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lunedì 8 gennaio 2024

Da «La fabbrica di cioccolato» di Dahl «Wonka» per «CMLibri al cinema» con sceneggiatura di Paul King e Farnaby con Chalamet, Atkinson e l'Umpa Lumpa Hugh Grant - E per me niente bici stavolta

Dal romanzo,




dal romanzo per bambini,




dal romanzo per bimbi, a quanto pare,




«La fabbrica di cioccolato»




di Roald Dahl - di cui avevo già scritto 




su questa pagina -




il film «Wonka». 




Che deve moltissimo al «collega» film «Mary Poppins».




Soprattutto nella scena con Wonka e la ragazza sulle cupole e vetrate della galleria, 




che devono abbastanza, 




se non molto, 




a quei momenti con Mary e Bert sui tetti di Londra




Ma dall'ombrello marypoppinsiano si passa ai numerosi palloncini, 




che rendono il concetto della leggerezza della pellicola. 




E, più tardi, torneranno gli ombrelli... 




Ed è molto piacevole 




- anche se differente - 




come il film «La fabbrica di cioccolato»,




del 2005,




di Tim Burton




Simile per l'eccentricità del cioccolataio Willy Wonka. 




Toni anche da film giallo in alcuni momenti, 




al momento di una scoperta ed «indagine» 




su un/una protagonista. 




Mi ha un po' «deluso», invece, il quasi-finale del film - non risolutivo - 




con un bene architettonico, 




un castello molto bello, 




quasi un po' «rovinato»




dalle immagini, 




probabilmente elaborate al computer e/o con la tecnologia, 




modernità un po' tanto e, forse, persino troppo «burine». 




Ciò nonostante, credo che questo film «Wonka» 




possa meritarsi un otto e mezzo, 




un nove meno o un nove, 




qui sulla «mezza recensione» 




di «CMLibri al cinema». 




E chissà se leggerò mai il romanzo di Dahl. 




E quando nuovamente in televisione,




per me presumibilmente e probabilmente tramite il ripetitore televisivo della Rupe Atenea,




«Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato»,




del 1971,




con Gene Wilder?




«Wonka», invece, con soggetto cinematografico di Paul King.




Che è il regista cinematografico.




E firma anche la sceneggiatura cinematografica insieme a Simon Farnaby.




Ed ho visto questo film ambientato in un mondo di fantasia,




purtroppo non essendoci andato in bicicletta,



anche perché stasera ha piovuto, 




in via XXV aprile,

 

 

 

nella mia Agrigento,

 

 

 

al cinema,

 

 

 

con l'attore cinematografico Timothée Chalamet che è diventato Willy Wonka - Alex Polidori è

 

 

 

il doppiatore italiano.

 

 

 

Con Keegan-Michael Key nel ruolo del capo della polizia difficilmente corruttibile, 




ma, comunque, corruttibile, 

 

 

 

doppiato da Andrea Lavagnino.

 

 

 

E si presenta bene - chissà se anche in questa pellicola - Jim Carter (Abacus Crunch), 




con un aspetto ed un'apparenza ed occhiali da vista abbastanza intellettuali.




L'attrice cinematografica Sally Hawkins è la madre di Willy Wonka, 




che si è vista per poco tempo, 

 

 

 

mentre Olivia Colman una signora Scrubbit, Mrs Scrubbit, 




davvero molto affarista ed «attaccata al denaro» 



ed alle scritte in piccolo dei contratti, 




alla fine del film,




insieme a Bleacher, 




quasi una Fiona verde con Shrek verde




(Tiziana Avarista la doppiatrice italiana),

 

 

 

e Calah Lane impersona una Noodle abbastanza «giovincella».




Doppiata da Margherita Rebeggiani.




E curioso e felice di vedere il notissimo Mr. Bean, Rowan Atkinson,




qui diventato, invece, padre Julius,




in un ruolo un po' più «classico» 

 

 

 

mentre l'attore cinematografico nero Paterson Joseph è Arthur Slugworth, 




e si presenta davvero molto bene recitando in maniera eccellente, 


 


mentre nei panni di Prodnose - gioco di parole? - abbiamo Matt Lucas.

 

 

 

Ed un ulteriore gioco di parole per il Bleacher di Tom Davis, 




energico e rudemente e selvaggiamente simpatico?

 

 

 

Nome tedesco per il suo personaggio cinematografico di Fickelgruber per Mathew Baynton.

 

 

 

Un'altra curiosità per me è stata, inoltre, scoprire com'è l'Umpa Lumpa del notissimo Hugh Grant.




Dimenticatevi gli Umpa Lumpa in quantità ed abbondanza del film burtoniano, 




della versione cinematografica burtoniana.




E la fotografia, 

 

 

 

la fotografia cinematografica di Chung Chung-hoon, 




ha qualche preferenza per i colori scuri e le «sfumature» notturne.

 

 

 

Ed il montaggio di Mark Everson?




E gli effetti speciali di Hayley J. Williams, 




subentrati non solo nelle scene cinematografiche con gli uomini volati ai «piani alti» 




della galleria - leggete su questa galleria qui?




Gli effetti speciali cinematografici dominano a bizzeffe! 




E la scenografia cinematografica di Nathan Crowley?




Ed i costumi cinematografici di Lindy Hemming?




Davvero piacevoli, 




eleganti 




oppure anche colorati. 




Ed il trucco cinematografico di Sally Alcott?




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