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venerdì 27 dicembre 2019

Giuseppe, Canetti, Ermes Ronchi: sognare, andare, custodire

Buona libertà, intelligenza, creatività e tenacia a tutti con il commento di Ermes Ronchi al Vangelo della domenica! 
 
 

Ciò che Dio indica, però, è davvero poco, indica la direzione verso cui fuggire, 
solo la direzione; poi devono subentrare la libertà e l'intelligenza dell'uomo, 
la creatività e la tenacia di Giuseppe. 
Tocca a noi studiare scelte, strategie, itinerari, riposi, misurare la fatica. 
Il Signore non offre mai un prontuario di regole per la vita sociale o individuale, 
lui accende obbiettivi e il cuore, poi ti affida alla tua libertà e alla tua intelligenza. 

 
 
Una delle letture è Siracide 3, 3 - 7 e 14 - 17.  



 



 
 
Altre due letture sono il Salmo 127 e la Lettera ai Colossesi di San Paolo (Colossesi 3, 12 - 21). 
 
 
 
Su questo blog in riferimento ai Colossesi ho anche in primo luogo 1, 12 - 20 nel commento sul buon ladrone
 
 
 
in secondo luogo 1, 24 - 28 e in terzo luogo 
 
 
 



Infine il Vangelo di Matteo (Matteo 2, 13 - 15 e 19 - 23) 
 
 
 
con i re Magi, l'angelo del Signore, l'Egitto, Erode. 
 
 
 
Frate Ermes Ronchi fa riferimento ad Erode il Grande e ad Archelao, ma questi riferimenti non sono molto chiari: c'è anche un Erode il Piccolo? E chi è Archelao? Compiti per casa per tutti i suoi lettori... Frate Ronchi spiega, invece, il significato del verbo sognare:



È il verbo di chi non si accontenta del mondo così com'è. Un granello di sogno,
caduto dentro gli ingranaggi duri della storia, è sufficiente a modificarne il corso.
 


Ronchi ripete le parole sui quattro sogni del padre di Gesù con gli annunci parziali dell'angelo. E buon racconto a tutti noi, anche se non abbiamo mogli o mariti o figli!



Abbiamo il racconto di un padre, una madre e un figlio: 
le sorti del mondo si decidono dentro una famiglia.
È successo allora e succede sempre. Dentro gli affetti,
dentro lo stringersi amoroso delle vite, nell'umile coraggio di una,
di tante, di infinite creature innamorate e silenziose.

 
 
E ripete anche Compito supremo di ogni vita è custodire delle vite con la propria vita di Elias Canetti, già citato nei suoi commenti al Vangelo Giuseppe, modello di ogni credente di giovedì ventitre di dicembre 2010 
 
 
 
e In quella Famiglia le sorti del mondo di giovedì ventisette dicembre 2007 (che potete leggere su CMLibri su Mix) con le stesse letture. 
 
 
 
Aggiungendo questa volta alla frase dello scrittore di lingua tedesca - sono i particolari che fanno la differenza - , senza contare fatiche e senza accumulare rimpianti.



Giuseppe rappresenta tutti i giusti della terra, uomini e donne che, 
prendendo su di sé vite d'altri, vivono l'amore senza contare fatiche e paure; 
tutti quelli che senza proclami e senza ricompense, in silenzio, 
fanno ciò che devono fare; tutti coloro il cui «compito supremo nel mondo è 
custodire delle vite con la propria vita» (E. Canetti). E così fanno: 
concreti e insieme sognatori, inermi eppure più forti di ogni faraone.



E c'è un vangelo semilaico, in fin dei conti adatto anche a chi non crede:



è Vangelo di Dio ogni uomo e ogni donna che camminano insieme, dietro a un sogno.



Beh, poi ci sono anche due uomini che camminano insieme, dietro a un sogno o due donne che camminano insieme, dietro a un sogno. 
 
 
 
Ma lasciamo perdere. 
 
 

Ed è Parola di Dio colui che oggi mi affianca nel cammino, 
è grazia di Dio che comincia e ricomincia sempre dal volto di chi mi ama. 
 
 

Giuseppe, un padre concreto e sognatore su Avvenire di oggi, venerdì ventisette di dicembre 2019. 
 
 
 
 
 
 
E questa lettura della pagina internet del giornale dei vescovi italiani mi ha fatto scoprire anche due articoli, uno di Alfonso Berardinelli salvato in Sociologia #CMSaggistica e uno di Angela Calvini su Ficarra e Picone, salvato in Salvo Ficarra e Valentino Picone #CMViaggiSicilia #CMViaggi.  
 
 
 
Ed un ottimo 2020 a tutti noi! 
 
 
 
Sappiate anche che Elias Canetti, 
 
 
 
nato a Ruse, 
 
 
 
nel nord della Bulgaria,
 
 
 
era deceduto, morto, a Zurigo, città in cui sono stato, 
 
 
 
ci aveva lasciati nel 1994.



Grazie alle righe «Scomparsi oggi» 

 

 

 

dell'almanacco del sito  

 

 

 

d'informazione agrigentino Scrivo libero.

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