E così ero seduto, continuando a pensare al piano di lavoro per la "Nausicaa", una concentrazione drammatica dell'"Odissea".
Nel tedesco dell'otto di maggio del 1787 del «Viaggio in Italia»
di Johann Wolfgang von Goethe,
in lingua tedesca,
a sua volta,
«Unter Taormina, am Meer, Dienstag, den 8. Mai 1787»,
«Sotto Taormina, sul mare, martedì, l'8 di maggio 1787»:
Und so saß ich, den Plan zu "Nausikaa" weiter denkend, eine dramatische Konzentration der "Odyssee".
Le prime parole della scena prima (l'«erster Auftritt»)
del primo atto (l'«erster Aufzug»)
del frammento (il teatrante Goethe scrive
«frammentario»,
«fragmentarisch»)
della «Nausicaa»
sono della prima (la «Erste»)
delle vergini di Arete (le «Areteus Jungfrauen»),
mentre cerca, questa prima vergine,
alla ricerca,
impegnata in una ricerca.
Le vergini si muovono in questa maniera,
in questo modo:
«eine schnell nach der andern»,
«una velocemente dopo l'altra»,
in un migliore italiano «velocemente una dopo l'altra».
La regina Arete è la madre della principessa Nausicaa,
scrive l'enciclopedia in rete Wikipedia,
in italiano.
La prima delle vergini dice e pronuncia le prime parole del «Trauerspiel» «Nausikaa»,
di questa tragedia che è la «Nausicaa»:
«Nach dieser Seite flog der Ball!»,
«Su questo lato volava la palla!»
Il gioco con la palla nei versi 141 - 145 del Canto VI dell'«Odissea»,
attribuita ad Omero,
qui nella traduzione dal greco antico di Ippolito Pindemonte,
pubblicata nel 1822:
Ma, spento della mensa ogni desio,
Una palla godean trattar per gioco,
Deposti prima dalla testa i veli;
Una palla godean trattar per gioco,
Deposti prima dalla testa i veli;
Ed il canto intonava alle compagne
Nausíca bella dalle bianche braccia.
Nausíca bella dalle bianche braccia.
Nella traduzione del 1926 del grecista Ettore Romagnoli sono i versi dal 99 al 101:
Dopo che furono paghe di cibo le ancelle e Nausica,
tutte, gettate via le bende, giocarono a palla:
e la battuta dava Nausica dal candido braccio.
tutte, gettate via le bende, giocarono a palla:
e la battuta dava Nausica dal candido braccio.
Ehm...,
spero che quel che segue qui sotto sia il testo in greco antico corrispondente alle due traduzioni qui sopra,
qua nei versi 99 - 101...:
αὐτὰρ ἐπεὶ σίτου τάρφθεν δμῳαί τε καὶ αὐτή,
σφαίρῃ ταὶ δ' ἄρ' ἔπαιζον, ἀπὸ κρήδεμνα βαλοῦσαι,
τῇσι δὲ Ναυσικάα λευκώλενος ἤρχετο μολπῆς.
σφαίρῃ ταὶ δ' ἄρ' ἔπαιζον, ἀπὸ κρήδεμνα βαλοῦσαι,
τῇσι δὲ Ναυσικάα λευκώλενος ἤρχετο μολπῆς.
Mi avrebbero aiutato - lo spero e me lo auguro -
la presenza della parola Ναυσικάα,
che sembra riferita proprio a Nausicaa,
e la precedente presenza ed occorrenza della parola greca «θάλασσα»,
quel «mare»
che c'è anche sicuramente nella versione di Romagnoli.
Per i versi successivi,
invece,
mi sono «appoggiato»
ad Ἄρτεμις e nel lavoro di traduzione di Romagnoli è presente la parola Artemide.
Speriamo,
considerato
anche che avevo studiato il greco antico al liceo classico Empedocle di Agrigento in un quinquennio fra trentacinque e trent'anni fa.
Dovrei «rinfrescarlo» lo studio del greco antico,
che mi piaceva molto di più del latino,
riprenderlo,
togliere la «ruggine»
e la «polvere»
del tempo che passa e scorre.
Ma ora torno a Goethe.
Oggi pomeriggio,
prima di scrivergli della «Nausicaa»
secondo Goethe,
in quella sua giornata taorminese,
avevo anche augurato su WhatsApp di godersi quel giorno festivo triste di «vacanza»
della Liberazione della Germania dal nazismo hitleriano,
di Adolf Hitler,
ad un mio amico tedesco.
Nel frattempo mangiavo una pasta di mandorla,
siciliana,
del panificio.
Gli ho chiesto quando la «Nona sinfonia»
di Ludwig van Beethoven per lui,
ricordandogli anche
che ieri nel 1824,
il sette maggio del 1824,
c'era stato il primo concerto con quest'opera d'arte musicale...🙄
Al mio amico piace la musica classica.
Gli ho chiesto anche quando Pyotr Tchaikovsky per lui
dato che,
ugualmente ieri,
ma nel 1840,
nasceva questo compositore.
Poi sono passato all'oggi del 1767 in cui Goethe era a Taormina,
in quella che,
sicuramente,
oggi è la provincia di Messina,
al mio amico avevo scritto che lui, Goethe,
aveva cominciato in terra siciliana a creare ed a dar vita alla sua «Nausikaa».
In Sicilia Goethe era entusiasta del paesaggio e leggeva l'«Odissea».
Quindi,
un po' scherzando con il mio amico,
senza pretesa di studi accademici,
il ritorno in Germania, prima o poi,
dopo la conclusione nel 1788 del suo viaggio nelle terre italiane,
e la pigrizia e soltanto i frammenti della tragica »Nausicaa«
con suicidio finale come nel romanzo epistolare «I dolori del giovane Werther». 😭
Avevo anche avuto il tempo di scherzare con il mio amico Wolfgang, Wolf,
sul fatto che Wolfgang-con-Johann-prima-e-davanti, Johann Wolfgang von Goethe appunto,
temeva di essere
un playboy e Giacomo Casanova e dongiovanni in Sicilia,
come era stato Ulisse in momenti del suo viaggio.
😂 😂 😂 😂 😂 😂 😂 😂😂 😂 😂 😂 😂😂😂
Avrei voluto vedere Goethe quando tornava a casa,
credo,
se non sbaglio,
ed incontrava Charlotte von Stein,
come potrebbe commentare un cabarettista...
😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂
Chissà che donna era,
come erano le siciliane del tempo.
Buona lettura,
infine,
della poesia «Risarcimento»,
di Gesualdo Bufalino,
da «Il malpensante»,
del 1987,
su «La vita non sempre fa male»,
con le «vergogne di vecchio» (forse Ulisse nudo o quasi?)
e con Nausicaa.
Delle pagine dell'«Odissea»
su Demodoco e la commozione di Ulisse che ascolta le sue vicende nella guerra di Troia cantate,
con altri ignari che lui fosse proprio Ulisse.
Grazie ad una pagina della tesi di Agnese Pennisi sul sito internet Docsity,
al sito MDZ per il testo digitalizzato della «Nausikaa» goethiana,
al Progetto Gutenberg per il testo digitale del «Viaggio in Italia»,
alla biblioteca in rete WikiSource con testi e traduzioni di pubblico dominio,
in questo caso,
questa volta,
dell'«Odissea»,
al motore di ricerca Ecosia,
alla app Blogger Pro.
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