutilo,
mentre l'aggettivo seguente, unschätzbar,
è composto dal prefisso negativo tedesco un-,
in italiano in-,
e dal suffisso tedesco -bar,
in italiano -abile,
per cui la parola si traduce con inestimabile.
Entrambi all'accusativo,
il caso del complemento oggetto,
con terminazione in -en dell'accusativo singolare maschile,
riferito all'«Ulisse».
Seguono il banchiere svizzero-tedesco Meuricoffre o Meuricoffer del cantone della Turgovia con una banca a Napoli (Neapel);
il molo di Napoli e gli occhi di Goethe che si chiudono dal sonno.
Napoli mi fa pensare al libro e saggio «Un saio anzi... tre»
(Porziuncola)
dei frati e fratelli di sangue Aldo, Claudio e Fulvio Festa,
definiti Re Magi di un presepe napoletano da fra Claudio Durighetto.
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