Buon lavoro al segretario regionale siciliano della Cimo,
la Confederazione italiana medici ospedalieri, Giuseppe Bonsignore,
che aveva scritto ai vertici della sanità regionale siciliana ed agrigentina ed aveva denunciato gravi disservizi,
per carenza di medici,
nei reparti di Medicina trasfusionale di due ospedali,
della Medicina trasfusionale dell'ospedale San Giovanni di Dio della mia Agrigento e dell'ospedale Barone Lombardo di Canicattì (Ag - provincia di Agrigento).
Bonsignore mi aveva un po' inquietato e mi aveva fatto chiedermi perché ad Agrigento non si assumono in servizio quattro medici per questo reparto ospedaliero agrigentino.
Come si può evitare l’interruzione di pubblico servizio?
Aveva, infatti, spiegato Bonsignore: «A breve si rischia l’impossibilità di prestare il servizio di pronta disponibilità notturna e festiva. Ad Agrigento dovrebbero essere in servizio 6 medici, e a Canicattì 4. Attualmente vi sono 2 medici ad Agrigento, di cui uno esentato da attività notturna per motivi di salute. E nessun medico a Canicattì. Ciò è stato segnalato più volte dal segretario provinciale della Cgil di Agrigento, Alfonso Buscemi, ma senza alcun riscontro da parte della direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Si profila la possibilità di un’interruzione di pubblico servizio che potrebbe comportare importanti conseguenze sulla salute pubblica dei cittadini ricadenti nel territorio di competenza dei due ospedali» – aveva concluso Bonsignore,
che aveva informato anche il prefetto di Agrigento, Filippo Romano.
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