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giovedì 20 aprile 2023

«Paesaggi del Belice» se vogliamo occuparci dei sociologi Danilo Dolci e Lorenzo Barbera e di Corrao e Bellafiore, Gibellina, Santa Ninfa e della storia da una lotta alla marcia per la pace al sisma

Avevo perso il primo appuntamento e probabilmente ed ho perso anche 

 

 

 

il secondo della nuova rassegna del Museo archeologico regionale siciliano Pietro Griffo ad Agrigento

 

 

 

in sala Fazello, dove è stato presentato circa due ore fa «Paesaggi del Belìce. Gli anni del prima e post terremoto fino ai nostri giorni» a cura di Giuseppe Maiorana 

 

 

 

e della Rete museale e naturale belicina (di una fondazione molto nota ed importante, 

 

 

 

la Fondazione Orestiadi), 

 

 

 

un «racconto» a quanto sembra, racconto corale - pare - della Valle del Belìce che racchiude in un’unica cornice 

 

 

 

i venticinque siti (musei, riserve naturali, parchi archeologici e luoghi della cultura) aderenti alla Rete; 

 

 

 

sarebbe anche un racconto di comunità, un ritratto e, forse, persino un affresco spesso dimenticato 

 

 

 

di una storia, una storia eccentrica 

 

 

 

animata da uomini, donne e territori che si confrontano e si scontrano 

 

 

 

con il paesaggio

 

 

 

Sembrerebbe che ci siano anche più pezzi di storia del Belice: 

 

 

 

dagli anni Cinquanta del Novecento quando le popolazioni «depresse», sarebbero state disorientate da improbabili meccanismi burocratici farraginosi 

 

 

 

e coinvolte nella lotta per l’affermazione 

 

 

 

dei diritti

 

 

 

sostenuta dal sociologo e pedagogista Danilo Dolci; 

 

 

 

lotta che sboccò nel 1967 nella marcia corale 

 

 

 

per la pace, in Sicilia occidentale. 

 

 

 

Poi la terra tremò, il sisma del 1968 buttò a terra molto, interruppe il lavoro consueto, le speranze di buon cambiamento. 

 

 

 

Ci furono sindaci come Ludovico Corrao - era stato molto noto - 

 

 

 

a Gibellina o Vito Bellafiore - a me sconosciuto finora - 

 

 

 

a Santa Ninfa (Tp - provincia di Trapani), o sociologi come Lorenzo Barbera, che non conoscevo. 

 

 

 

Il volume – a cui hanno contribuito Giuseppe Maiorana, presidente della Rete museale e naturale belicina (non sapevo che esistesse); 

 

 

 

Giulia Casamento, Enza Messana, Paolo Madonia, Giuseppe Salluzzo, Mario Mattia, tutti a me sconosciuti – 

 

 

 

analizza il contesto del paesaggio belicino ma anche gli aspetti geologici e sismici; 

 

 

 

si occuperebbe di particolari momenti, di momenti storici 

 

 

 

come la vita nelle baracche, l’esodo 

 

 

 

e la nascita delle nuove comunità 

 

 

 

dopo il terremoto.

 

 

 

Grazie alla pagina «Cultura» 

 

 

di Grandangolo.

 

 

 

«Paesaggi del Belice» era stato presentato oggi, giovedì venti di aprile di questo 2023

 

 

 

alle diciassette e trenta

 

 

 

ma oramai non riesco più ad arrivarci.

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