Un approfondimento probabilmente interessante - ed andrei per questo motivo alla presentazione del libro,
la presentazione del saggio «La legge Rognoni La Torre e i nuovi assetti dell’agire mafioso» - che sarà tema del seminario sulla legalità organizzato dalla Fidapa, sezione di Agrigento.
Al Circolo culturale Empedocleo,
nel centro di Agrigento.
Se non fosse che c'è un'altra presentazione di cui scrivo qui.
Chissà se ci riuscirò.
Mi sembra molto difficile.
Era il tredici di settembre del 1982 (e proprio quello è il periodo del mio compleanno ed ero davvero molto giovane), dieci giorni dopo l’uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie, Emanuela Setti Carraro, e dell’agente di scorta,
quando veniva emanato uno strumento, valido ancora oggi, per la lotta contro la criminalità organizzata: la legge Rognoni - La Torre - che prende i nomi di Virginio Rognoni (ministro dell'Interno all'epoca) e Pio La Torre (politico siciliano del Pci, ammazzato dalla mafia).
Non ho ricordi diretti di nessuno di loro in quegli anni.
Forse ero davvero piccolo dunque.
E dopo i saluti iniziali della presidente della Fidapa Agrigento, Carmelina Guarneri,
di Maria Concetta Oliveri, past presidente nazionale, scorsa presidente nazionale,
e di Carmela Lo Bue, la presidente del Distretto Sicilia,
si entrerà nel vivo del convegno con la relazione di una magistrata, Andreina Occhipinti, presidentessa della Corte di assise di appello di Caltanissetta.
Non conosco nessuna di loro.
E buon lavoro ad Irene Milisenda
ed all'avvocata Ylenia Maria Sola - che non conosco, anche se Irene Milisenda è un volto noto dei media qui ad Agrigento.
E lunga vita al premio Marika Caruselli, anche dopo quest'ottava edizione.
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