Chissà se un giorno sarà in via Luigi Pirandello,
in via Pirandello,
nel mio centro storico di Agrigento,
nel mio centro di Agrigento, Babak Karimi,
che aveva già recitato in «La strategia della maschera»
di Rocco Mortelliti,
già montatore in «I briganti di Zabut»,
«Gli indesiderabili»,
«La passione di Giosuè l'ebreo»,
«Rosso Malpelo»,
tutti del regista cinematografico siciliano Pasquale Scimeca;
montatore anche del film «L'isola»
della regista siciliana Costanza Quatriglio.
Proiettato, invece,
il film iraniano-francese «La bambina segreta»,
di cui ho visto soltanto il trailer cinematografico,
le clip cinematografiche,
con l'attore cinematografico Babak Karimi,
di Ali Asgari,
con sceneggiatura cinematografica originale dello stesso regista cinematografico,
ma anche di Alireza Khatami,
con colonna sonora cinematografica di Ali Birang,
di Javad Nazari,
con doppiaggio cinematografico di Tiziana Martello (Atefeh),
qui ad Agrigento,
quasi sulla costa sud della Sicilia,
ma non ho potuto vederlo perché vivo a Lampedusa.
Numerose attrici in un video in internet di Filmemrooz sono molto note,
qualcuna no qui in Italia,
soprattutto all'inizio del video e filmato,
come Lisa Gastoni.
E c'è la bandiera della mia Italia,
dato che vivo in Sicilia,
nel Sud della Sicilia.
Buone domeniche anche a tutti voi,
il giorno in cui ho visto questa registrazione,
questo filmato in rete e video.
E, cambiando argomento,
a me era piaciuto molto,
ma molto di più,
il film di Nanni Moretti che ha
il titolo «Tre piani»
piuttosto che «Il sol dell'avvenire»,
nel quale ha recitato
un attore della mia città.
Ed approfondendo su Babak Karimi,
sappiate che ha recitato la parte cinematografica del dott. Mahmoudi in questo film, iraniano-francese,
proiettato qui ad Agrigento,
«La bambina segreta»,
anche se non avevo
potuto partecipare alla proiezione perché,
come vi avevo scritto,
vivo sull'isola di Lampedusa,
senza cinema,
senza numerose proiezioni cinematografiche come nel ben
più grande comprensorio agrigentino.
entrambi su You Tube,
su Instagram,
su Facebook.
Ed era arrivato al Temenos di Agrigento,
chissà quanti anni fa,
in un otto novembre almeno,
come minimo,
dell'anno scorso,
in un orario serale delle venti e trenta,
il film «Un divano a Tunisi»,
che era stato vincitore delle Giornate degli autori a Venezia nel 2019:
chissà chi è Golshifteh Farahani,
e come aveva recitato in questa che sarebbe una commedia in stile francese sul ritorno alle origini.
Il personaggio femminile si chiamerebbe Selma,
sarebbe una giovane psicanalista franco-tunisina, single e indipendente,
cresciuta a Parigi, dove non sono mai stato,
dove avrebbe completato gli studi,
avrebbe abbracciato lo stile di vita europeo,
tra i jeans,
che mi piacciono molto,
i tatuaggi,
che non ho,
e tagli di capelli sbarazzini.
Per me, invece,
i soliti capelli rasati.
Dopo la fine della Primavera araba,
che non avevo vissuto,
perché ero stato in Tunisia pochi anni prima,
e l’esilio del presidente Ben Alì,
di cui avevo visto la Tunisia con le sue immagini,
questa Selma avrebbe deciso di tornare in terra natìa,
a Tunisi,
di cui conosco poco quasi soltanto il porto,
per esercitare la sua professione.
La proiezione faceva parte di una rassegna cinematografica,
«Declinazione al femminile»,
e chissà se esista ancora,
organizzata proprio dal circolo John Belushi di Agrigento.
c'era stata la rassegna di cinema francese del circolo culturale John Belushi di Agrigento.
proprio alle venti e trenta.
di Wikipedia in italiano.
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