Der Marmor ist ein seltsames Material, deswegen ist Apoll von Belvedere im Urbilde so grenzenlos erfreulich, denn der höchste Hauch des lebendigen, jünglingsfreien,ewig jungen Wesens verschwindet gleich im besten Gipsabguß.
Questa frase è molto difficile,
a cominciare dalla traduzione di «deswegen»,
continuando con «Urbilde»,
con «erfreulich»,
con «Hauch»,
«jünglingsfrei»,
finendo
con «Gipsabguß».
Non soltanto il marmo e l'«Apollo del Belvedere»
nel venticinque di dicembre del Natale del 1786 del «Viaggio in Italia»
di Johann Wolfgang von Goethe a Roma,
ma anche il palazzo Rondanini,
la maschera di Medusa,
una copia della prima età imperiale,
oggi alla Glyptothek di Monaco di Baviera,
in Germania,
la copia di un originale greco del V secolo avanti Cristo,
del quinto secolo avanti Cristo.
Uno dei calchi posseduti da Goethe di questa maschera di Medusa è
al Museo di Weimar,
ugualmente in Germania.
Non ho ancora letto
il passo sull'apparizione della testa di Medusa nella «Notte di Valpurga»
del «Primo Faust»
di Johann Wolfgang von Goethe,
neanche la lettera di Goethe ad un certo Zelter nel gennaio 1826.
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