Nel 1913 fu pubblicata
la commedia teatrale «Cecè»,
ha letto CMTeatro:
PERSONAGGI
Cesare Vivoli, detto Cecè — Il comm. Carlo Squatriglia, appaltatore di lavori pubblici — Nada, mondana di lusso.
Un Cameriere, che non parla.
Connotati: Cecè ha 35
anni. Per quanto già nel volto un po’ leso dagli stravizi, tuttavia è
nel corpo ancora vivacissimo, anzi irrequieto. Ha l’aria, se non proprio
stralunata, almeno da smemorato, come uno che abbia la mente a cento
cose a un tempo. Del resto, nella smemorataggine, cangia rapidamente
d’espressione, al guizzo d’ogni immagine nella fantasia mobilissima. È
tutto raso; simpaticissimo; occhi sfavillanti e labbra accese;
naturalmente signorile, veste con raffinata eleganza.[...]
Una stanza d’albergo di prim’ordine, con mobili d’ultima moda, a
uso di salottino e di scrittojo. In fondo la comune, che dà su un
corridojo. Lateralmente a sinistra, un altro uscio che immette nella
camera da letto. Finestra a destra. Apparecchio telefonico nella parete
di fondo, a destra della comune.
Al levarsi della tela, la scena è vuota. L’apparecchio telefonico
squilla una, due, tre volte, a brevi intervalli. Cecè in pigiama, con le
guance insaponate e il pennello della barba in mano, accorre dall’uscio
a sinistra.
Cecè. E tre! Un
momento... Cristo, sto a farmi la barba! Pronto... Chi?... Più forte,
non sento... sto a farmi la barba... — Ah, Squatriglia? Come? No...
dicevo tra me, sto a farmi la barba... Sí, fate salire.
S’avvia per ritornare alla camera; a un certo punto si ferma, sospeso:
Chi ha detto? Squatriglia? Uhm! Mi pare che sia commendatore...
Rientra nella camera. Poco dopo si sente picchiare alla comune.
«Per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale».
Questa la motivazione per cui il Luigi Pirandello drammaturgo,
lo scrittore,
era stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934,
lo ricevette precisamente l'otto di novembre del 1934,
gli venne assegnato proprio in quel giorno.
Sappiate anche che la villa dove ha sede la Casa natale - museo Pirandello appartenne ai Ricci Gramitto,
gli antenati ed avi di parte materna dello scrittore,
di proprietà loro sin dal 1817.
In questa residenza,
infatti,
avrebbe trovato rifugio la famiglia di Luigi Pirandello per sfuggire alla grave epidemia di colera che nel 1867 avrebbe imperversato in tutta la Sicilia.
La villa agrigentina sarebbe stata danneggiata nel 1944 dallo scoppio del vicino deposito di munizioni delle truppe americane,
sarebbe stata dichiarata nel 1949 monumento nazionale.
Tre anni dopo la Regione siciliana l’avrebbe acquistata
e lì vicino c'era e non c'è più
il pino marittimo,
il celebre albero.
perché le ha viste o li ha visti,
che le stanze con vista sulla campagna ospitano una vasta collezione di fotografie,
di recensioni,
di onorificenze,
di prime edizioni di libri con dediche autografe,
di quadri dedicati a Luigi Pirandello,
di locandine delle sue opere più famose rappresentate nei teatri del mondo.
Chissà se un giorno qualcuno creerà
una linea di pigiami da stoffe biologiche,
una linea commerciale di di saponi da barba ecologici,
di pennelli da barba con legno sostenibile.
Volete visitare,
insieme al mio blog CMTempoLibero,
la Casa natale - Museo di Luigi Pirandello,
in contrada Caos,
tutta la mia Agrigento più bella,
scrivendomelo,
se volete,
su CMLibri sulle reti sociali,
condividendo
questo mio contributo testuale
grazie ai cancelletti #CMLibri #CMTeatro #CMTempoLibero,
seguitemi
sia là
sia qui su Blogger/Blogspot,
leggete
moltissimo altro
tramite alcuni dei tag ed alcune delle etichette qui sotto a fine testo.
Grazie alla pagina «Testi di Luigi Pirandello»
della biblioteca in rete WikiSource (comprate i libri con la trascrizione di questa commedia teatrale),
all'enciclopedia in rete Wikipedia,
a Google Books.
Buon lavoro alla ditta Scancarello di Palermo,
che avrebbe lavorato là in passato,
al probabilmente ex soprintendente dei Beni culturali ad Agrigento,
a Michele Benfari;
all'ex presidente della Regione, Nello Musumeci;
all’ex assessore dei Beni culturali e dell’identita’ siciliana,
ad Alberto Samonà;
al sito internet d'informazione agrigentina Grandangolo.
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